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La piattaforma Enlavozdeellas, composta da donne a Camagüey che cercano di “parlare senza paura” della realtà cubana, ha pubblicato la testimonianza di Yuneisy Leyva González, la quale ha raccontato come l'attuale crisi la costringa a rivivere la propria infanzia attraverso suo figlio.
“Nacqui a Cuba nel 1992, durante il periodo speciale. La mia infanzia è stata segnata da interruzioni di corrente interminabili, scarsità e sacrifici. Ricordo di aver fatto i compiti in cucina, sotto la luce di una lampada a olio, perché non c'era elettricità,” ha raccontato su Facebook.
Decenni dopo, da madre, la storia si ripete: suo figlio studia sotto una lampada ricaricabile in mezzo a nuovi blackout, con gli stessi problemi che lei ha affrontato da bambina.
“Mi sono reso conto che lo caricavo con le stesse preoccupazioni che abbiamo noi adulti: blackout, file, frustrazioni, scarsità, ansia”, ha riconosciuto.
Sebbene il bambino mantenga l'illusione di imparare e ammiri la sua maestra, Leyva sottolinea che non tutte le educatrici possono mantenere quel livello di impegno.
“Molti insegnano stanchi, senza risorse né motivazione. E non li biasimo: la scuola è in rovina. I bambini studiano durante i blackout, in aule calde, senza materiali,” si è lamentato.
La testimonianza denuncia un sistema in cui i genitori devono raccogliere denaro per ventilatori che quasi mai funzionano per mancanza di elettricità, dove il cibo scolastico non nutre e le attività dipendono dal reddito familiare.
“Educare a Cuba è galleggiare nella crisi. È voler che un figlio impari, mentre una a malapena riesce ad affrontare la giornata”, scrisse.
Ma lascia anche un messaggio di speranza. “I figli meritano più che sopravvivere. Meritano di ridere, giocare, sbagliare, essere bambini. A volte, nell'ossessione di resistere, ci dimentichiamo di vivere. Insegnare è anche questo: accompagnare con amore”, ha concluso.
La situazione dell'istruzione a Cuba attraversa un momento critico, aggravato dai blackout, dalla mancanza di risorse e dalla scarsità di personale docente.
Nella vigilia del nuovo anno scolastico, il Ministero dell'Istruzione ha riconosciuto che il paese riavvierà le sue aule in mezzo a interruzioni di corrente e serie limitazioni produttive, influenzando l'operatività delle scuole.
In province come Camagüey, la situazione è ancora più delicata: mancano circa 2.000 insegnanti per soddisfare le esigenze del sistema educativo, il che compromette la qualità dell'apprendimento sin dall'inizio del periodo scolastico.
Nel frattempo, a Matanzas, oltre 200 istituzioni hanno aperto con un deficit di insegnanti, situazione che si ripete anche a Sancti Spíritus, dove circa 2.000 posizioni restano scoperte, nonostante gli sforzi per incorporare insegnanti emergenti e riassunti.
Il panorama familiare non è incoraggiante. Molti bambini hanno iniziato l'anno scolastico con quaderni riciclati, uniformi ereditate e zaini rattoppati, mentre le loro famiglie affrontano difficoltà crescenti per garantire il necessario.
Questa realtà si aggiunge ai continui blackout che costringono gli studenti a svolgere i compiti in condizioni avverse.
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