Il primo ministro di San Vicente e le Granadine giustifica lo sfruttamento medico cubano con un argomento cinico

Ralph Gonsalves ha giustificato il sistema di missioni mediche cubane, ignorando le denunce di sfruttamento lavorativo e lamentando le sanzioni degli Stati Uniti contro coloro che assumono medici cubani in queste condizioni abusive.

Ralph Gonsalves e Miguel Díaz-CanelFoto © X / @ComradeRalph

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Il primo ministro di Saint Vincent e le Grenadine, Ralph Gonsalves, ha difeso con una retorica cinica il sistema delle missioni mediche cubane, giustificando che i professionisti della salute dell'isola devono consegnare parte dei loro salari al regime perché hanno ricevuto "istruzione gratuita".

Questa dichiarazione, effettuata in risposta alla decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni ai funzionari di governi di paesi terzi che assumono medici cubani in condizioni di sfruttamento, ha generato un forte dibattito sui diritti lavorativi di questi professionisti.

"Si dice che i professionisti cubani che si trovano qui sotto l'accordo con il governo cubano, hanno dovuto pagare, non so se il 10% o il 15%, quello che è, del loro salario al governo cubano. Ma ciò non significa che siano sfruttati. Hanno un'istruzione gratuita. E se vanno all'estero, guadagnando soldi con quella formazione, non è insensato che mettano qualcosa nel fondo per permettere a più persone di ricevere un'istruzione" ha sottolineato Gonsalves, secondo Cubainformación.

Le brigate mediche di Cuba sono state qualificate da organizzazioni per i diritti umani come un sistema di sfruttamento lavorativo. La frase di Gonsalves ignora le ripetute denunce di organismi internazionali sulle condizioni di semi-schiavitù che affrontano i medici cubani all'estero.

I medici vengono inviati a lavorare in paesi stranieri senza garanzie lavorative complete, sotto la stretta sorveglianza del regime cubano e con l'obbligo di consegnare fino all'85% dei loro salari allo Stato. Inoltre, i loro passaporti vengono trattenuti e affrontano severe rappresaglie se decidono di abbandonare la missione.

Il governo degli Stati Uniti, attraverso il Segretario di Stato, Marco Rubio, ha intensificato le sanzioni contro questa pratica, ampliando la politica di restrizione dei visti per i funzionari dei paesi che assumono personale medico cubano in condizioni abusive.

La decisione mira a porre fine all'“esportazione di manodopera cubana”, che è diventata una delle principali fonti di reddito del regime di La Havana.

Missioni mediche cubane: schiavitù moderna e traffico di esseri umani

Diverse rapporti di organizzazioni come Human Rights Watch e la Relatoría Especial delle Nazioni Unite hanno denunciato le condizioni in cui lavorano i medici cubani all'estero, descrivendole come forme di "schiavitù moderna" e "tratto di esseri umani".

In questi documenti si evidenzia come il regime cubano imponga restrizioni ai professionisti, che includono il divieto di viaggiare con le proprie famiglie, la trattenuta di documenti personali e la sorveglianza dei loro movimenti da parte di agenti di sicurezza.

Inoltre, i medici che tentano di disertare sono considerati "traditori" e affrontano sanzioni che vanno dalla prohibizione di ritornare a Cuba per otto anni fino alla persecuzione dei loro familiari all'interno dell'isola.

In precedenti occasioni, queste denunce hanno spinto paesi come il Brasile e la Bolivia a rivedere i loro accordi con il regime cubano e, in alcuni casi, a cancellare programmi di cooperazione medica.

Sanzioni degli Stati Uniti e risposta di Gonsalves

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha sanzionato diversi funzionari cubani e stranieri coinvolti nell'assunzione di medici cubani sotto questo sistema di sfruttamento.

La recente ampliamento di questa politica si rivolge anche ai familiari prossimi di coloro che partecipano a queste pratiche. Secondo il governo statunitense, queste misure mirano a "contenere le pratiche di lavoro forzato in tutto il mondo".

Nonostante queste sanzioni, Gonsalves ha difeso il programma, assicurando che i medici cubani sono essenziali per il sistema sanitario del suo paese e minimizzando le denunce relative allo sfruttamento lavorativo.

"Se i cubani non sono qui, forse non saremo in grado di gestire il servizio", ha argomentato in riferimento alla presenza di personale medico nell'Unità di Emodialisi a Saint Vincent e nelle Grenadine. Inoltre, ha suggerito che le critiche al sistema cubano sono il risultato di un "malinteso" da parte di alcuni settori negli Stati Uniti.

Tuttavia, le dichiarazioni di Gonsalves sono state viste dagli esperti come un tentativo di giustificare un sistema che priva i medici cubani dei loro diritti fondamentali.

"Non si tratta di cooperazione, ma di sfruttamento", hanno sottolineato gli attivisti, ricordando che i proventi generati dalle missioni mediche rappresentano una delle principali fonti di finanziamento del regime cubano, a scapito della dignità dei suoi professionisti della salute.

La polemica riguardo alle missioni mediche cubane continua a crescere, con un aumento delle denunce e azioni internazionali per fermare questa redditizia forma di traffico di persone, mascherata sotto il discorso della solidarietà.

Critiche alla presenza cubana a San Vicente e nelle Grenadine

La presenza di medici cubani a San Vicente e le Grenadine non è stata priva di polemiche, ma la vicinanza del leader della "continuidad", Miguel Díaz-Canel, con il primo ministro di quel paese ha prevalso nei rapporti tra i due governi.

Nel settembre del 2024, i cittadini di quel paese hanno criticato la qualità del servizio fornito dai medici cubani, denunciando carenze nell'assistenza e problemi di comunicazione a causa della lingua. La mancanza di integrazione dei medici cubani nel sistema sanitario locale e le lamentele sulle loro competenze professionali sono state oggetto di dibattito pubblico.

Tuttavia, a dicembre 2022, la visita del leader cubano a Saint Vincent e le Grenadine ha lasciato una scena imperdibile che ha suscitato derisioni sui social media per la goffaggine con cui si è espresso in inglese, e per la sua partecipazione a un karaoke informale, dove ha cantato "Guantanamera" insieme al suo ministro del Commercio Estero, Rodrigo Malmierca.

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Redazione di CiberCuba

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