Denunciano torture e detenzioni inique nei centri migratori della Florida



Amnistía Internazionale denuncia torture e trattamenti disumani nei centri migratori della Florida, evidenziando violazioni dei diritti umani sotto politiche di immigrazione ostili da parte dello stato.

Alligatore AlcatrazFoto © Captura de video / Telemundo 51

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Nuove ricerche rivelano violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione di “Alligator Alcatraz” e Krome, in Florida, secondo Amnesty International

Amnesty International ha denunciato giovedì che nuove indagini documentano trattamenti crudeli, inumani e degradanti nei confronti di persone migranti detenute in due centri della Florida: il Centro di Detenzione degli Everglades, soprannominato "Alligator Alcatraz", e il Centro di Internamento di Krome North (Krome).

La organizzazione sostiene che i risultati descrivono un sistema deliberato per “punire, disumanizzare e nascondere la sofferenza delle persone recluse, in un contesto di politiche sempre più ostili nei confronti dell'immigrazione nello stato sotto la guida del governatore Ron DeSantis, con arresti massicci e intensificazione della criminalizzazione.

Il rapporto, intitolato "Tortura e scomparsa forzata nello stato del sole: violazioni dei diritti umani in ‘Alligator Alcatraz’ e Krome della Florida", si basa su conclusioni tratte durante una visita di ricerca effettuata nel settembre del 2025 e sostiene che parte delle violazioni documentate potrebbero costituire tortura.

Ana Piquer, direttrice regionale di Amnesty International per le Americhe, ha avvertito che il controllo migratorio “non può funzionare al di fuori dello stato di diritto” né al di fuori delle norme sui diritti umani e ha affermato che quanto esposto in Florida dovrebbe “allarmare tutta la regione”.

Nel caso di “Alligator Alcatraz”, Amnesty ha concluso che le persone detenute “arbitrariamente” vivono in condizioni disumane e insalubri, con servizi igienici intasati che causano la presenza di materia fecale vicino ai luoghi dove dormono, accesso limitato alle docce, esposizione agli insetti senza misure di protezione, luci accese 24 ore su 24, cibo e acqua di scarsa qualità e violazioni della privacy, inclusa l'installazione di telecamere sopra i servizi igienici.

Gli intervistati hanno inoltre segnalato un'attenzione medica "inadeguata", fornita in modo disuguale o direttamente negata, con gravi rischi per la salute fisica e mentale; alcuni hanno denunciato di essere stati tenuti in catene quando erano fuori dalla cella.

Il documento descrive anche pratiche punitive che l'organizzazione qualifica come tortura, tra cui il confinamento nella cosiddetta “scatola”, una struttura descritta come simile a una scatola di 60 x 60 cm, utilizzata come punizione per ore, con esposizione agli agenti atmosferici, pochissima acqua, e con mani e piedi legati a vincoli sul pavimento.

Amnistia ha sottolineato che questo centro opererebbe senza supervisione federale, al di fuori dei sistemi di registrazione e monitoraggio di base utilizzati nelle strutture dell'ICE, il che - secondo il rapporto - facilita la detenzione incomunicata e può costituire sparizione forzata quando si nega informazioni alle famiglie sul luogo ove si trova un detenuto o si impedisce il contatto con gli avvocati.

Sulla Krome, Amnesty ha affermato che la sua indagine ha confermato denunce precedenti: sovraffollamento, isolamento prolungato e arbitrario, carenze sanitarie come gabinetti intasati, mancanza di accesso a docce, illuminazione costante e guasti dell'aria condizionata, oltre a una "grave neglect" medico che includerebbe il rifiuto di fornire trattamenti ed esami nonostante esistano strutture mediche nel centro.

L'organizzazione ha dichiarato di aver ricevuto testimonianze di violenza e maltrattamenti da parte delle guardie e ha riportato che il suo team ha assistito a un guardia che colpiva la mano ferita di un uomo con un pezzo di metallo di una porta di una cella di isolamento; altre persone hanno denunciato colpi e pugni.

Amnistía ha anche segnalato che alcuni detenuti hanno avuto difficoltà ad accedere a assistenza legale e non sapevano per quanto tempo sarebbero rimasti in detenuti o cosa sarebbe successo dopo.

Il rapporto colloca queste denunce all'interno di un cambiamento legislativo e operativo in Florida.

Amnistía segnala che a febbraio del 2025 lo stato ha approvato leggi “estreme e discriminatorie” che potrebbero mettere in pericolo le comunità di immigrati, e sottolinea l'ampliamento degli accordi 287(g) che permettono agli agenti locali di agire come funzionari dell'immigrazione, il quale —secondo il documento— ha portato a arresti ingiustificati, profili razziali e una paura diffusa che impedisce alle famiglie di accedere a scuole, ospedali o altri servizi essenziali.

L'organizzazione sostiene che la Florida sia diventata un "campo di prova" per politiche abusive allineate a un'agenda "razzista e contraria all'immigrazione" del governo di Trump, e afferma che dal gennaio 2025 lo stato ha aumentato di oltre il 50% il numero di persone detenute per motivi migratori.

Amnistía collega anche l’espansione della detenzione con decisioni di bilancio: tra giugno e agosto del 2025, lo stato avrebbe firmato 34 contratti senza gara d'appalto per più di 360 milioni di dollari per il “Alcatraz dei Caiman”, con costi operativi annuali previsti di 450 milioni, mentre tagliava miliardi di dollari in programmi di salute, sicurezza alimentare, risposta alle emergenze e abitazione, secondo il rapporto.

Inoltre, ricorda che la detenzione migratoria negli Stati Uniti ha un lungo storico di abusi e afferma che, da ottobre 2024, sono morte almeno 24 persone sotto custodia dell'ICE, di cui sei sono decedute in centri della Florida, quattro di esse a Krome.

Di fronte a questo panorama, Amnesty International ha chiesto alle autorità statali e federali misure urgenti, tra cui la chiusura di "Alligator Alcatraz" e il divieto dell'uso di centri di detenzione gestiti dallo stato per migranti.

Entre le sue raccomandazioni figurano: vietare la detenzione in catena, l'isolamento e la reclusione punitiva all'aperto; garantire accesso riservato a rappresentanza legale e interpretazione; indagini trasparenti e indipendenti sulla tortura e sulla negligenza medica; e stabilire una supervisione significativa e indipendente per tutti i centri.

A livello federale, ha esortato a porre fine alla "crudele macchina" di detenzione migratoria, a proibire l'uso di centri statali per la custodia federale per motivi migratori, a indagare a fondo sulle morti e le denunce di tortura e a rivedere i contratti dell'ICE con attori statali e privati per garantire il rispetto dei diritti umani.

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