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Il regime cubano ha chiesto giovedì supporto internazionale per evitare una guerra tra Stati Uniti e Venezuela, dopo aver denunciato quella che considera un'escalation di azioni militari e politiche contro il governo di Nicolás Maduro, un alleato chiave della dittatura dell'isola.
In una dichiarazione emessa il 18 settembre dal Ministero delle Relazioni Estere (MINREX), il Governo Rivoluzionario ha accusato Washington di preparare una “aggressione militare diretta” contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, con l'obiettivo di “appropriarsi del petrolio e delle risorse” del paese sudamericano.
“Il dispiegamento nelle ultime settimane di forze militari degli Stati Uniti nel mar Caribe costituisce un atto di provocazione e intende scatenare un conflitto militare che costringa il Venezuela a difendere la sua sovranità e integrità territoriale”, si legge nel testo ufficiale.
Secondo La Habana, l'uso della forza contro imbarcazioni civili, l'intercettazione di navi e l'aumento delle forze nel Caribe violano norme internazionali e fanno parte di un'operazione “ostile e irresponsabile” da parte del governo statunitense.
Si è anche denunciata la diffusione di messaggi di guerra psicologica al fine di legittimare queste azioni davanti all'opinione pubblica.
La cancelleria cubana ha attribuito al Segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, e a congressisti affini, la responsabilità di tentare di imporre i propri interessi “con la forza” nella regione, proprio come —secondo il testo— hanno fatto a Gaza.
“Una aggressione militare diretta contro il Venezuela avrebbe conseguenze innumerevoli per la pace, la stabilità e la sicurezza della Nostra America”, ha avvertito il governo cubano.
Il governante Miguel Díaz-Canel ha scritto su social media X: “È urgente una mobilitazione internazionale per impedire l'aggressione e preservare l'America Latina e i Caraibi come zona di pace. Il vero obiettivo delle azioni militari degli USA nei Caraibi è appropriarsi del petrolio e delle risorse del Venezuela.”
Por parte sua, il cancelliere Bruno Rodríguez ha espresso sulla stessa piattaforma: “Denunciamo il dispiegamento di forze militari statunitensi nel mar dei Caraibi, che rappresentano una minaccia reale per la pace, la stabilità e la sicurezza regionali. Si cerca di creare le condizioni per giustificare un'azione militare contro il Venezuela”.
Cuba ha invitato a separare "la menzogna dalla realtà" e ha esortato i governi e gli organismi internazionali ad agire per evitare una guerra che, secondo quanto afferma, potrebbe avere conseguenze devastanti per l'America Latina e i Caraibi.
Negli ultimi settimane, il regime cubano ha intensificato il suo discorso di allerta di fronte a una possibile intervento militare degli Stati Uniti in Venezuela, una narrazione che ha guadagnato forza dopo l'aumento della presenza di navi statunitensi nel mar dei Caraibi, qualificata come “grave pericolo per la pace regionale”.
La preoccupazione è stata ribadita da Miguel Díaz-Canel, che ha accusato direttamente Washington di mobilitare truppe nei Caraibi con fini di aggressione contro il governo di Nicolás Maduro.
Il clima di tensione è aumentato dopo l'annuncio di Caracas riguardo al dispiegamento di migliaia di militari in zone strategiche del paese, inclusi un arcipelago fondamentale per il controllo marittimo.
Questa misura è stata presentata come una risposta difensiva ai presunti piani di intervento straniero che, secondo i portavoce cubani, mirano a "impadronirsi del petrolio e delle risorse naturali del Venezuela".
In mezzo a questa escalation retorica, l'ex presidente Donald Trump ha affermato che gli Stati Uniti hanno affondato tre imbarcazioni che operavano vicino alle acque venezuelane, alimentando così le denunce di provocazioni militari.
La opposizione venezuelana ha reagito, come dimostra la dichiarazione di María Corina Machado, che ha affermato che il Venezuela “è a un passo dalla libertà”, in riferimento a un possibile crollo del chavismo.
Domande frequenti sulla tensione tra gli Stati Uniti, il Venezuela e il regime cubano
Perché il regime cubano chiede supporto internazionale contro una possibile guerra tra Stati Uniti e Venezuela?
Il regime cubano ha richiesto supporto internazionale per evitare un conflitto armato tra gli Stati Uniti e il Venezuela, denunciando una presunta "aggressione militare diretta" di Washington contro Caracas. Secondo il governo cubano, l'obiettivo degli Stati Uniti è appropriarsi del petrolio e delle risorse naturali del Venezuela, un alleato chiave di Cuba. Il regime cubano ritiene che le azioni degli Stati Uniti violino norme internazionali e rappresentino una minaccia per la pace regionale.
Quale ruolo gioca Marco Rubio nell'escalation delle tensioni tra gli Stati Uniti e il Venezuela?
Marco Rubio, Segretario di Stato degli Stati Uniti, è stato indicato dal regime cubano come uno dei principali responsabili della promozione di una politica di confronto militare nei Caraibi. Il regime accusa Rubio di tentare di imporre gli interessi statunitensi con la forza nella regione. L'Avana sostiene che queste azioni fanno parte di una strategia per giustificare un intervento militare in Venezuela.
Come ha risposto il Venezuela alla presenza militare degli Stati Uniti nei Caraibi?
Il governo di Nicolás Maduro ha ordinato manovre militari e ha mobilitato miliziani per difendere il territorio venezuelano. Il Venezuela considera la presenza militare degli Stati Uniti come una manovra interventista e una minaccia per la sua sovranità. Inoltre, ha denunciato azioni come l'intercettazione di un peschereccio venezuelano da parte delle forze statunitensi come provocazioni illegali.
Qual è la posizione di Cuba riguardo alle operazioni militari degli Stati Uniti nei Caraibi?
Cuba ha condannato con fermezza le operazioni militari degli Stati Uniti nei Caraibi, definendole provocazioni e minacce alla pace. L'Avana sostiene che queste azioni rispondano a interessi politici degli Stati Uniti e non alla lotta contro il narcotraffico, come affermato da Washington. Il regime cubano insiste sul fatto che l'America Latina e i Caraibi devono essere rispettati come una zona di pace.
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