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Eliannis Villavicencio Jorge, moglie del prigioniero politico Alexander Verdecia Rodríguez, ha mostrato sui social la condizione in cui è rimasta la sua abitazione nel comune di Río Cauto, provincia di Granma, dopo le devastanti inondazioni causate dall'uragano Melissa.
Le immagini condivise da Villavicencio mostrano l'interno della sua casa coperta di fango e acqua, con i mobili danneggiati e il pavimento completamente allagato.
“Così è la mia casa ora quando arrivo. Signore, dai forza a tutti coloro che hanno perso i loro beni. È triste e straziante ciò che sta vivendo il mio popolo,” ha scritto in uno dei suoi post, accompagnato da foto che ritraggono la magnitudo del disastro.
In un altro messaggio, la donna ha raccontato di aver dovuto abbandonare la sua casa insieme alle sue due figlie e rifugiarsi sotto una tenda improvvisata in una scuola vicina, insieme ad altri vicini.
"Grazie a Dio per averci protetti e per darci un nuovo giorno. Siamo corsi verso la scuola perché è il luogo più alto e più vicino a casa mia", ha raccontato, smentendo voci che tentavano di minimizzare quanto accaduto.
La sua testimonianza si unisce a quella di decine di famiglie che hanno perso tutto a Río Cauto, una delle zone più colpite dalle piene del fiume più lungo di Cuba.
Le piogge torrenziali dell'uragano Melissa hanno causato il straripamento del Cauto e il parziale collasso di strade e abitazioni in comunità come Guamo Viejo, Cayama e Trinidad, dove i residenti segnalano manca di aiuto e una risposta tardiva da parte delle autorità.
Video diffusi sui social mostrano strade trasformate in fiumi, tetti appena visibili sommersi dall'acqua e abitanti che invocano soccorso mentre elicotteri militari sorvolano la zona. Sebbene i media ufficiali abbiano dichiarato che "non c'era necessità di un'evacuazione massiccia", le testimonianze locali contraddicono questa versione.
En mezzo a questa tragedia, Villavicencio affronta inoltre l'assenza di suo marito, Alexander Verdecia Rodríguez, coordinatore dell'Unione Patriottica di Cuba (Unpacu) a Río Cauto, incarcerato da febbraio e per cui la Procura richiede 10 anni di prigione per aver espresso opinioni contro il governo sui social media.
“Dio ci ha dato una nuova alba”, scrisse Eliannis, con lo stesso tono di fede con cui denuncia il dolore di un popolo che, tra repressione e disastro naturale, continua a cercare di sopravvivere con quel poco che gli resta.
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