Daniel Ortega chiama "arrastrados" Petro e Lula, e la Colombia risponde: "Almeno non trascino i diritti umani del popolo".

Gli insulti sorgono nel contesto della crisi venezuelana.

Gustavo Petro y Luis Inácio Lula Da Silva/Daniel Ortega © X/Captura
Gustavo Petro e Luis Inácio Lula Da Silva/Daniel OrtegaFoto © X/Captura

Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha risposto ai recenti insulti del suo omologo nicaraguense Daniel Ortega, che lo ha chiamato "strisciato" per la sua postura riguardo al furto elettorale in Venezuela.

In un recente incontro virtual dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), Ortega ha lanciato dure critiche contro i suoi omologhi del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, e della Colombia, Gustavo Petro, per non riconoscere i risultati delle recenti elezioni presidenziali in Venezuela.

Ortega, che è un fermo alleato del presidente venezuelano Nicolás Maduro, ha messo in discussione l'atteggiamento di Lula e Petro, accusandoli di piegarsi a interessi stranieri e di agire in modo vergognoso.

"La forma in cui ti sei comportata, Lula, di fronte alla vittoria del presidente legittimo del Venezuela è vergognosa. Vergognosa! Ripetendo le consigne degli yankee, degli europei, dei governi sudamericani sottomessi. Ti stai trascinando anche tu, Lula!", ha espresso Ortega.

Riguardo a Petro, ha commentato: “A Petro, che cosa posso dire a Petro? Povero Petro, povero Petro. Lo vedo come un concorrente di Lula per vedere chi sarà il leader che rappresenterà gli yankee in America Latina. Ma il povero Petro non ha la forza che ha il Brasile”.

In risposta, il presidente colombiano ha utilizzato il suo account sulla rete sociale X per difendere la sua posizione, sostenendo che il suo governo cerca una soluzione negoziata e pacifica in Venezuela.

Petro ha anche colto l'occasione per contrattaccare Ortega per le accuse di violazione dei diritti umani in Nicaragua.

“Ci ha chiamati trascinati Daniel Ortega, solo perché vogliamo una soluzione negoziata pacifica e democratica in Venezuela. Tale insulto mi consente di rispondergli: Almeno non trascino i diritti umani del popolo del mio paese e meno ancora quelli dei miei compagni d'armi e di lotta contro le dittature”, ha affermato Petro.

Non è la prima volta che Petro e Ortega, due ex guerriglieri di sinistra, si criticano.

Tuttavia, a differenza della sua moderazione nel riferirsi a Maduro, il presidente colombiano non ha risparmiato critiche alla deriva autoritaria del nicaraguense.

Questo incrocio di dichiarazioni nasce dopo un comunicato congiunto tra Colombia e Brasile dove non hanno riconosciuto Nicolás Maduro come presidente eletto nelle elezioni del 28 luglio scorso in Venezuela, e hanno chiesto prove del risultato delle elezioni.

Questo, nonostante nei suoi mandati precedenti Lula da Silva fosse un grande alleato del chavismo, ma ora, come ha fatto l'ex presidente argentino Cristina Fernández, ha chiesto di mostrare i verbali di votazione. Le denunce di frode elettorale in Venezuela sono sostenute.

La settimana scorsa gli Stati Uniti e 10 paesi latinoamericani hanno rifiutato la proclamazione di Maduro come presidente eletto e hanno chiesto prove verificabili per ripristinare la credibilità nel processo.

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