Trump si distacca dall'Europa e sostiene l'incontro tra Putin e Zelenski in Turchia

Trump sostiene un incontro in Turchia tra Putin e Zelenski, prendendo le distanze dall'Europa. Suggerisce che l'Ucraina accetti di negoziare senza garanzie di cessate il fuoco, il che potrebbe avvantaggiare Putin e cambiare la dinamica del conflitto.

Vladimir Putin e Volodimir ZelenskiFoto © Flickr / CiberCuba - X / @ZelenskyyUa

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è distaccato pubblicamente dai leader europei sostenendo con fermezza un possibile incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina a Istanbul, previsto per giovedì 15 maggio.

Trump ha persino insinuato questo lunedì che potrebbe partecipare personalmente a l'incontro proposto da Vladimir Putin per contrastare l'iniziativa dei leader europei, il che segnerebbe un cambiamento inaspettato nei tentativi internazionali di raggiungere un cessate il fuoco nella guerra.

Captura di schermo Truth Social / @realDonaldTrump

A través della sua rete Truth Social, Trump ha dichiarato che il presidente russo “non vuole un accordo di cessate il fuoco” immediato, ma desidera negoziare la fine del “bagno di sangue” con un incontro in Turchia.

“L'Ucraina dovrebbe accettarlo, immediatamente!”, ha scritto il presidente statunitense, suggerendo che l'incontro permetterebbe a tutte le parti di sapere “dove si trovano” e agire di conseguenza.

Il commento contrasta con la posizione di diversi governi europei che hanno pressione su Mosca affinché accetti un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni come passo preliminare a qualsiasi dialogo.

La Germania, in particolare, ha emesso un ultimatum alla Russia affinché lo accetti entro la mezzanotte del 12 maggio, sotto minaccia di nuove sanzioni. Il Cremlino ha respinto questa richiesta, definendola "inaccettabile".

Nel frattempo, il presidente ucraino ha dimostrato disponibilità a incontrarsi direttamente con Putin, confermando che parteciperà a Istanbul. In un post sui social media X, Zelenski ha sostenuto la possibile partecipazione di Trump al dialogo, definendola "l'idea giusta".

In dichiarazioni alla stampa, riportate da Newsweek, Trump ha insistito sull'importanza dell'incontro in Turchia e ha riconosciuto di considerare la possibilità di recarsi nella regione, sebbene abbia precisato di avere impegni precedenti in Medio Oriente. “Non sottovalutate giovedì in Turchia. Il presidente Erdogan è un grande ospite”, ha affermato.

Putin, da parte sua, ha ribadito di essere disposto a partecipare a "negoziazioni serie" senza condizioni preliminari, anche se si è mostrato scettico riguardo a un cessate il fuoco immediato, sostenendo che l'Ucraina potrebbe usarlo per riarmarsi.

La possibile riunione sarebbe il primo incontro diretto tra i leader russo e ucraino dal 2019. Se si concretizzasse, aprirebbe una nuova fase nei colloqui per porre fine a un conflitto che ha dissanguato l'Europa dell'Est dal 2022.

In mezzo a crescenti tensioni diplomatiche e segnali contrastanti sui termini della pace, la postura di Trump introduce una variabile inaspettata e potrebbe ridefinire il ruolo di Washington nel conflitto ucraino.

Trump equilibra il tavolo e ossigena Putin

La partecipazione di Trump nel processo di pace tra Russia e Ucraina non solo scuote la diplomazia internazionale, ma riaccende vecchie tensioni tra il presidente statunitense e Zelenski.

Dal início della guerra, Trump ha mostrato una posizione ambigua che spesso si è allineata con gli interessi di Mosca. La sua retorica ha oscillato tra l’esaltazione di Putin —che ha definito in più occasioni “intelligente” e “grande stratega”— e un tono chiaramente dispregiativo verso la leadership ucraina, che è arrivato a ritrarre come un “dittatore”.

Il tono ammonitorio della sua recente pubblicazione su Truth Social ricorda episodi precedenti, come quel celebre e teso momento alla Casa Bianca quando farfugliò a Zelenski: “Tu non hai carte”, mettendo in evidenza la sua percezione di debolezza o subordinazione del governo ucraino, che ha sfruttato per imporre un accordo di sfruttamento di terre rare e minerali a Kiev.

Ora, nel sollecitare l'Ucraina ad accettare "immediatamente" un negoziato con Putin senza garanzie preliminari di cessate il fuoco, Trump reimposta la sua visione unilaterale e disprezza la posizione collettiva dell'Europa, che richiede una tregua come condizione per qualsiasi dialogo.

Questo disprezzo nei confronti della diplomazia europea è una costante nel suo discorso: nel suo messaggio, non solo ignora l'ultimatum emesso dalla Germania, ma lo scredita di fatto suggerendo che solo un incontro senza condizioni possa sbloccare il conflitto.

Nel farlo, Trump restituisce protagonismo a Putin, riducendo la pressione internazionale e offrendo una via di fuga diplomatica che potrebbe attenuare le sanzioni occidentali. In altre parole, riequilibra nuovamente il tavolo a favore del Cremlino.

Inoltre, i suoi dubbi sulla capacità dell'Ucraina di raggiungere un accordo costituiscono una forma velata di ridicolizzare la leadership ucraina e di screditare le sue motivazioni in piena guerra.

In questo scenario, la posizione di Trump non solo interferisce con la linea di pressione guidata da Europa e Stati Uniti durante la sua precedente amministrazione, ma ridefinisce anche le dinamiche geopoliche con un messaggio chiaro: solo lui può guidare un'uscita, anche se ciò implica indebolire l'Ucraina o rafforzare Mosca.

La sua eventuale apparizione a Istanbul come attore centrale del dialogo, oltre al suo valore simbolico, rappresenta una concessione strategica a Putin e un gesto di disprezzo verso i suoi alleati tradizionali.

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Redazione di CiberCuba

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