Economista cubano contraddice il cancelliere del regime: Il mercato informale è frutto del cattivo disegno economico interno

L'economista Pedro Monreal ha criticato Bruno Rodríguez, sottolineando che il mercato informale e la svalutazione del peso sono conseguenze di un cattivo disegno economico interno, non di cospirazioni esterne.

Immagine di riferimento e Bruno Rodríguez ParrillaFoto © CiberCuba / Sora - X / @BrunoRguezP

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Il economista cubano Pedro Monreal ha risposto lunedì alle dichiarazioni del cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla, che giorni prima aveva accusato il governo degli Stati Uniti di organizzare un’“operazione integrale di destabilizzazione” per manipolare il tasso di cambio del peso cubano nel mercato informale.

In una serie di messaggi pubblicati sulla rete sociale X, Monreal ha smentito le affermazioni del ministro degli Esteri, assicurando che la svalutazione del peso e l'esistenza stessa del mercato informale delle valute non sono il prodotto di una cospirazione straniera, ma il risultato diretto del fallimento dell'“ordinamento” economico promosso dal regime stesso.

“Qualcuno dovrebbe spiegare al MINREX che la svalutazione del peso nel mercato informale, e il mercato informale stesso, esprimono principalmente il fallimento del disegno dell'ordinamento. Murillo può sicuramente illustrare il tema ripetendo quanto ha detto nell'ottobre del 2021”, ha scritto l'economista nel suo primo messaggio, in riferimento all'architetto della cosiddetta 'Tarea Ordinamento', Marino Murillo Jorge.

Il fallimento dell'“ordinamento” come causa strutturale

L'“ordinamento” è stato presentato dal governo cubano all'inizio del 2021 come una riforma integrale per unificare le monete, eliminare i sussidi, aumentare i salari e rafforzare la moneta nazionale.

Tuttavia, nella pratica si è trasformato in una spirale di inflazione, perdita di potere d'acquisto e svalutazione accelerata del peso, costringendo la popolazione e il settore privato a rifugiarsi nel dollaro, nell'euro o nel MLC.

Per Monreal, l'esistenza del mercato informale —e il suo crescente peso nell'economia— non è un'anomalia provocata dall'esterno, ma una conseguenza diretta della sfiducia nel peso cubano e delle politiche monetarie fallite. In altre parole, il problema non deriva da Washington, ma da L'Avana.

Inversioni alberghiere senza capitale straniero

In un secondo tweet, Monreal ha anche smontato un'altra affermazione implicita nel discorso del cancelliere riguardo alla partecipazione di investitori stranieri nel settore alberghiero.

“Dovrebbero anche chiarire al MINREX che non sono stati costruiti hotel con investimento estero. Marrero potrebbe spiegare ciò che ha detto nel 2018 riguardo al fatto che ‘il peso maggiore viene sostenuto con risorse proprie limitate’. Non c'è stata alcuna dichiarazione ufficiale successiva che modifichi questo”, ha sottolineato.

L'economista si è riferito a dichiarazioni dell'allora ministro del Turismo, Manuel Marrero Cruz, che ha riconosciuto che la maggior parte degli investimenti alberghieri a Cuba è finanziata con fondi statali, e non con capitale straniero.

Nell'immagine che ha accompagnato il tweet, Monreal ha citato un estratto ufficiale del piano di sviluppo turistico cubano, dove si ammetteva che “il peso maggiore si esegue con risorse proprie limitate, ma si dà anche priorità all'investimento estero”.

Quella frase, inclusa nei rapporti stampa ufficiali, conferma che l'espansione alberghiera —che include decine di hotel a cinque stelle a L'Avana e a Varadero— si è sostenuta su risorse interne, in un contesto di crisi e scarsità generalizzata.

Errori strategici negli investimenti energetici

In un terzo messaggio, Monreal ha ampliato la sua critica sottolineando un altro punto cieco del discorso governativo: la mancanza di investimenti nell'energia elettrica.

“Igualmente dovrebbero spiegare al MINREX che non si è investito in termovalorizzatori non per una questione di mancanza di attrattiva per potenziali investitori stranieri, ma per una decisione politica di non investire in nuove termovalorizzatori (Fidel Castro, 21 dicembre 2005)”, ha ricordato.

Con ciò, l'economista ha fatto riferimento a una decisione politica mantenuta per decenni che ha lasciato il paese con un sistema elettrico obsoleto e dipendente da riparazioni emergenti, una delle cause principali dei blackout che colpiscono tutta l'isola.

Tra la narrativa ufficiale e la realtà economica

Le dichiarazioni di Monreal contrastano con la narrativa di Rodríguez Parrilla, che attribuisce l'inflazione, la perdita di valore del peso e il caos del mercato informale a una "guerra economica" organizzata da Washington.

Per l'economista, quella spiegazione ignora le cause reali: il fallimento del modello economico cubano, l'inefficienza dello Stato e le decisioni politiche che hanno dato priorità agli hotel rispetto alle termolettriche, alla propaganda rispetto alla produzione e al controllo sulla libertà economica.

L'interscambio tra entrambi illustra il divario crescente tra il discorso ufficiale e la diagnosi tecnica degli stessi economisti cubani. Mentre il regime insiste nel dare la colpa all'embargo e alla “manipolazione speculativa”, voci come quella di Monreal fanno notare che la radice della crisi è in casa.

Piuttosto che lanciare accuse e discorsi cospirazionisti, il governo cubano dovrebbe concentrarsi sull'istituzione di un tasso di cambio realistico e su una politica monetaria efficace. Perché senza controllo né un sostegno produttivo, il peso non ha bisogno di nemici esterni: crolla da solo.

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Redazione di CiberCuba

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