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L'attore cubano Luis Alberto García Novoa ha pubblicamente messo in discussione la nuova trasformazione del mercato valutario a Cuba e ha denunciato che, nonostante il discorso ufficiale, il nuovo tasso non cambia in modo sostanziale la precarietà economica che vive milioni di persone nell'Isola.
In a post on Facebook, l'interprete ha confrontato i tassi divulgati dalla Banca Centrale di Cuba (BCC) con quelli pubblicati dal media indipendente El Toque e ha concluso che la differenza reale è minima e non rappresenta alcun sollievo per la popolazione.
"Ci sono davvero differenze sostanziali tra l'una e l'altra? NO. NO. NO. E NO", ha scritto l'attore, dopo aver mostrato screenshot di entrambe le referenze cambiari relative allo stesso giorno.
García Novoa ha ricordato la campagna di discredito lanciata dal governo contro El Toque, accusato di manipolare dati e di agire con intenti politici, mentre dalle istituzioni si promettevano tariffe "serie, affidabili" e vantaggiose per la popolazione.
Secondo quanto spiegato, il contrasto tra entrambe le referenze dimostra che il mercato informale continua a imporre la logica reale del valore del denaro.
Secondo El Toque, 100 dollari statunitensi si scambiano a circa 4.400 pesos cubani per strada, mentre con il nuovo tasso ufficiale del BCC, quelli stessi 100 dollari - solo per operazioni digitali e non in contante - si cambiano per 4.100 pesos.
La differenza, ha sottolineato, è di appena 300 pesos cubani, una somma che nella pratica non è sufficiente neanche per "tre uova, un pacchetto di sigarette Criollos o un planchao di rum".
"Quindi EL TOQUE non si sbaglia nelle sue previsioni," sentenziò.
Per l'artista, il divario attuale tra la valuta cubana e quella straniera conferma che la legge della domanda e dell'offerta continua a essere determinante in un'economia segnata dalla scarsità. "Se non vengono prodotti beni, l'inflazione rimarrà un'infiammazione infiammabile," ha detto.
Luis Alberto ha sottolineato la sua totale mancanza di fiducia nelle politiche economiche del governo.
"La mia credibilità riguardo alle misure che negli ultimi anni sono state implementate è in numeri negativi da un po' di tempo. Non credo più a nulla", ha assicurato.
Tuttavia, ha lamentato che molti cubani abbiano nutrito speranze che il nuovo schema di cambio avrebbe alleviato le spese quotidiane.
L'esempio più personale e doloroso, come ha raccontato, è quello di sua madre.
Ha spiegato che la sua pensione mensile ammonta a 2.178 pesos cubani. Convertita al tasso di El Toque, equivale a circa 4,95 dollari al mese; con il nuovo tasso ufficiale, a circa 5,31 dollari.
In entrambi i casi, ha sottolineato, l'importo non è sufficiente per comprare un cartone di uova. "Continua a non arrivare al cartone di uova. Non dico altro", ha concluso.
Il contesto della protesta
Le dichiarazioni dell'interprete seguono l'annuncio della Banca Centrale di Cuba riguardo l'entrata in vigore, il 18 dicembre, di una trasformazione graduale del mercato valutario.
La presidente del BCC, Juana Lilia Delgado, ha spiegato in una conferenza televisiva che la riforma mira a correggere la coesistenza di molteplici tassi di cambio, un fenomeno che - secondo il regime - genera distorsioni, incoraggia l'informalità e rende difficile il controllo bancario e fiscale.
Il nuovo schema include tre segmenti cambiari.
Si mantiene un tasso di 1 USD per 24 CUP, riservato allo Stato per importazioni considerate essenziali come energia, alimenti, farmaci e trasporti. Si stabilisce un altro tasso di 1 USD per 120 CUP per determinate aziende con entrate esterne ed esportatori.
La principale novità è una tassa "fluttuante", presumibilmente determinata dall'offerta e dalla domanda, destinata a persone fisiche e a forme di gestione non statale.
Sebbene il governo presenti questa struttura come un passo verso l'ordinamento del mercato delle valute e il rafforzamento del peso cubano, diversi economisti hanno avvertito che il sistema consolida disuguaglianze già esistenti.
L'accademico Mauricio de Miranda Parrondo ha messo in discussione il senso di mantenere due tariffe fisse insieme a una fluttuante, sottolineando che il risultato avvantaggia le importazioni statali mentre penalizza i settori produttivi che generano redditi reali.
In pratica, la pubblicazione quotidiana del tasso "fluttuante" da parte del BCC non è riuscita a spostare il mercato informale, che continua a determinare il ritmo del valore del dollaro a Cuba.
La ragione, secondo gli analisti, è strutturale: la scarsità di valute nelle mani dello Stato e la sfiducia generalizzata nel peso cubano.
Di fronte alle restrizioni e alla limitata disponibilità nel mercato ufficiale, coloro che ricevono rimesse o gestiscono divise scelgono il mercato informale, dove il prezzo è più alto e le transazioni sono immediate.
È quella disconnessione tra gli annunci ufficiali e la realtà quotidiana a motivare la reazione di Luis Alberto García.
La sua testimonianza, incentrata su cifre concrete e sull'impatto diretto su una pensione, ha dato un volto umano a un dibattito tecnico che, per molti cubani, si traduce in un'unica domanda quotidiana: quanto basta il denaro per vivere.
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