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L'annuncio del Banco Central de Cuba (BCC) sulla nuova tassa di cambio flottante ha provocato un'ondata di reazioni sui social media, dove umorismo, confusione e rabbia hanno caratterizzato il tono generale. Mentre il governo ha presentato la misura come un passo per “rinforzare il peso cubano”, i commenti mostrano una miscela di sfiducia e rassegnazione di fronte a una riforma che molti interpretano come la officializzazione del mercato informale.
Dal 18 dicembre, il paese opera con tre segmenti cambiari: uno a 1x24 per i servizi statali essenziali, un altro a 1x120 per le entità con redditi esteri, e un terzo “flottante” per i cittadini e le forme di gestione privata, con un tasso iniziale di 410 pesos per dollo e 481,42 per euro. I numeri, quasi identici a quelli riportati dal mercato informale, hanno generato sorpresa e ironia anche negli spazi ufficiali.
Nel post del Banco Central de Cuba su Facebook, diversi utenti hanno espresso confusione su come funzionerà la misura. “Ci sono tre tipi di dollari?”, ha chiesto uno dei primi a commentare, mentre un altro si domandava: “Vuol dire che posso andare in banca e comprare tutti i dollari che voglio a 410?”. Altri si sono concentrati sulle differenze tra i tassi: “E il MLC dove è finito?”, “Perché l’euro è più caro di quello del Toque?”, “E il peso messicano che ruolo ha qui?”.
Alcuni lettori hanno cercato di giustificare il cambiamento, confrontandolo con esperienze estere: “Cina e Russia hanno un sistema simile, ma lì lo Stato lascia produrre liberamente”, ha scritto un internauta che chiedeva “di adattare l'economia cubana ai tempi attuali”. Tuttavia, la maggior parte ha mostrato scetticismo: “Non capisco niente, dicono tasso variabile ma nessuno può comprare o vendere liberamente”, ha segnalato un altro commento. Nelle pagine di Cubadebate, i messaggi più allineati al discorso ufficiale difendevano la misura come “un passo necessario per ordinare il mercato”, anche se anche lì predominavano i dubbi: “Se non ci sono divise, a cosa serve il tasso?”, chiedeva un lettore.
En il post di CiberCuba, il tono è stato altrettanto severo. “Il Toque con un altro nome, così semplice”, ha scritto un utente, in riferimento al mezzo indipendente che per mesi ha pubblicato le tariffe informali. Diverse interventi esprimevano la stessa idea, con rimproveri simili sulla somiglianza tra il nuovo sistema statale e quello che lo stesso governo aveva attaccato. Un altro ha scherzato: “Abbiamo già il nostro tocco, ora nessuno verrà da fuori a rovinarci l'economia, lo faremo noi stessi”.
La vicinanza dei valori con il mercato informale ha alimentato il sarcasmo collettivo. “Tanto a criticare il Toque per finire uguale”, si leggeva in decine di risposte. “Questa è la stessa cosa con un altro logo”, riassumeva un altro utente, mentre qualcuno sottolineava: “Hanno tolto il nome, non la tassa”. Alcuni hanno colto l'occasione per esporre la disuguaglianza: “Coloro che cambiano a 1x24 sono la casta alta; il popolo, con il fluttuante, continuerà a non mangiare né vedere la luce”.
Altri hanno messo in evidenza la mancanza di trasparenza: “Chi decide chi entra in ogni segmento?”, ha chiesto un utente, mentre un altro aggiungeva: “Il governo non compete con il mercato, lo imita solo”. Ci sono stati anche messaggi di aperta frustrazione: “Un medico guadagna 13 dollari al mese; con questo cambiamento, il salario più basso della storia dell'umanità”.
Tra le reazioni più condivise c'erano quelle che denunciavano la contraddizione tra il discorso ufficiale e la realtà economica. “Hanno passato un mese a screditare il Toque per finire come loro”, diceva uno dei commenti più votati. Un altro riassumeva: “Il problema di Cuba non è la tassa, è il sistema che controlla e punisce chi cerca di prosperare.”
Molti commenti sono stati concordi su un punto: la confusione. Anche coloro che hanno accolto l'annuncio lo hanno fatto con riserve. “Spero funzioni, ma se i prezzi non scendono e non c'è produzione, non ha importanza il tasso”, osservava un partecipante su Cubadebate. “Questo non fa altro che aumentare ulteriormente i costi”, aggiungeva un altro sulla pagina della Banca Centrale.
“Ogni nuova misura è una vecchia menzogna con un altro nome”, ha scritto un utente. “Non mancano diagnosi, c'è la volontà di cambiare il sistema”, ha espresso un altro. Il sentimento di rassegnazione si mescolava con l'ironia: “Io ho cinque dollari, li vendo a 24, li ricompro a 410 e divento milionario… al contrario”.
Il nuovo sistema di tre tassi —1x24, 1x120 e flottante— fa parte di un ridisegno che il governo descrive come “graduale e temporaneo”. Tuttavia, lo stesso Banco Central ha ammesso che “non è ciò che molti si aspettavano”, e i dati ufficiali mostrano che il salario medio, calcolato in 6.685 pesos, equivale a soli 16 dollari mensili al cambio attuale. Questo giovedì 18 dicembre, nel primo giorno del nuovo tasso flottante, il mercato informale rimane invariato nei valori di vendita delle tre valute di riferimento, con il dollaro a 440 CUP e l'euro a 480 CUP.
Per i cittadini, la misura non cambia la realtà quotidiana: scarsità di contante, code interminabili e prezzi inaccessibili. “Se le banche non hanno soldi per pagare gli stipendi, da dove li prenderanno per cambiare gli euro?”, si chiedeva un utente del post ufficiale. Nel frattempo, altri ironizzavano sui social: “Ora sì che abbiamo un tasso flottante… perché galleggia tutto, tranne lo stipendio”.
Le reazioni, nel complesso, mostrano un paese esausto, dove l'umorismo rimane un rifugio di fronte all'incertezza. Nessuna delle tre tariffe sembra in grado di recuperare la fiducia persa nel peso cubano. Tra la confusione e la derisione, si ripete una stessa idea nei commenti: che la Banca Centrale sia finita per diventare il proprio "Toque", ufficializzando i valori del mercato informale che prima criticava.
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