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Un banco cooperativo tedesco che si presenta come “sociale ed ecologico” ha deciso di chiudere tutti i conti del Partito Comunista Tedesco (DKP, acronimo in tedesco) a partire dal 31 dicembre, una misura che il partito considera direttamente collegata al suo supporto a progetti di solidarietà a Cuba, secondo quanto riportato dai quotidiani Junge Welt e Die Tageszeitung (taz).
Secondo Junge Welt, l'ente finanziario GLS-Bank, con sede a Bochum, ha informato la DKP della cancellazione di tutti i suoi conti, comprese quelle del partito a livello nazionale e quelle di più di una decina di organizzazioni territoriali, avvalendosi di clausole generali dei loro contratti che consentono la rescissione senza fornire spiegazioni.
La direzione del partito ha denunciato il fatto come un caso di debanking, una pratica sempre più comune contro organizzazioni politiche e sociali ritenute “scomode”.
Sebbene la banca non abbia fornito una giustificazione concreta, la DKP ha affermato che la decisione è legata a donazioni destinate a progetti di solidarietà con Cuba.
Secondo quanto spiegato a Junge Welt dal tesoriere federale del partito, Klaus Leger, a settembre la GLS-Bank ha richiesto informazioni dettagliate su una campagna di donazioni per l'isola, chiedendo se i fondi erano destinati a istituzioni statali cubane e in che modo giungevano nel paese.
Dopo aver risposto a quelle domande, il partito non ricevette più alcuna comunicazione fino a quando, settimane dopo, arrivò la notifica di chiusura dei conti.
La versione della banca si limita a sottolineare che la misura risponde a "requisiti legali e normativi" e che non esiste motivazione politica dietro la decisione. Tuttavia, l'ente si è rifiutato di precisare quali siano queste norme né quali operazioni concrete avrebbero generato preoccupazione.
Il quotidiano Die Tageszeitung sottolinea che il caso ha acceso le preoccupazioni tra le organizzazioni solidali con Cuba in Germania. Molte di esse hanno conti nella stessa banca e temono che anche i loro movimenti finanziari possano essere bloccati.
Il presidente del Netzwerk Cuba, Edgar Göll, ha ricordato che molte istituzioni bancarie europee evitano qualsiasi legame con l'isola per paura delle sanzioni degli Stati Uniti, una politica che ha portato a quello che gli esperti chiamano over-compliance, ovvero un rispetto eccessivo delle normative per evitare rischi.
Questo timore non è infondato. Die Tageszeitung ricorda che banche come BNP Paribas e Commerzbank hanno pagato multe multimilionarie in passato per operazioni legate a Cuba, sotto l'embargo statunitense in vigore dal 1960.
In questo contesto, i trasferimenti diretti verso l'isola sono diventati estremamente difficili, costringendo le organizzazioni solidali a ricorrere alla consegna diretta di contante o all'invio di aiuti materiali.
La DKP afferma di aver agito nel rispetto della legalità. Secondo Leger, le donazioni sono state portate personalmente a Cuba da membri del partito, sempre rispettando i limiti stabiliti dalla normativa europea contro il riciclaggio di denaro. Tra i progetti sostenuti figura l'ospedale Rosa Luxemburg, a Matanzas, dove è stata finanziata un'installazione fotovoltaica per garantire l'approvvigionamento elettrico.
Per la dirigenza comunista, la chiusura dei conti non è un fatto isolato. Il presidente del partito, Patrik Köbele, ha definito la decisione "scandalosa" e l'ha collegata a un clima politico sempre più ostile verso la solidarietà internazionale con Cuba. Nel frattempo, il partito non esclude azioni legali e cerca alternative bancarie per continuare la propria attività.
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