Questo lunedì la Procura della Repubblica del Venezuela ha emesso un ordine di arresto contro l'ex candidato presidenziale Edmundo González, rivale di Nicolás Maduro nelle elezioni dello scorso 28 luglio, catalogate dall'opposizione e da ampi attori internazionali come una frode del chavismo.
La richiesta è stata resa pubblica sui social network e circola dopo che González non si è presentato al suo terzo invito presso il Ministero Pubblico, convocato per venerdì 30 agosto alle 10:00, ora di Caracas.
Tra i reati elencati dalla Procura ci sono l'usurpazione di funzioni, la falsificazione di documento pubblico, l'istigazione alla disobbedienza delle leggi, l'associazione a delinquere e la cospirazione.
L'ex candidato nega tutte quelle accuse contenute nel documento scritto dal procuratore Luis Ernesto Dueñez Reyes.
Sulla questa accusa si è espressa la leader oppositrice María Corina Machado attraverso X: "Hanno perso ogni nozione della realtà. Minacciando il Presidente Eletto riescono solo a coesiionarci di più e aumentare il sostegno dei venezuelani e del mondo a Edmundo González. Serenità, coraggio e fermezza. Avanziamo."
Dopo la pubblicazione dei risultati elettorali sul sito web "Resultados con VZLA", che appartiene alla piattaforma oppositrice Unitaria Democratica (PUD), la Procura le attribuisce gli illeciti per aver pubblicato verbali delle elezioni che mostrano che erano vincitori quando il Consiglio Nazionale Elettorale ha proclamato vincitore Nicolás Maduro.
All'inizio di agosto, un documento firmato dal procuratore generale Tarek William Saab avviava un'inchiesta penale contro María Corina Machado e Edmundo González Urrutia, leader di spicco dell'opposizione, accusandoli di "istigazione all'insurrezione".
Dal 28 luglio, l'opposizione ha denunciato il furto elettorale e ha accusato il governo di reprimere brutalmente le proteste che sono emerse dopo la proclamazione di Maduro.
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