Il Ministro dell'Economia afferma che non ci sono feriti a Cuba dopo il passaggio dell'uragano Melissa

Il ministro Joaquín Alonso Vázquez ha assicurato che l'uragano Melissa non ha causato feriti a Cuba, nonostante i gravi danni materiali segnalati nelle province orientali.

Casa danneggiata dall'uragano Melissa a Palma Soriano (Immagine correlata)Foto © Facebook José Batista Falcón

Al regime cubano, dopo il passaggio dell'uragano Melissa sull'oriente dell'isola, non è bastato assicurare che non ci sono stati morti: ora sostiene anche che il ciclone non ha lasciato nemmeno un ferito, nonostante la devastazione visibile nelle province colpite.

Durante una riunione del Consiglio di Difesa Nazionale, trasmessa nel programma Dal Presidente, il ministro dell'Economia e della Pianificazione, Joaquín Alonso Vázquez, ha dichiarato che “non abbiamo dovuto piangere nemmeno una morte, né un ferito, a causa del passaggio dell'uragano”.

“Le decisioni del Consiglio di Difesa Nazionale sono state attuate prima, durante e dopo il passaggio dell'uragano, e non solo sono state rispettate, ma viene mantenuto anche un monitoraggio costante”, ha dichiarato il funzionario, il quale ha sottolineato l'operato delle Forze Armate e del Ministero dell'Interno nell'evacuazione della popolazione.

Secondo Alonso, l'“azione decisa e meritoria” di entrambi gli organismi ha permesso di “proteggere la vita” degli abitanti nelle zone colpite, anche nei casi in cui le evacuazioni sono state effettuate dopo l'impatto del fenomeno meteorologico.

Le dichiarazioni del ministro contrastano con il panorama di distruzione lasciato da Melissa nell'est del paese.

Informazioni delle Nazioni Unite e di organismi umanitari descrivono danni severi in oltre 60.000 abitazioni, 1.500 scuole e centinaia di centri medici, oltre a milioni di persone colpite dalla perdita di raccolti, interruzione dei servizi e collasso delle comunicazioni.

Il Piano d'Azione dell'ONU per la ripresa dell'est di Cuba, pubblicato questa settimana, ha definito l'impatto dell'uragano come "profondo e generalizzato", con comunità ancora isolate e migliaia di famiglie senza accesso a acqua potabile, elettricità e assistenza sanitaria.

Nonostante l'evidenza della crisi umanitaria, le autorità cubane hanno scelto di insistere su un discorso di successo istituzionale e di gestione dei danni, minimizzando gli effetti umani della catastrofe.

Nel frattempo, la popolazione colpita continua a denunciare la mancanza di cibo, medicinali e rifugi adeguati tramite i social media e i mezzi di comunicazione locali.

Le parole del ministro Alonso si sommano alla linea ufficiale del regime di evitare di riconoscere vittime o feriti in disastri naturali, una pratica frequente nella propaganda statale per proiettare l'efficienza del sistema di difesa civile, anche di fronte a emergenze di grande magnitudine.

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