Almeno cinque medici cubani avrebbero abbandonato la missione del regime in Italia

Le denunce per ritenzione salariale, limitazioni contrattuali e controllo ideologico alimentano la controversia politica in Italia, mentre alcuni professionisti optano per il settore privato o ricominciano le loro vite lontano dal controllo statale cubano.

Medici cubani (Foto di riferimento)Foto © CubaMinrex

Almeno cinque medici cubani hanno recentemente abbandonato la missione ufficiale del regime nella regione italiana della Calabria, in un'ondata di fughe che riaccende le preoccupazioni sulle condizioni lavorative imposte da La Habana ai suoi professionisti della salute all'estero.

Uno dei casi più visibili è avvenuto a Vibo Valentia, dove un chirurgo ortopedico ha lasciato l'ospedale pubblico Jazzolino per una clinica privata, Villa dei Gerani, in cerca di migliori condizioni lavorative. La clinica ha confermato che il medico è stato assunto con tutti i documenti in regola, supportato da una normativa italiana che consente di esercitare senza omologazione del titolo fino al 2027.

Tuttavia, questo caso non è isolato. Secondo i media italiani come Il Vibonese e LaC News24, altri medici hanno lasciato i loro posti negli ospedali pubblici di Corigliano Rossano, Paola e Cetraro, e alcuni non sono neppure tornati dopo essere stati in vacanza.

Altri, secondo i rapporti, sono emigrati in Francia o Spagna, mentre uno ha sposato una collega calabrese, una decisione che potrebbe impedirgli di tornare a Cuba per sempre.

Más oltre l'esodo silenzioso, la controversia si concentra sulle condizioni in cui questi medici prestano servizio in Italia. Sebbene l'accordo firmato tra la regione Calabria e la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos (CSMC) preveda uno stipendio di 4.700 euro al mese, i medici ricevono solo circa 1.200 euro. Il resto, circa 3.500 euro, viene trattenuto dal regime cubano.

Una ricerca di CubaNet ha rivelato che, dopo deduzioni e controllo statale, i professionisti accedono a malapena al 22 % dello stipendio lordo base, e tra il 60 % e il 71 % delle ore straordinarie è anch'esso confiscato dalla CSMC.

A ciò si aggiungono clausole contrattuali che limitano la libertà di associazione, la riservatezza e persino la possibilità di sposarsi o viaggiare liberamente, il tutto mentre devono affrontare la sorveglianza sui loro social media e nella vita privata.

La diserzione ha scatenato una tempesta politica. Ernesto Alecci, consigliere regionale per il Partito Democratico, ha presentato un'interpellanza al presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, richiedendo trasparenza su quanti medici continuano a essere attivi, quanti hanno abbandonato la missione e se si prevede di rivedere le condizioni contrattuali che disciplinano l'accordo bilaterale.

El ex presidente del Consiglio Regionale, Domenico Tallini, è andato oltre: ha richiesto la cancellazione del contratto con Cuba e ha proposto di destinare i oltre 150 milioni di euro assegnati al programma fino al 2027 all'assunzione di giovani medici calabresi. “Forse i medici cubani hanno deciso di andare via perché non sopportavano di pagare 2.500 euro al mese a L'Avana?”, ha ironizzato, sottolineando il carattere ingiusto e oppressivo dello schema.

Accesso non autorizzato e controllo ideologico

Tallini ha anche denunciato che l'associazione italo-cubana Sierra Maestra, vicina al regime dell'isola, ha divulgato dati riservati sulle performance dei medici in Calabria senza l'autorizzazione del Dipartimento Regionale della Salute.

Nel suo rapporto si parlava di oltre 104.000 consulti e più di 7.000 interventi chirurgici, ma si utilizzava il termine ambiguo "hanno partecipato", il che solleva dubbi su se le procedure siano state effettuate direttamente dai cubani o se abbiano assistito solo come aiutanti.

“La differenza tra partecipare e realizzare è fondamentale. Se hanno solo assistito, allora l'esperimento cubano non è altro che uno stage costoso”, sentenziò Tallini.

Per molti, la missione medica ha rappresentato un'opportunità per sfuggire al controllo statale. Quello che è iniziato come un contratto internazionale, ha finito per aprire le porte dell'Europa a professionisti formati sotto un regime che li controlla e confiscano gran parte del loro stipendio. Le strade della Calabria, prima un rifugio professionale, sono diventate anche il palcoscenico della loro liberazione.

Nella storia di questi cinque medici, e di quelli che potrebbero seguire le loro tracce, si intrecciano la vocazione, il desiderio di libertà e il rifiuto di un sistema che trasforma i suoi professionisti più qualificati in strumenti diplomatici al servizio dello Stato.

Domande frequenti sulla diserzione dei medici cubani in Italia

Perché i medici cubani stanno disertando dalla missione in Italia?

I medici cubani stanno disertando in cerca di condizioni lavorative migliori e maggiore libertà personale. Le condizioni imposte dal regime cubano includono la trattenuta della maggior parte dei loro salari e restrizioni alla loro libertà, il che ha portato molti ad abbandonare i loro posti di lavoro in cerca di migliori opportunità in Italia e in altri paesi europei.

Quale stipendio ricevono realmente i medici cubani in Italia?

Anche se l'accordo prevede uno stipendio di 4.700 euro mensili, i medici cubani ricevono solo circa 1.200 euro, poiché il regime cubano trattiene il resto del denaro. Questa trattenuta è giustificata da deduzioni fiscali che non hanno fondamento legale, il che ha suscitato critiche riguardo allo sfruttamento lavorativo di questi professionisti.

È legale che il regime cubano trattenga parte dello stipendio dei medici in missioni internazionali?

Legalmente, i contratti in Italia vengono firmati direttamente con il sistema sanitario regionale e gli stipendi vengono depositati interamente sui conti dei medici. Tuttavia, nella pratica, il regime cubano impone un sistema di doppia assunzione che costringe a trasferire gran parte dei loro guadagni alla Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos (CSMC), il che non ha alcun supporto legale secondo le norme europee e internazionali sui diritti del lavoro.

Quali misure si stanno prendendo in Italia di fronte alla diserzione dei medici cubani?

La desercione dei medici cubani ha provocato una tempesta politica in Italia, con richieste di trasparenza riguardo all'accordo con Cuba. Parlamentari e organizzazioni per i diritti umani chiedono una revisione delle condizioni contrattuali e un audit delle risorse pubbliche destinate a questi contratti, considerando le condizioni di sfruttamento lavorativo denunciate.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.