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La riapertura del negozio Variedades Siboney, a Villa Clara, ora con una modalità di vendita in dollari, ha suscitato polemiche sui social media.
Gli utenti hanno criticato il fatto che, dopo essere rimasta a lungo senza rifornimenti, all'improvviso riapra le porte con una grande quantità di prodotti, ma destinati alla vendita in dollari.
L'annuncio, pubblicato dalla pagina Tiendas CARIBE Villa Clara su Facebook, ha dettagliato che il negozio offrirà articoli per la cura personale, alimenti, bevande, prodotti per la pulizia, articoli per la casa e elettrodomestici, e accetterà solo pagamenti con carte VISA, MasterCard, MIR e carte prepagate Bandec.
La pubblicazione ha suscitato indignazione tra la popolazione di quel territorio, che denuncia come il regime ora privilegi i cittadini che dispongono di dollari o euro.
Entre le critiche, l'utente Maydelis Menéndez Gómez ha definito la riapertura come "una totale mancanza di rispetto" e ha ricordato che solo pochi giorni fa il negozio era quasi vuoto, ma ora "puf, sono spuntati prodotti per coloro che hanno dollari".
Ha anche ironizzato sulla pratica di restituire il resto in caramelle e ha accennato al discorso ufficiale sulla situazione economica: "Non dimentico che questo è congiunturale!!! E beh, siamo continuità... della miseria".
Altra utente, Maidelys Rojas de la Paz, ha espresso la sua indignazione per la riapertura, sottolineando la contraddizione tra la mancanza di prodotti nei negozi MLC precedenti e la sorprendente abbondanza in questa nuova modalità:
"Sinceramente senza parole, e gli altri negozi che prima erano per MLC non hanno niente, nemmeno l'aria condizionata per i lavoratori, e invece in questi sì ce l'hanno," ha commentato, mettendo in dubbio la distribuzione delle risorse.
Ha anche fatto riferimento al sistema di ricarica delle carte in MLC, criticando che i clienti possono depositare solo un dollaro con un minimo di cinque USD per la ricarica, il che costringe a dipendere dai trasferimenti dall'estero.
"Nada, caballero, stiamo avanzando e questo gli fa male. Su, a prelevare la carta, 5 USD e ti danno solo un dollaro, e da lì in poi a ricaricarla dall'estero", ironizzò, riflettendo il malcontento di molti cubani di fronte alla dipendenza dalle rimesse per accedere ai prodotti di base.
Allo stesso modo, Yahimy Rodríguez Nápoles ha reagito con sarcasmo alla riapertura del negozio in MLC, sottolineando l'approfondimento del processo di dollarizzazione a Cuba: "Aperta la stagione USD! Ma non preoccupatevi, la dollarizzazione è parziale!", ha scritto, alludendo alle promesse del governo che l'uso del dollaro non sarebbe stato generalizzato.
Inoltre, ha ironizzato sulla mancanza di coerenza nelle misure economiche del regime, ricordando che inizialmente si era assicurato che non tutti i negozi in CUC sarebbero passati a MLC, ma la realtà ha dimostrato il contrario.
"È la seconda stagione della serie," ha commentato, confrontando la situazione attuale con la progressiva scomparsa del peso convertibile (CUC) e l'esclusione sempre più crescente di coloro che non hanno accesso alle valute estere.
Il Centro Commerciale Altahabana, appartenente alla catena statale Tiendas Caribe, ha riaperto le sue porte con una nuova modalità di vendita: esclusivamente in dollari.
Questa riapertura si aggiunge alla recente tendenza del governo cubano di espandere i commerci che operano solo in valuta straniera. Nel gennaio del 2025, ha aperto il Supermercato di 3ra e 70, il primo a implementare questa modalità di pagamento, il che ha generato critiche poiché la maggior parte dei cubani riceve il proprio stipendio in pesi e non ha accesso a queste valute.
Recentemente, il Governo cubano ha inaugurato un nuovo mercato in dollari nel centro del paese, seguendo la stessa strategia. Questi esercizi sono ben riforniti, mentre i negozi in pesos cubani affrontano carenze, generando malcontento nella popolazione.
Inoltre, il Ministero del Commercio Interno ha promosso l'apertura di nuovi negozi in dollari, assicurando che cercano di catturare valute per rifornire il paese. Tuttavia, gli economisti avvertono che questo approfondisce le disuguaglianze e limita l'accesso della maggior parte dei cubani ai prodotti essenziali.
Sull'argomento, l'economista Pedro Monreal ha sottolineato che la dollarizzazione parziale a Cuba crea una segmentazione economica che esclude coloro che non hanno accesso alle valute estere, aggravando la crisi e non risolvendo i problemi strutturali dell'economia.
Domande frequenti sull'apertura di negozi in dollari a Cuba
Perché l'apertura di negozi in dollari a Cuba genera critiche?
L'apertura di negozi in dollari a Cuba genera critiche poiché esacerba la disuguaglianza economica, dato che la maggior parte dei cubani riceve il proprio stipendio in pesos e non ha facile accesso alle valute straniere. Ciò limita la loro capacità di acquistare prodotti di prima necessità disponibili solo in questi negozi, creando un mercato parallelo che tiene molti cittadini ai margini.
Quali prodotti vengono venduti nei negozi in valuta dura a Cuba?
Le negozi in dollari a Cuba offrono un'ampia gamma di prodotti, inclusi articoli per l'igiene, alimenti, bevande, prodotti per la pulizia, utensili per la casa ed elettrodomestici. Questi prodotti sono disponibili solo per coloro che possono pagare in dollari, sia in contante che tramite carte bancarie internazionali.
Qual è la modalità di pagamento nei nuovi negozi in dollari?
En i nuovi negozi in dollari a Cuba, il pagamento viene effettuato esclusivamente in dollari statunitensi, sia in contante che tramite carte bancarie internazionali come VISA e MasterCard. Questo esclude l'uso della Moneta Libera Convertibile (MLC), che in precedenza era accettata in alcuni esercizi.
Come influisce la dollarizzazione parziale sull'economia cubana?
La dollarizzazione parziale influisce sull'economia cubana approfondendo le distortioni economiche e aumentando le disuguaglianze. Mentre il governo cerca di raccogliere divise per sostenere l'economia, la maggior parte della popolazione, che riceve il proprio stipendio in pesos cubani, trova sempre più difficile accedere ai beni di prima necessità, il che genera malcontento e critiche al regime.
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