Niña cubana con tumore alla lingua viaggia in Spagna per ricevere cure mediche

Dopo otto mesi di ricerca di ospedali in vari angoli del mondo, la bambina avrà l'opportunità di sottoporsi a un intervento chirurgico in un ospedale di Valencia che ha accettato il caso.

Yanaris Charlette e sua figlia Brianna con Gretell Kairús Pérez all'aeroporto di MadridFoto © Facebook / Gretell Kairús Perez

La scorsa notte di giovedì, da La Habana è decollato un volo che molti attendevano da mesi: quello che ha finalmente portato Yanaris Charlette e sua figlia, Brianna Charlette Blanco, verso la Spagna per ricevere l'operazione che a Cuba risultò impossibile.

L'annuncio su Facebook è stato fatto dall'attivista Lara Crofs, che ha seguito tutto il processo e l'ha definito come "il volo della speranza".

Dopo otto mesi di incessanti trattative, di visite presso ospedali di diversi paesi e di ricerca di alternative di fronte a tante negazioni, madre e figlia sono riuscite a salire sull'aereo che simboleggia un'opportunità reale di guarire.

Ambas sono arrivate venerdì a Madrid e da lì sono partite per Valencia, dove la più giovane sarà operata e curata. Lunedì prossimo avrà il suo primo appuntamento medico.

Crofs ha descritto un momento che ha colpito profondamente tutte le donne coinvolte in questa lotta: l'abbraccio di Yanaris prima di partire. Non è stato solo un gesto di gratitudine, ma il sollievo di una madre che finalmente vede una luce per sua figlia, dopo anni di dolore, interventi falliti e pronostici devastanti. "Era un abbraccio pieno di speranza e di sogni da realizzare", ha scritto.

Captura de Facebook / Lara Crofs

Per Crofs, quel gesto di affetto ha anche rinnovato le energie e ha riaffermato che la solidarietà continua a essere il motore che sostiene i cubani quando le istituzioni non rispondono.

Una storia segnata dalla resistenza di una bambina e dalla perseveranza di una madre

Brianna, di 10 anni, porta il peso di un cisti tiroglossa con decorso fistoloso da quando aveva tre anni. È stata sottoposta a tre interventi in Cuba; tutti falliti. Dopo ogni intervento, la lesione ricompariva.

Il tumore colpisce la lingua e si estende verso la gola, compromettendo funzioni come deglutire, respirare e parlare. La sua voce ha cominciato a deteriorarsi a causa della compressione delle corde vocali e il suo stato di salute si è aggravato con episodi di soffocamento e denutrizione.

In gennaio, i medici cubani hanno confermato ciò che già intuiva sua madre: nel paese non esistono le risorse, i materiali né la tecnologia per operare con la precisione richiesta da questo caso.

Le fu consegnata la diagnosi per iscritto. La frase "si rende impossibile procedere chirurgicamente" segnò la fine di tutte le speranze all'interno del sistema sanitario cubano.

Allora Yanaris decise di rompere il silenzio e chiedere aiuto pubblico. Video, messaggi, interviste: tutto ciò che fosse necessario per denunciare la situazione. Non lo fece per attirare l'attenzione, ma perché temeva che il tumore potesse crescere fino a bloccare completamente le vie aeree di sua figlia.

La solidarietà che ha superato le frontiere

L'attivista Saily González ha organizzato una campagna di raccolta fondi dagli Stati Uniti. Sono stati raccolti oltre 6.900 dollari in pochi mesi, ma l'importo totale per l'operazione, stimato in 32.000 dollari, era ancora lontano dal raggiungersi.

Inoltre, mancava il secondo ostacolo: ottenere il visto umanitario. In mezzo alle restrizioni vigenti negli Stati Uniti, il processo si è trasformato in un altro labirinto che sembrava non avere via d'uscita.

Eppure, le donazioni continuarono ad arrivare. Ogni contributo ha permesso di mantenere viva la campagna. Un ospedale specializzato a Miami annunciò che avrebbe accettato il caso, ma alla fine, l'11 novembre, Brianna e sua madre ricevettero il visto per viaggiare in Spagna, dove sarà trattata.

Il cammino, che sembrava impossibile, si è andato schiarendo grazie a decine di mani anonime che non si sono rassegnate di fronte alla sofferenza della bambina

"Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza ogni persona che ha donato, che ha condiviso, che ha visibilizzato, che si è preoccupata, che ha creduto... Abbiamo fatto parte di un'altra catena di solidarietà che ha permesso a una bambina di 10 anni, che viveva con la paura di non svegliarsi per mancanza d'aria, di ingoiare e di semplicemente bere acqua, di avere oggi una reale possibilità di guarire," ha detto Saily su Facebook.

Captura di Facebook / Saily González Velázquez

L'altro lato della storia: perché questo viaggio non dovrebbe essere un miracolo

Il sollievo per la partenza di Brianna è accompagnato da una amara constatazione: a Cuba, sempre più famiglie possono solo aspirare a salvare i propri figli al di fuori del paese.

Le carenze del sistema sanitario -la mancanza di forniture, di risorse basilari, l’obsolescenza delle attrezzature e il degrado di interi ospedali- hanno trasformato ciò che dovrebbe essere un diritto in una sfida che può essere affrontata solo con aiuti esterni.

I medici cubani, che hanno fatto tutto il possibile con ciò che avevano, hanno riconosciuto che il caso superava le attuali capacità del sistema.

E questo non è un caso isolato. Sono molti i pazienti che dipendono dai viaggi, dalle raccolte fondi, dai visti speciali e dalla buona volontà di estranei per ricevere trattamenti che, in altri paesi, fanno parte del servizio medico quotidiano.

Questa realtà è diventata ancora più evidente grazie a storie come quella di Brianna, che mettono in luce come la precarietà costringa a cercare all'esterno ciò che dentro non esiste più o non funziona.

Un volo che simboleggia qualcosa di più

La gioia per la partenza di Brianna è immensa. Non è una fine, ma l'inizio di una nuova opportunità: la possibilità che una bambina cresciuta tra dolori trovi finalmente sollievo.

Ma segna anche una vittoria collettiva. Una dimostrazione del potere della solidarietà quando le istituzioni falliscono; un promemoria che l'unione di centinaia di persone può aprire un cammino dove prima c'erano solo muri.

Lara Crofs lo ha riassunto come una piccola vittoria che avvicina alla Cuba che molti sognano. Perché, nonostante la povertà, la scarsità e le barriere, esiste ancora una rete di cubani determinati a tendere la mano dove il sistema non arriva più.

Oggi, Brianna si dirige verso la vita che merita. E questo traguardo è, prima di tutto, del popolo che si è unito per salvarla.

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Redazione di CiberCuba

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