In mezzo a una delle peggiori crisi elettriche che attraversa il paese, il direttore dei Servizi Commerciali dell'Impresa Elettrica nell'Isola della Gioventù, Yosvany Hernández, ha chiesto questo venerdì alla popolazione di continuare a risparmiare energia, nonostante i prolungati blackout che colpiscono gran parte del territorio nazionale.
“Continuiamo a chiedere alla popolazione di continuare a risparmiare e di contribuire a ridurre il picco di domanda”, ha esortato Hernández durante un breve discorso pubblicato sul canale YouTube del telecentro locale Islavisión.
Secondo il funzionario, la massima domanda elettrica ha raggiunto giovedì i 24,42 megawatt (MW) e grazie all'inserimento dell'unità Fe due e al funzionamento dell'unità MAN cinque - anche se disponibili solo 2 MW - si è riusciti a coprire la domanda senza influenzare i circuiti, ha spiegato
Tuttavia, il funzionario ha indicato che i lavori di manutenzione continuano nelle unità Fe uno e MAN cinque.
La reazione dei cittadini non si è fatta attendere. Nei social network, decine di cubani hanno definito la richiesta “vergognosa” e “offensiva”, considerando che in molte zone del paese ci sono interruzioni elettriche fino a 24 ore e che la corrente, quando arriva, dura appena qualche ora. “Quale risparmio?”, ha scritto un utente, “se non c’è mai corrente”.
Altri commenti hanno denunciato la mancanza di coerenza tra ciò che si chiede al popolo e ciò che è consentito nelle zone turistiche o nei luoghi di svago. “Quante famiglie senza elettricità e si vede il malecón a L'Avana pieno di luci e concerti”, ha criticato uno dei commentatori, riflettendo una percezione diffusa sulla doppia morale del governo riguardo all'uso delle risorse.
Le critiche hanno anche messo in evidenza l'inefficienza del sistema energetico cubano e il mancato sfruttamento delle installazioni di energia solare. Cittadini come Orestes Rodríguez hanno ricordato che esistono centinaia di migliaia di pannelli solari distribuiti nel paese che non vengono utilizzati adeguatamente, il che potrebbe alleviare la crisi se venissero gestiti con serietà.
Oltre al malessere, molti hanno espresso un profondo senso di esaurimento. “Quello che ci chiedono non è risparmio, è rassegnazione”, ha scritto Edith Tamayo, facendo riferimento alla precarietà che si vive senza elettricità: senza riposo, senza produzione, senza cibi in buono stato.
Durante anni, i cubani hanno ripetuto quasi come un mantra che "nell'Isola della Gioventù non manca mai la corrente". E non era solo una credenza popolare, lo scorso marzo, i mezzi ufficiali hanno riconosciuto che quel territorio disponeva di una propria generazione elettrica, con una capacità sufficiente per evitare blackout, anche durante interruzioni massicce che colpivano tutta l'isola grande.
Ma la realtà ha smontato il mito e il territorio insulare ha iniziato a subire i blackout programmati, proprio come avviene durante il giorno e l'alba nel resto del paese.
Molti sottolineano che l'inizio dei blackout programmati è cominciato dopo la visita del governante Miguel Díaz-Canel, il quale si è recato nel municipio speciale in compagnia del comandante Ramiro Valdés -a capo della strategia di "recupero" del Sistema Elettrico Nazionale- per assistere all'evento centrale per il 70° anniversario della scarcerazione del dittatore Fidel Castro dal noto Presidio Modelo.
La crisi ha scatenato un inedito movimento di malcontento cittadino che va oltre semplici richieste per i blackout. Utenti dei social media hanno recentemente diffuso messaggi che chiedono l'indipendenza di questo territorio cubano, esigendo una repubblica propria, libera dal controllo del governo centrale all'Avana.
In mezzo al crescente malcontento, l'Empresa Eléctrica dell'Isola della Gioventù ha invitato la popolazione a mantenere la fiducia nei suoi lavoratori.
Come nota curiosa, a giugno il direttore dell'unità di dispatch della Unión Eléctrica nell'Isola della Gioventù, Ignacio Moya, si è scusato per aver usato la parola "apagón" in TV, dimostrazione delle deformazioni del linguaggio della dirigenza e dei funzionari cubani per evitare di nominare la realtà con il suo nome.
“Gli apagoni continuano, cioè, l'impatto sul cliente, scusate…”, ha detto Moya. Mentre forniva il rapporto quotidiano sulla situazione elettroenergetica nel territorio, al funzionario è sfuggita la parola proibita, quella che nomina la realtà che il popolo cubano vive quotidianamente: apagoni.
Domande frequenti sulla crisi elettrica nell'Isola della Gioventù e a Cuba
Perché il governo cubano chiede alla popolazione di risparmiare energia?
Il governo cubano chiede alla popolazione di risparmiare energia per ridurre la domanda massima, specialmente in mezzo a una crisi elettrica che ha provocato blackout prolungati in tutto il paese, inclusa l'Isola della Gioventù. Nonostante alcune unità generatrici siano operative, il deficit energetico è significativo a causa di guasti e mancanza di carburante.
Qual è la situazione attuale del sistema elettrico nell'Isola della Gioventù?
La Isla della Gioventù sta affrontando una grave crisi elettrica con una generazione di soli 18 megawatt (MW), ben al di sotto della sua capacità installata. Ciò ha portato a blackout prolungati, specialmente durante le notti, e ha scatenato un malcontento diffuso tra i suoi abitanti.
Quali reazioni ha suscitato la richiesta di risparmio energetico tra i cubani?
La richiesta del governo di risparmiare energia è stata accolta con indignazione da molti cubani, i quali considerano la richiesta “vergognosa” e “offensiva”, dato che già soffrono di prolungati blackout e interruzioni elettriche di fino a 24 ore. La popolazione denuncia la mancanza di coerenza e l'inefficienza del sistema energetico.
Quali alternative energetiche si stanno considerando a Cuba per affrontare la crisi elettrica?
Il governo cubano ha puntato sull'energia solare come alternativa tuttavia, i parchi solari esistenti non hanno risolto la crisi a causa della loro capacità insufficiente rispetto all'elevata domanda energetica del paese. La mancanza di combustibile e il deterioramento delle centrali termiche rimangono i principali ostacoli.
C'è un movimento di indipendenza nell'Isola della Gioventù a causa della crisi energetica?
Sí, la crisi elettrica ha scatenato un inedito movimento di malcontento tra i cittadini nell'Isola della Gioventù, alcuni residenti hanno espresso desideri di indipendenza come modo per sfuggire al controllo governativo e cercare soluzioni proprie al collasso energetico che stanno affrontando.
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