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La rinomata giornalista statunitense Jennifer Griffin, corrispondente per la sicurezza nazionale di Fox News e una delle analiste più influenti in tema militare al Pentagono, ha suscitato allerta questo venerdì con un commento sui social riguardo al dispiegamento di aerei e navi da guerra nei Caraibi.
Griffin ha confermato che il Dipartimento della Difesa ha inviato 10 aerei da caccia stealth F-35 a Porto Rico per operazioni “antinarcotici” nell'ambito dell'operazione contro il Cartello dei Sole, collegato al regime di Nicolás Maduro. Tuttavia, ha avvertito che il tipo di armamento utilizzato suggerisce una missione molto più aggressiva rispetto al semplice contrasto delle organizzazioni criminali.
"Perché sarebbero necessari i cacciabombardieri F-35 per una missione antinarcotici? Questi aerei sono solitamente utilizzati in grandi operazioni di bombardamento, come gli attacchi alle installazioni nucleari dell'Iran. Sono caccia supersonici di quinta generazione, noti per la loro letalità. Mi sembra che l'esercito statunitense stia andando in guerra", ha scritto Griffin su X.
La giornalista ha anche ricordato che la presenza di otto cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti nelle acque dei Caraibi, di fronte al Venezuela, è senza precedenti, il che aumenta la percezione che Washington potrebbe stare preparando uno scenario bellico più ampio.
Un clima di crescente tensione
Il dispiegamento avviene nel contesto dell'operazione ordinata da Donald Trump per combattere le organizzazioni che la Casa Bianca ha classificato come “narcoterroriste”. Il Cártel de los Soles, presumibilmente guidato da Maduro e da altri alti funzionari chavisti, è stato incluso in quella lista, e gli Stati Uniti offrono 50 milioni di dollari di ricompensa per la sua cattura.
Oltre ai cacciatorpediniere, sottomarini nucleari e squadroni anfibi già schierati nella regione, l'arrivo degli F-35 introduce una dimensione diversa, dato che questi aerei sono stati progettati per operazioni ad alta intensità e non sono solitamente destinati a missioni di interdizione della droga.
Le dichiarazioni di Griffin, una giornalista con accesso diretto a fonti militari a Washington, rafforzano la percezione che l'amministrazione Trump sia disposta a intensificare la propria pressione contro Maduro, con un dispiegamento militare che, per molti, trascende già la narrativa antidroga.
Dalla “guerra” simbolica al rischio reale
L'avvertimento di Griffin arriva parallelamente a una serie di recenti decisioni della Casa Bianca che hanno rafforzato il tono di confronto con Caracas.
El stesso Trump ha firmato un'ordinanza esecutiva affinché il Pentagono riprenda in modo simbolico il suo antico nome di Dipartimento della Guerra, utilizzato ufficialmente fino al 1947.
Sebbene il cambiamento non possa essere definitivo senza l'approvazione del Congresso, il gesto è stato interpretato come un messaggio di "forza militare" e un modo per preparare psicologicamente il paese a uno scenario di maggiore confronto.
Ese stesso giorno, Trump ha autorizzato le forze militari a abbattere aerei venezuelani se molestano le navi statunitensi schierate nelle acque internazionali dei Caraibi.
L'istruzione è stata data dopo un incidente con due caccia F-16 della Fuerza Armada Nacional Bolivariana che hanno sorvolato a bassa quota il cacciatorpediniere USS Jason Dunham. Il Pentagono ha qualificato la manovra come "altamente provocatoria".
In risposta, Maduro ha annunciato che Venezuela passerebbe a una fase di “lotta armata pianificata” in caso di aggressione, e ha insistito sulla mobilitazione di milioni di miliziani per la difesa del paese.
Un palcoscenico aperto
Con aerei stealth di ultima generazione a Porto Rico, distruttori al largo delle coste venezuelane e un linguaggio sempre più bellicoso da parte di Washington e Caracas, la tensione sale a un punto di difficile ritorno.
La domanda posta da Griffin —se gli Stati Uniti si stanno preparando per la guerra contro Maduro— sintetizza l'inquietudine di esperti e analisti: si tratta ancora di un'operazione antidroga o il Caraibi è sull'orlo di un conflitto militare di portata regionale?
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