Trump valuta attacchi contro il Venezuela e cerca di giustificare la caduta di Maduro

Il presidente degli Stati Uniti sta valutando operazioni militari e la conquista di giacimenti petroliferi, mentre i suoi consulenti spingono per rovesciare il leader chavista, ha rivelato il New York Times.

Donald Trump saluta le truppe statunitensi in GiapponeFoto © whitehouse.gov

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Il presidente Donald Trump sta analizzando varie opzioni militari contro il regime di Nicolás Maduro, che includono attacchi diretti a unità venezuelane, operazioni per l'occupazione di campi petroliferi e azioni sotto copertura della CIA all'interno del paese sudamericano, come rivelato martedì dal quotidiano statunitense The New York Times.

Il rapporto ha citato diversi funzionari statunitensi che hanno confermato che la Casa Bianca ha elaborato tre piani d'azione, sebbene il presidente non abbia ancora preso una decisione finale.

Cattura di schermata Facebook / The New York Times

Tra le opzioni discusse ci sono attacchi aerei selettivi contro basi militari che proteggono il chavismo; operazioni di forze speciali, come Delta Force o SEAL Team 6, per catturare o eliminare Maduro; e un dispiegamento limitato di truppe statunitensi per occupare aeroporti e campi petroliferi chiave nella regione di Zulia.

Il mezzo ha segnalato che il Dipartimento di Giustizia sta lavorando a una giustificazione legale che permetta al presidente di ordinare quegli attacchi senza l'approvazione del Congresso, sostenendo che Maduro guida un'organizzazione narcoterrorista, il cosiddetto "Cártel de los Soles".

Questa classificazione aprirebbe la porta a considerarlo un obiettivo legittimo, nonostante il divieto legale di assassinare leader stranieri.

“El presidente è stato chiaro: Maduro deve smettere di inviare droghe e criminali negli Stati Uniti”, ha affermato una portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, citata dal NYT. “Tutto il resto è speculazione”.

Secondo il rapporto, il segretario di Stato Marco Rubio, anche consigliere per la Sicurezza Nazionale ad interim, e Stephen Miller, consigliere principale di Trump, sono i principali sostenitori di un'azione diretta.

Entrambi sostengono che Maduro uscirà dal potere solo con la forza, mentre il presidente ha espresso dubbi riguardo al rischio politico e militare che comporterebbe un intervento fallito.

L'articolo del New York Times ha inoltre dettagliato un rapido dispiegamento militare nei Caraibi, con 10.000 effettivi, bombardieri B-52 e B-1, e il portaerei USS Gerald R. Ford, il più grande del mondo, che arriverà nella regione a metà novembre.

Il diario descrive queste manovre come parte di una campagna di pressione psicologica sul regime chavista.

Trump ha dichiarato pubblicamente che “i giorni di Maduro sono contati”, ma ha negato che il paese si stia dirigendo verso una guerra aperta. Tuttavia, il NYT sostiene che il suo governo cerca una “base giuridica” per eliminare il leader venezuelano o provocare il suo collasso interno senza dover dichiarare formalmente ostilità.

Il rapporto ha anche rivelato che Maduro ha offerto concessioni petrolifere e minerarie a Washington per evitare un'escalation, ma Trump ha rifiutato la proposta in ottobre, accelerando il rafforzamento militare.

La Casa Blanca, según el periódico neoyorquino, considera la caída del chavismo como una oportunidad estratégica para asegurar recursos energéticos y debilitar la influencia rusa e iraní en el hemisferio.

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