Il governo del Venezuela ha annunciato la sospensione temporanea, a partire dal 31 luglio, dei voli commerciali da e verso Panama e Repubblica Dominicana in segno di rifiuto a quelle che ha definito "azioni ingerenziali" di quei paesi in relazione alle elezioni presidenziali tenutesi nella nazione sudamericana domenica.
In un comunicato pubblicato sui suoi social media, il Ministero del Potere Popolare per il Trasporto del Venezuela ha precisato che la sospensione - che entrerà in vigore alle 8:00 ora locale (12:00 GMT) di mercoledì - risponde anche a "la presunzione dell'uso dell'aviazione civile per fini non compatibili con i principi di sicurezza".
Il Ministero dei Trasporti afferma che "si riserva le azioni legali, a sostegno fermo delle decisioni politiche dello Stato, al fine di far rispettare, preservare e difendere il diritto inalienabile all'autodeterminazione del popolo venezuelano."
Una pubblicazione del portale Aviación Online ha precisato le compagnie aeree e i voli interessati dalla decisione del governo di Maduro.
Maduro ha preso la decisione di blindare l'ingresso nel paese da due nazioni molto utilizzate da venezuelani residenti all'estero e cittadini di altre nazionalità per fare collegamenti aerei a causa della bassa disponibilità di voli diretti da e verso il Venezuela.
Parallelamente, il Consiglio Permanente dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ha convocato una riunione straordinaria per mercoledì, destinata ad affrontare i risultati delle elezioni in Venezuela su richiesta di una dozzina di paesi membri.
L'incontro si terrà il 31 luglio alle 15:00 EDT (19:00 GMT) nella sala Simón Bolívar presso la sede dell'OEA a Washington.
La sessione urgente è stata convocata su richiesta di dodici paesi membri, inclusi i sette governi latinoamericani ai quali Nicolás Maduro ha ordinato di ritirare il proprio personale diplomatico a Caracas.
La riunione è stata convocata "su richiesta delle Missioni Permanenti di Argentina, Canada, Cile, Costa Rica, Ecuador, Stati Uniti, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay".
Nelle ultime ore, il Governo del Venezuela ha richiesto ad Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay di ritirare "in maniera immediata" i loro rappresentanti nel territorio venezuelano, in rappresaglia per aver espresso preoccupazione per irregolarità nelle elezioni.
Fino ad ora l'OEA non si è espressa sulle elezioni, in mezzo al rifiuto da parte della comunità internazionale e dell'opposizione venezuelana riguardo i risultati forniti dal Consiglio Nazionale Eletorale (CNE), che hanno dato la vittoria a Nicolás Maduro.
Nel suo primo rapporto offerto nella mattinata di lunedì, il CNE ha dichiarato Nicolás Maduro vincitore con il 51,20 % dei voti, rispetto al 44,20 % dell'oppositore Edmundo González Urrutia, con l'80 % dei voti scrutinati.
La leader oppositrice María Corina Machado, da parte sua, ha disconosciuto i risultati ufficiali e ha affermato che il "nuovo presidente eletto" è il candidato del blocco Piattaforma Unitaria Democratica (PUD), assicurando che con oltre il 40% dei verbali trasmessi ha ottenuto il 70% dei voti, mentre Maduro ha avuto solo il 30%.
Negli ultimi ore il Venezuela ha vissuto un clima di crescente instabilità, caratterizzato da proteste, dalla demolizione di statue di Chávez e da altri incidenti che rivelano il malessere di una parte importante della cittadinanza rispetto al risultato elettorale.
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