Holguín sotto il fango: Famiglie sopravvivono tra materassi bagnati e buche nel pavimento

Le famiglie rurali di Holguín affrontano gravi danni a causa delle recenti piogge e inondazioni, aggravate dall'uragano Melissa. Abitazioni distrutte e donazioni insufficienti segnano il loro quotidiano.

Mayarí, Holguín, dopo le inondazioniFoto © Facebook / La Familia Cubana

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Familie delle zone rurali di Holguín vivono letteralmente tra il fango e all'aperto dopo le inondazioni causate dalle intense piogge recenti, mentre molte non si erano ancora riprese dai danni dell'uragano Melissa.

Un percorso del canale La Familia Cubana attraverso le comunità di Holguín, come Yaguabo e Mayarí, mostra abitazioni con pavimenti crollati, materassi distrutti, pareti strappate dal fiume e persone anziane che cercano di muoversi con bastoni in case dove nemmeno il pavimento è più sicuro.

In una delle case visitate, un’anziana si muove con difficoltà appoggiata a un bastone.

I suoi familiari raccontano che è caduto in un buco aperto nel pavimento dell'abitazione, una voragine che è stata creata dall'acqua penetrata con forza e sollevato il terreno.

“Pensavo fosse tutto a posto, ma quando sono arrivata... me ne sono andata”, racconta la donna, mentre i visitatori le mostrano il luogo dove è crollata.

Il buco è stato "riempito" come si è potuto, con terra e lamiere di zinco, ma rimane un punto di pericolo all'interno della casa, specialmente di notte, quando l'oscurità impedisce di vedere i bordi taglienti dei metalli.

La proprietaria dell'abitazione spiega che lì vivevano madre e figlia, ognuna con il proprio letto.

Oggi è rimasto solo un materasso “entripadito”, umido e deformato, salvato a metà dall'acqua. “L'altro materasso il fiume me lo ha distrutto completamente e ora non serve più. Adesso siamo io e lei qui”, racconta, mentre mostra il segno che ha lasciato il letto perduto.

Per potersi sedere, hanno dovuto coprire i molle con tavole e tessuti, in un tentativo precario di recuperarne un po' di riposo su un mobile ancora bagnato.

Le pareti sono state abbattute dalla piena. “Questo era chiuso... il fiume, crescendo, non avendo un'uscita, torna indietro e fa il buco lì”, spiega la donna, mostrando il punto dove l'acqua è entrata con più forza.

Il team di La Familia Cubana descrive l'abitazione come una “casa super danneggiata”, costruita praticamente in riva al fiume.

Nel contesto, altri riportano che rami di alberi sono caduti sulle persone, causando feriti che, fortunatamente, “stanno bene”, ma che dimostrano la vulnerabilità di coloro che hanno perso quasi tutto.

In mezzo al fango, i donazioni di cibo e articoli di prima necessità arrivano come sollievo momentaneo, anche se la sensazione generale è di incertezza ad ogni nuovo acquazzone.

Le immagini e i testimonianze di Mayarí si inseriscono in un contesto più ampio di piogge intense e innalzamenti dei fiumi nell'est del paese.

A Holguín, le recenti precipitazioni hanno portato a 109 mm di pioggia, causando inondazioni e costringendo a proteggere i sistemi tecnici di approvvigionamento idrico per evitare danni maggiori, secondo i rapporti della stampa ufficiale locale.

Più di 11.000 clienti di Sagua de Tánamo mantengono il servizio, mentre vengono monitorati i bacini, che vengono segnalati in buone condizioni tecniche.

Nel est di Holguín continua la evacuazione dei residenti delle zone basse a causa dell'aumento del livello dei fiumi a Sagua de Tánamo e Moa, che colpiscono diverse località, tra cui il quartiere Pedro Soto Alba (Ecrin).

Il mercoledì precedente, le intense precipitazioni avevano già fatto straripare i fiumi Sagua e Cabañas, costringendo all'evacuazione urgente di centinaia di famiglie nei comuni di Sagua de Tánamo e Moa, considerati tra le zone più colpite dall'uragano Melissa.

Mientras i comunicati ufficiali parlano di bacini controllati, monitoraggio e operazioni di evacuazione, le telecamere di chi arriva con aiuti mostrano famiglie che, come quelle di Mayarí, continuano a dormire su materassi umidi, muovendosi su pavimenti rotti e vivendo con il fiume a pochi metri dalla porta, letteralmente tra il fango e sotto le stelle, con la costante paura che una nuova piena possa portare via ciò che poco è riuscito a salvarsi.

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Redazione di CiberCuba

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