Del veto al business: il pugilato professionale si consolida a Cuba sotto l'egida statale

L'evento a Varadero sarà più di una serata sportiva: un riflesso di come lo sport cubano si reinventa tra necessità e contraddizione, cercando di sopravvivere in un paese dove perfino il ring è stato, per anni, un campo di battaglia ideologica.

Lázaro Álvarez (a sinistra) ed Erislandy Álvarez (a destra)Foto © Collage di JIT

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Il boxeo professionale torna a essere protagonista a Cuba, una scena impensabile per oltre sessant'anni, quando il regime comunista lo proibì considerandolo un simbolo del “mercantilismo capitalistico”. 

Oggi, con lo sport nazionale immerso in una crisi e l'esodo di atleti in aumento, il governo si aggrappa ai pochi talenti che ancora lottano con la bandiera cubana… anche se ora, in un formato che per decenni ha condannato.

Il prossimo 29 novembre, l'Hotel Meliá Internacional di Varadero, a Matanzas, ospiterà una serata professionale in cui otto pugili cubani avranno protagonismo in incontri, comprese due difese di titolo, una seconda apparizione e quattro debutti nei circuiti professionistici, secondo il sito digitale JIT.

Lázaro ed Erislandy Álvarez: due simboli del pugilato cubano

Il piatto forte della serata avrà come protagonisti Lázaro Álvarez, triplo campione mondiale, ed Erislandy Álvarez, monarca olimpico di Parigi 2024, entrambi da imbattuti come professionisti.

Lázaro (9-0) affronterà il messicano Raúl Hernández (15-3-2) nella difesa del suo titolo continentale dell'America dell'Associazione Mondiale di Boxe (AMB), mentre Erislandy (5-0) farà lo stesso contro Rogelio Jiménez (14-2-1) per il titolo latino continentale dello stesso organismo.

Ambos titoli sono stati conquistati l'11 aprile scorso, quando Cuba ha celebrato per la prima volta una manifestazione professionale sotto l'egida della sua promotrice statale Agon Sports, un evento storico che ha segnato la fine simbolica del veto imposto dal 1962.

Eccitamenti, promesse e sfide

Il cartellone include anche il pinareño Yusnier Sorsano (1-0), che cercherà la sua seconda vittoria professionale contro l'argentino Nicolás Verón (11-14-1), dopo aver debuttato con un spettacolare knockout contro il messicano Javier Castañeda.

Altri quattro cubani faranno il loro debutto nell'arena professionale: Saidel Horta (argento mondiale), Alejandro Claro (bronzo mondiale), Nelson Williams e Keylor García. Pur avendo talento e un buon percorso da dilettanti, i loro avversari arrivano con maggiore esperienza nei circuiti professionistici, con più di 15 combattimenti in alcuni casi.

La serata includerà inoltre incontri internazionali, come quello tra il marocchino Moussa Gholam (24-1) e il messicano Ramiro Cesena (19-2) per la cintura continentale d'oro delle Americhe.

Tra l'apertura e la contraddizione

Il ritorno del pugilato professionistico a Cuba evidenzia un cambiamento pragmatico del regime, che cerca di riattivare una disciplina storicamente vincente mentre le sue strutture sportive si sgretolano e centinaia di talenti emigrano ogni anno.

Per decenni, il pugilato professionistico è stato sinonimo di tradimento e “deviazione ideologica” nella narrazione ufficiale. Oggi, coloro che lo censuravano cercano di capitalizzare la sua redditività e la sua proiezione internazionale, aprendo uno spazio che un tempo era impensabile sul suolo cubano.

L'evento a Varadero sarà più di una serata sportiva: un riflesso di come lo sport cubano si reinventa tra necessità e contraddizione, tentando di sopravvivere in un paese dove anche il ring è stato, per anni, un campo di battaglia ideologica.

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