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Un gruppo di medici cubani e un pastore evangelico si sono trovati di fronte a macheteros in mezzo alla montagna mentre portavano medicinali a una comunità isolata.
Afferma che senza armi, solo con la fede, sono riusciti a scacciare gli aggressori per portare medicine a una comunità colpita dalla crisi sanitaria sull'isola.
Il racconto, pubblicato su Facebook dalla giornalista Yaiset Rodríguez Fernández, narra una di quelle storie che sembrano uscite da un film, ma che accadono nella profonda Cuba, dove la fede e la determinazione spesso sostituiscono la protezione dello Stato.
Il pastore identificato come Ander ha raccontato che, insieme a diversi medici —tra cui gli intensivisti Carlos Alberto, Dani e il dottor Axel, e l'infermiere Pedro—, hanno intrapreso un percorso di otto chilometri in montagna per assistere a una comunità colpita dalla crisi epidemiologica che interessa l'isola.
La reporter racconta che sono usciti alle 5:07 del mattino con zaini pieni di medicinali e risorse sanitarie.
A malapena avevano percorso un chilometro e mezzo quando tre uomini armati di machete apparvero nel mezzo della strada.
"Erano senza camicia, con i volti coperti, e sapevamo che l'intenzione non era buona", ha raccontato il pastore.
Uno degli assalitori chiese chi fosse e, dopo essersi identificato, udì la minaccia: “Se non volete che vi facciamo a pezzi, lasciate le valigette lì e andatevene”.
Il gruppo capì che qualcuno aveva rivelato il loro percorso. Tuttavia, decisero di non indietreggiare.
“Non lasceremo niente qui e non ci tireremo indietro,” rispose Ander. “Il nostro Dio è più forte di voi, e se dobbiamo combattere qui lo faremo, e vinceremo.”
Per quasi 14 minuti rimasero di fronte agli aggressori, a soli un metro di distanza, in una calma tesa che avrebbe potuto finire in tragedia.
Finalmente, i macheteros si allontanarono e il gruppo continuò la sua ascesa senza guardarsi indietro. “Il cuore ci batteva a mille”, confessò il pastore.
A alle 8:00 del mattino sono arrivati al villaggio e hanno iniziato la loro giornata medica. Quel giorno hanno assistito più di 345 persone e, durante il culto serale, 67 di loro hanno accettato Cristo, si legge nel racconto.
Il pastore ha ringraziato di essere uscito vivo da un'esperienza che ha descritto come un “miracolo nella montagna”.
La pubblicazione ha commosso migliaia di utenti sui social media, che mettono in evidenza il coraggio del gruppo e la mancanza di sicurezza nelle zone rurali cubane, dove i furti, le imboscate e la violenza sono diventati frequenti a causa della crisi e dell'abbandono statale.
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