Fede in prigione e amore nella distanza: José Gabriel Barrenechea e sua madre, simboli del Premio Patmos 2025

Il Premio Patmos 2025 onora José Gabriel Barrenechea, prigioniero politico cubano, e sua madre Zoila Esther Chávez, deceduta senza poterlo vedere. Questo riconoscimento mette in evidenza la sua fede e difesa dei diritti umani.

Zoila Esther Chávez/José Gabriel BarrenecheaFoto © Collage di Reti sociali

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El Instituto Patmos ha conferito il suo Premio Annuale 2025 all'intellettuale e prigioniero politico cubano José Gabriel Barrenechea, e in modo postumo a sua madre, Zoila Esther Chávez, che è deceduta senza poterlo vedere prima di morire, ha riportato Martí Noticias.

Il riconoscimento onora la fede, la coerenza morale e la difesa dei diritti umani di entrambi, in una Cuba dove credere e parlare liberamente continua a essere un atto di rischio e coraggio.

Una fede che resiste anche dietro le sbarre

Il premio, che viene consegnato ogni 31 ottobre, coincide con la commemorazione della Giornata Internazionale della Riforma Protestante e viene assegnato a coloro che incarnano una fede genuina e un impegno etico verso la verità all'interno dell'isola.

Il pastore Mario Félix Lleonart, fondatore dell'Istituto, ha spiegato che il premio “non viene conferito perché qualcuno è in prigione, ma perché mantiene la propria fede in mezzo all'avversità”, ha riportato il suddetto mezzo.

“José Gabriel è passato da quello che lui definiva un cattolico culturale a un’esperienza di fede più viva e esistenziale, rafforzata in prigione”, ha dichiarato Lleonart.

Un intellettuale punito per aver detto la verità

José Gabriel Barrenechea, professore di Fisica e scrittore di Villa Clara, è stato arrestato l'8 novembre 2024 dopo aver partecipato a una protesta pacifica contro i blackout elettrici a Encrucijada, Villa Clara.

Nonostante sia stato giudicato il 24 settembre 2025, rimane detenuto senza sentenza, il che viene definito da organizzazioni e attivisti come una violazione dei suoi diritti fondamentali.

Zoila Esther Chávez: una madre che è morta aspettando

Il Instituto ha dedicato il premio anche alla memoria di Zoila Esther Chávez, madre dell'intellettuale, che è morta il 4 maggio 2025, all'età di 84 anni, senza poter abbracciare suo figlio.

Secondo quanto denunciato dall'Istituto Patmos, le autorità hanno risposto alla richiesta della famiglia con una frase crudele: “Il figlio vedrà sua madre quando lei morirà.”

Zoila, malata di cancro, si è lasciata morire di tristezza, rifiutandosi di nutrirsi. La sua storia riflette il dolore di centinaia di madri cubane i cui figli sono detenuti per motivi politici.

La voce dalla cella

Dalla prigione, Barrenechea ha inviato due messaggi che evidenziano la sua serenità spirituale e il suo impegno verso i valori che lo hanno portato all'incarcerazione:

Desidero ringraziare la mia Chiesa, quella di mia madre e dei miei anziani: la Cattolica. Monsignore Arturo mi ha portato conforto spirituale e la parola del Nostro Signore

In un'altra lettera al pastore Lleonart scrisse:

“Porterò la Croce come il mio Signore. Ci sono valori che danno senso ai nostri giorni e, sebbene possa sembrare terribile affrontarli, è un onore farlo. Dio, Patria e Famiglia!”

Dodici anni di un premio alla coscienza libera

Il Premio Patmos, fondato nel 2014, ha riconosciuto intellettuali, attivisti e credenti cubani che hanno affrontato persecuzioni per esercitare la loro fede o il loro pensiero critico.

Tra i suoi premiati figurano Ernesto Borges, Félix Navarro, Lorenzo Rosales, María Cristina Garrido e Sissi Abascal, tutti vittime di repressione o prigionia per motivi politici.

Con questa edizione, l'Istituto chiude dodici anni consecutivi di difesa della libertà di coscienza, omaggiando un figlio che resiste tra le sbarre e una madre che è morta aspettando giustizia.

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