L'allarmismo del PCC di fronte ai bombardamenti in Iran cerca di riaccendere la retorica antiamericana

Il PCC di Cuba ha criticato i bombardamenti degli Stati Uniti in Iran, usando la sua consueta retorica antiamericana. L'alleanza Cuba-Iran si basa su visioni autoritarie comuni.

Miguel Díaz-Canel e il defunto Ayatollah Seyyed Ebrahim RaisiFoto © presidencia.gob.cu

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Il Partito Comunista di Cuba (PCC) ha emesso sabato un comunicato carico di drammaticità in cui ha avvertito di una presunta minaccia di “conflagrazione nucleare” dopo i recenti bombardamenti degli Stati Uniti contro installazioni nucleari iraniane.

In un tono allarmista e con la retorica abituale contro Washington, il PCC ha ribadito il suo sostegno al regime dell'Iran, definendolo uno “Stato sovrano” con diritto all'autodeterminazione, ignorando le ripetute denunce internazionali sulle violazioni dei diritti umani in quel paese e il suo storico di tensioni nucleari.

Captura de pantalla X / @PartidoPCC

La nota, pubblicata in media ufficialisti, ha condannato quelli che ha giudicato “atti criminali” da parte del governo statunitense contro le installazioni di Fordow, Natanz e Isfahán, qualificandoli come “bombardamenti brutali” che suppostamente mettono in pericolo la pace mondiale.

Il messaggio del PCC non ha menzionato i precedenti del conflitto né le ragioni addotte da Washington, che ha precedentemente sottolineato il pericolo rappresentato dal programma nucleare iraniano al di fuori dei parametri stabiliti dagli organismi internazionali.

Il richiamo a una “unione di forze progressiste” per “salvare l’umanità” ha cercato di rafforzare la narrazione del regime cubano di presentarsi come difensore della pace globale, nonostante il suo sostegno sistematico a governi autoritari, come quello di Teheran, che è stato segnalato per la sua repressione interna e per il suo coinvolgimento in conflitti regionali.

In linea con la sua strategia propagandistica, il partito di governo a Cuba ha sfruttato il conflitto in Medio Oriente per deviare l'attenzione dalla crisi interna che attraversa il paese, segnata dal collasso economico, dalla scarsità e dall'esodo massivo.

Questo tipo di dichiarazioni, anziché contribuire alla distensione internazionale, mirano a mantenere viva una narrativa antiimperialista e a raggruppare settori affini, mentre la realtà nazionale diventa sempre più insostenibile.

Cuba e Iran: un'alleanza autoritaria con il sostegno di Mosca

La relazione tra Cuba e Iran trascende il diplomatico o il congiunturale: è un'alleanza ideologica tra due regimi che condividono una visione del mondo autoritaria, antiliberale e profondamente antioccidentale, in cui il PCC agisce come asse ideologico del potere sull'isola.

Entrambi i governi promuovono una retorica di “resistenza” di fronte all'ordine liberale globale, rappresentato dagli Stati Uniti e dall'Europa, e si allineano simbolicamente come vittime di sanzioni internazionali.

Questo è evidente nella condanna del PCC ai bombardamenti degli Stati Uniti sulle installazioni nucleari iraniane, in cui il partito cubano ha invocato la “piena solidarietà” con Teheran e ha esortato le forze di sinistra a unirsi per evitare una “conflagrazione nucleare”.

Questa affinità ideologica si esprime anche nel controllo mediatico e nella narrazione ufficiale, dove i media cubani amplificano la propaganda iraniana e minimizzano o ignorano gli abusi del regime degli ayatollah.

Un'analisi di CiberCuba ha rivelato come la stampa statale cubana diffonda informazioni parziali sul conflitto Iran-Israele, glorificando la capacità offensiva iraniana e riproducendo titoli come “L'Iran lancia missili indetectabili” mentre silenzia i successi tattici di Israele.

Un altro esempio rivelatore è l'accordo di cybersicurezza firmato da Cuba, Iran, Russia e altri regimi autoritari, che sotto la bandiera della "sovranità digitale" promuove meccanismi di sorveglianza, censura e repressione online.

Questa convergenza nel controllo digitale, nella propaganda e nella repressione riflette una visione comune: lo Stato sopra l'individuo, il silenzio sulla dissidenza interna e la legittimazione delle alleanze strategiche con potenze come la Russia, che sostiene tecnicamente, militarmente e diplomaticamente entrambi i regimi.

Sia La Habana che Teheran fanno parte di forum internazionali come il Gruppo di Amici della Carta dell'ONU, utilizzati come piattaforme per criticare l'ordine occidentale e difendere il loro modello autoritario.

In definitiva, il PCC e il regime iraniano non solo condividono nemici comuni; condividono una struttura di potere verticale, la persecuzione degli oppositori e una narrativa di “sovranità” che giustifica la repressione interna. L'alleanza non è solo tattica, ma profondamente ideologica.

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Redazione di CiberCuba

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