Consiglio di José Daniel Ferrer a Maduro: "Vattene già, prima di finire come Gheddafi o Saddam."

"Quando se ne andranno, per la Russia o per la Cina?, passate per Cuba e portate con voi Raúl Castro, Canel e Marrero. Non lasciateli soli, anche a loro resta molto poco."

José Daniel Ferrer e Nicolás MaduroFoto © Social media di entrambi

Video correlati:

L'oppositore cubano José Daniel Ferrer ha lanciato un messaggio diretto ed esplosivo al dittatore Nicolás Maduro, in un contesto di crescenti tensioni militari nella regione e di una presenza statunitense senza precedenti nei Caraibi.

In un post su X, Ferrer ha esortato il leader venezuelano ad abbandonare il potere prima di affrontare una fine simile a quella di figure storiche rovesciate con la forza o giudicate per crimini atroci.

"Vete già, portati via Dioado, il Padrino e i fratelli Rodríguez. Evitate di finire come Saddam Hussein, Gheddafi o Milosevic," ha scritto Ferrer, aggiungendo che sia coloro che comandano in Venezuela che a Cuba sono dei criminali narcoterroristi.

"Quando se ne andranno, verso la Russia o la Cina?, passate da Cuba e portate via Raúl Castro, Canel e Marrero. Non lasciateli soli, anche a loro rimane molto poco", ha detto.

L'attivista ha esortato i gerarchi a "non indugiare" e a fuggire prima che sia troppo tardi.

"È ora che Venezuela e Cuba siano libere e felici", ha sottolineato.

Ferrer ha accompagnato il messaggio con un'immagine scattata mercoledì alla Casa Bianca, dove alti ufficiali del Pentagono hanno presentato al presidente Donald Trump opzioni militari aggiornate per operare in Venezuela.

Fonti citate da CBS hanno confermato che il segretario alla guerra Pete Hegseth, il capo di stato maggiore congiunto, Dan Caine, e altri funzionari hanno mostrato al presidente proposte che includono persino attacchi terrestri.

Sebbene non sia stata presa una decisione finale, la sola esistenza di queste deliberazioni ha inviato un segnale chiaro a Caracas.

La pressione militare degli Stati Uniti aumenta

Le avvertenze di Ferrer arrivano in parallelo alla nuova operazione militare statunitense annunciata con il nome Lanza del Sur ("Southern Spear"), presentata da Hegseth come un impegno massiccio per la sicurezza emisinica.

Secondo il segretario, l'ordine di Trump segna un passo decisivo nell'offensiva statunitense contro le reti di narcotraffico in America Latina, ma il suo significato politico è impossibile da ignorare: è un messaggio diretto di pressione sul regime chavista, accusato da anni da Washington di avere legami con il narcotraffico.

L'operazione, guidata dal Comando Sud degli Stati Uniti, non è stata spiegata in termini tattici, il che ha sollevato dubbi su se si tratti di un nuovo dispiegamento o semplicemente di una riorganizzazione di quello già esistente.

Tuttavia, ciò che si è intensificato in modo evidente è la presenza militare: cacciatorpediniere, forze anfibie e la portaerei USS Gerald R. Ford, la più grande al mondo, stanno già operando vicino alle coste venezuelane.

In contemporanea, gli Stati Uniti hanno effettuato almeno venti attacchi letali contro imbarcazioni presumibilmente legate al narcotraffico nei Caraibi e nel Pacifico orientale, con un bilancio di circa 80 morti.

Maduro risponde con accuse e manovre militari

Di fronte all'aumento della pressione internazionale e alla crescente possibilità di azioni militari dirette, Maduro ha accusato gli Stati Uniti di costruire "narrative false" per giustificare la loro militarizzazione del emisfero.

"Poiché non possono dire che abbiamo armi biologiche o chimiche nascoste, inventano una narrativa assurda," ha affermato il governante venezuelano in un discorso trasmesso in televisione.

Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, ha definito il dispiegamento statunitense come un "vulgar attacco contro la sovranità e la pace".

La reazione interna è stata immediata: Caracas ha attivato esercitazioni militari che hanno mobilitato 200.000 soldati, nel tentativo di mostrare forza di fronte a ciò che definiscono "minaccia imperialista".

Un clima regionale sempre più teso

Con il gruppo d'attacco dell'USS Gerald Ford già all'interno della giurisdizione del Comando Sud e le operazioni letali in aumento, la regione sta attraversando uno dei momenti di maggiore tensione militare dell'ultimo decennio.

In questo scenario, il messaggio di Ferrer acquista maggiore risonanza: non è solo un avvertimento politico, ma anche un eco della crescente percezione internazionale che Maduro sta affrontando un isolamento accelerato e un rischio reale di confronto.

Ferrer, figura emblemática dell'opposizione cubana, ha colto questo contesto per collegare la crisi venezuelana a quella cubana, esortando sia Maduro che i leader dell'Avana a lasciare il potere prima che il loro destino venga definito da forze esterne o da sollevamenti interni.

"No traditevi, fuggite insieme", scrisse.

In un momento in cui gli Stati Uniti riaffermano la loro capacità militare nell'emisfero e intensificano la pressione contro Caracas, le sue parole risuonano in un clima in cui ogni movimento acquista un peso geopolítico significativo.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.