Italia smentisce che i medici cubani debbano consegnare il loro salario all'azienda statale di La Habana

La nazione europea nega che i medici cubani siano obbligati a consegnare il loro stipendio all'azienda statale CSMC, ma un'indagine rivela controllo, trattenute illegali e sorveglianza sul territorio europeo.

Medici cubani in ItaliaFoto © Prensa Latina

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Il Dipartimento della Salute e del Benessere della regione italiana della Calabria ha ufficialmente negato che i medici cubani che prestano servizio lì siano legalmente obbligati a trasferire parte dei loro stipendi a la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos S.A. (CSMC), l'azienda statale del regime che funge da intermediaria tra L'Avana e i paesi riceventi personale sanitario.

In una risposta istituzionale datata 4 luglio, firmata dai dottori Teresa Celestino e Francesco Lucia, le autorità calabresi hanno assicurato a CubaNet che i medici assunti dall'isola firmano contratti individuali direttamente con il sistema sanitario regionale e che gli stipendi vengono depositati integralmente e direttamente su conti bancari italiani a nome dei professionisti stessi, come richiesto dalla legislazione lavorativa del paese europeo.

La dichiarazione, emessa in risposta a una richiesta di informazioni da parte del mezzo CubaNet, smonta così il presunto potere legale che la CSMC afferma di avere per esigere che i professionisti cubani consegnino la maggior parte del loro stipendio.

Lascia inoltre senza fondamento giuridico la minaccia frequente dei capi missione, che assicurano ai medici che non possono lavorare in Italia senza il consenso dell'impresa statale cubana.

Questa collaborazione è stata ampiamente criticata poiché i professionisti cubani prestano servizio nella nazione europea, proprio mentre l'isola sta attraversando una grave crisi sanitaria.

Un sistema di doppio contratto e deduzioni arbitrarie

Tuttavia, un investigazione giornalistica condotta da CubaNet basata su testimonianze, documenti interni e analisi legali, rivela che nella pratica L'Avana ha imposto un sistema di doppia assunzione per mantenere il controllo sui medici e appropriarsi di gran parte dei loro guadagni.

Mentre l'Italia firma contratti con i professionisti come lavoratori autonomi a tempo determinato, la CSMC esige che sottoscrivano anche un secondo contratto, interno, che stabilisce importi di pagamento inferiori e condizioni restrittive.

Secondo i dati raccolti che evidenziano il regime schiavista a cui sono sottoposti i professionisti cubani, i medici in Calabria ricevono tra il 22% e il 46% dello stipendio pagato dall'Italia.

Il resto deve essere rinviato alla CSMC tramite trasferimenti bancari obbligatori, giustificati con deduzioni fiscali presuntamente richieste dal fisco italiano, ma che in realtà non hanno alcun sostegno legale.

Solo nel caso delle ore straordinarie, il regime trattiene fino al 71,5% del pagamento aggiuntivo, secondo le buste paga verificate da CubaNet.

L'appropriazione salariale influisce anche sul "mese 13", un bonus annuale che viene pagato a dicembre e del quale, in alcuni casi, i medici ricevono solo il 19%, ben al di sotto del 50% promesso dall'azienda cubana.

Restrizioni, sorveglianza e controllo extraterritoriale

A dispetto di lavorare in territorio europeo, i medici cubani continuano a essere sottoposti a severe restrizioni. Non possono affiliarsi ai sindacati italiani né partecipare ad attività politiche o civili che non siano approvate dalla missione cubana.

I loro movimenti sono controllati: necessitano di autorizzazione per uscire dalla provincia, anche per questioni personali.

Le relazioni sentimentali con nazionali o residenti devono essere comunicate, e tutti i professionisti devono firmare un "impegno di riservatezza" che proibisce loro di divulgare le condizioni reali di lavoro, anche fino a due anni dopo la conclusione del contratto.

I testimonianze raccolti nella ricerca rivelano il clima di paura che impera tra i professionisti.

La possibilità di essere denunciati dai propri colleghi o di essere rimandati a Cuba con sanzioni e regolamenti migratori è una minaccia costante.

Alcuni medici riportano di aver addirittura evitato di fare straordinari perché la frazione che ricevono non compensa lo sforzo, il che danneggia ulteriormente l'attenzione medica già debilitata nella regione.

L'Italia ammette pagamenti diretti, ma non supervisiona la destinazione finale

Sebbene le autorità della Calabria affermino di rispettare la legge pagando direttamente i medici, riconoscono di non controllare cosa accade con quei fondi una volta depositati.

Questa omissione facilita il proseguimento di un sistema che, secondo esperti consultati, viola la legislazione italiana, europea e internazionale sui diritti del lavoro e dei diritti umani.

Organizzazioni come Cubalex hanno avvertito che l'applicazione extraterritoriale di norme cubane per imporre trattenute salariali non ha legittimità legale e viola convenzioni internazionali dell'OIL e la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.

Dal loro arrivo in Calabria nel dicembre 2022, l'Italia ha destinato non meno di 27,5 milioni di euro in salari per i medici cubani, dei quali solo 6,2 milioni (22,6%) sono arrivati nelle mani dei professionisti.

Il resto è stato assorbito dalla CSMC, la cui operazione in Italia è guidata da Luis Enrique Pérez Ulloa, capo della missione medica.

La risposta della Calabria arriva in un contesto di crescenti interrogativi sul modello di assunzione cubano. Parlamentari italiani, organizzazioni per i diritti umani e sindacati hanno chiesto trasparenza sugli accordi firmati con La Habana.

La deputata Anna Laura Orrico ha definito la situazione come "sfruttamento" e ha richiesto formalmente al presidente regionale, Roberto Occhiuto, di garantire condizioni di lavoro giuste per i medici cubani.

L'ex presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Domenico Tallini, ha chiesto anche un'audit finanziario per determinare la destinazione dei fondi pubblici destinati a questi contratti.

Domande frequenti sui medici cubani in Italia e sul sistema delle missioni mediche

I medici cubani in Italia sono obbligati a versare parte del loro salario al governo cubano?

A dispetto del fatto che ilDipartimento della Salute della Calabria affermi che i medici cubani ricevono i loro stipendi direttamente su conti italiani, le testimonianze e i documenti analizzati indicano che i medici cubani sono soggetti a un sistema di doppio contratto che li costringe a trasferire una grande parte delle loro entrate al governo cubano.

Quale percentuale dello stipendio ricevono realmente i medici cubani nelle missioni internazionali?

I medici cubani nelle missioni internazionali ricevono di solito tra il 22% e il 46% dello stipendio pagato dal paese ricevente, mentre il resto viene trattenuto dal regime cubano. In alcuni casi, come per le ore straordinarie, la trattenuta può arrivare fino al 71,5%.

Quali restrizioni affrontano i medici cubani nelle missioni internazionali?

I medici cubani affrontano severe restrizioni, come il divieto di affiliarsi a sindacati locali, la necessità di un'autorizzazione per lasciare la provincia e l'obbligo di notificare le relazioni sentimentali. Inoltre, devono firmare impegni di riservatezza che impediscono loro di divulgare le condizioni del loro lavoro.

Perché le missioni mediche cubane sono criticate da organizzazioni internazionali?

Le missioni medicali cubane sono state qualificate come forme di "schiavitù moderna" e "lavoro forzato" a causa delle condizioni lavorative abusive, come la trattenuta dei salari, la sorveglianza estrema e le restrizioni alla mobilità, che violano i diritti umani e del lavoro internazionali.

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