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Il cantautore ufficialista Raúl Torres ha pubblicato sul suo profilo Facebook un ampio messaggio rivolto a un giovane trovatore cubano emigrato, che ha definito “ingrato” e ha criticato per aver definito “dittatura” il regime dell'Avana.
Torres ha rivelato che il musicista, di cui non ha menzionato il nome, gli aveva inviato un messaggio privato in cui gli confessava che “una delle cose più difficili in questa vita è essere coerenti” e che a Cuba, “parlando politicamente”, non sempre lo era stato. Il giovane spiegava di non voler ripetere quell'errore e che, a partire da quel momento, si sarebbe impegnato a “dire la verità in modo libero sempre che possa argomentarla correttamente”.
Nel medesimo testo, il trovador emigrato spiegava di ammirare l'opera di Silvio Rodríguez ma non l'uomo: “Silvio è un grande compositore, ma non è dio, Raúl, e la sua attitudine potrebbe fare un bene immenso a Cuba, ma le fa un male immenso”. Aggiungeva inoltre che non condivideva “né il socialismo né il comunismo” e che sperava che “la dittatura a Cuba, quella che mi separa da mia madre, quella che ha il paese in ginocchio, cada”.
Raúl Torres ha risposto da Canada con una lunga riflessione a difesa del regime cubano. “La coerenza non è solo essere fedeli a ciò che si prova oggi, ma anche a ciò che si è vissuto e a coloro che lo hanno reso possibile”, ha scritto il cantautore. “La Rivoluzione che oggi chiami ‘dittatura’ è la stessa che, decenni fa, ha aperto le scuole e le università ai figli dei poveri, ai neri che il capitalismo neocoloniale aveva condannato all'ignoranza.”
Nel suo messaggio, Torres ha insistito sul fatto che i successi della Rivoluzione non possono essere cancellati né ridotti all'etichetta di dittatura. “Non sono successi di una dittatura, ma di una profonda giustizia sociale conquistata”, ha affermato, giustificando il modello cubano per “l'ostilità permanente di un impero che non tollera l'autodeterminazione dei popoli”. A suo avviso, “il modello si è definito non per un capriccio dogmatico, ma come un atto di sopravvivenza di fronte a un blocco asfissiante che dura ormai sei decenni”.
Il trovador ha difeso anche Silvio Rodríguez, sottolineando che “Silvio non è un ente astratto; è figlio di questa Rivoluzione che ha forgiato la sua canzone e gli ha dato un luogo da cui parlare al mondo”. In questa prospettiva, ha avvertito il giovane che non doveva costruire il suo esilio “sulla base di essere uno specchio delle posizioni di ciò che dicono tutti quando se ne vanno”, e gli ha chiesto: “Ti chiedo solo di essere coerente e di non essere ingrato dalla stessa posizione che oggi hai.”
Torres concluse il suo intervento con un tono affettuoso e paternalistico: “Ti ho sempre considerato un fratello e chiunque ti insulti nel privato davanti a me non se la caverà bene, perché ti difenderò sul momento”. Assicurò che sarebbe tornato presto a Cuba e che, nonostante le difficoltà, non sopporta di rimanere lontano dal suo “terruño” per troppo tempo.
Un portavoce della “continuità”
Raúl Torres, autore di canzoni propagandistiche come Cabalgando con Fidel e El regreso del amigo (dedicata a Hugo Chávez), si è affermato come una delle voci più fedeli del ufficialismo culturale cubano.
En agosto passato, il musicista ha lanciato una nuova canzone dedicata a Fidel Castro nel 99° anniversario della nascita del dittatore, dove canta: “Fidelità per sempre ci rimarrà, quanto ci manchi, papà”.
En settembre, ha difeso pubblicamente la presunta esistenza della libertà di espressione a Cuba, affermando che “a me criticano senza pietà” e che sull'isola vengono esposte opere di artisti oppositori.
E a inizio ottobre, ha proposto di instaurare un “socialismo di mercato” che combini economia privata con controllo statale per “evitare che il popolo scenda in strada”.
Il suo messaggio più recente su Facebook rafforza la narrazione ufficiale che presenta il regime cubano come moralmente superiore, nonostante la profonda crisi economica e politica che attraversa l'isola.
Domande frequenti su Raúl Torres e la sua posizione politica
Perché Raúl Torres ha definito "ingrato" il giovane trovador cubano che è emigrato?
Raúl Torres ha definito "ingrato" il giovane trovador emigrato perché ha chiamato "dittatura" il regime dell'Avana. Torres, un sostenitore del regime cubano, considera che la Rivoluzione ha portato importanti conquiste sociali e che queste non possono essere ridotte a una semplice etichetta di dittatura. La risposta di Torres riflette la sua posizione di lealtà incondizionata al sistema cubano.
Come giustifica Raúl Torres il regime cubano?
Raúl Torres difende il regime cubano sostenendo che i suoi successi sono il risultato di una "profonda giustizia sociale". Secondo Torres, l'istruzione e l'apertura di opportunità per i settori più poveri e marginalizzati sono conquiste della Rivoluzione, e l'ostilità degli Stati Uniti ha costretto Cuba ad adottare un modello di sopravvivenza piuttosto che di capriccio ideologico.
Cosa ne pensa Raúl Torres della libertà di espressione a Cuba?
Raúl Torres afferma che a Cuba esiste libertà di espressione perché lui stesso è stato oggetto di critiche senza ripercussioni. Tuttavia, questa affermazione è discutibile, poiché numerosi artisti e cittadini sono stati repressi per aver espresso opinioni contrarie al regime. Torres utilizza la sua esperienza personale come esempio per sostenere che c'è spazio per la critica all'interno di Cuba.
Quali proposte ha fatto Raúl Torres riguardo al sistema economico cubano?
Raúl Torres ha proposto un "socialismo di mercato" a Cuba, che combina economia privata con controllo statale. Questa proposta mira ad alleviare il malessere sociale consentendo alcune aperture economiche, mantenendo però un rigoroso controllo politico. Torres sostiene che questa misura potrebbe prevenire esplosioni sociali, senza alterare il potere politico del regime.
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