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L'indignazione per il caso del cane abbandonato durante le evacuazioni a Bayamo, nella provincia di Granma, ha scatenato un dibattito che trascende la causa animalista.
mentre l'organizzazione Bienestar Animal Cuba (BAC-Habana) mobilita tutto il paese per esigere la prova di vita dell'animale, l'attivista Manuel Viera ha suscitato controversie mettendo in discussione le priorità morali dei cubani e il silenzio di fronte alla repressione politica.
Viera ha pubblicato un messaggio che ha suscitato opinioni contrastanti. Ha detto di ammirare il lavoro degli animalisti, ma ha criticato il fatto che il paese reagisca con tanta passione per il cane di Bayamo mentre rimane indifferente di fronte ai prigionieri politici e alla repressione del regime cubano.
“No capisco perché non rendano virali i più di mille cagnolini a due zampe che dormono dietro le sbarre”, ha scritto Viera, riferendosi agli oppositori incarcerati.
In un secondo post, ha riconosciuto che gli animalisti si uniscono e agiscono senza paura, mentre coloro che difendono i diritti umani a Cuba “non riescono a farlo con la stessa forza”.
La sua riflessione ha provocato la risposta infuriata di BAC-Habana, che gli ha chiesto di non dividere il movimento: “Manuel, basta. Il centro della nostra attenzione non sei tu. Rispetta.”
Nonostante le critiche, : “Non bisogna disumanizzarsi né mettere gli animali sopra l'essere umano per amarli e proteggerli”.
Il dibattito rimane aperto. BAC-Habana continua a cercare il cane di Bayamo. Nel frattempo, a Cuba la discussione su empatia, paura e valore della vita rivela le crepe più profonde di una società segnata dalla censura e dalla disperazione.
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