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La crisi energetica a Cuba si aggrava nuovamente dopo l'uscita dal sistema di una delle principali centrali termoelettriche del paese.
La Centrale Termoelettrica Antonio Maceo, conosciuta come Renté, situata a Santiago di Cuba, è stata disattivata nella notte di martedì a causa di “problemi nell’Automatica”, come confermato dall'Unione Elettrica (UNE).
L'incidente si è verificato alle 19:38 di lunedì, quando l'Unità 6 di Renté ha smesso di generare energia, aggiungendosi ai guasti già esistenti in altre centrali chiave del Sistema Elettrico Nazionale (SEN), come Felton (Unità 2), Santa Cruz (Unità 3) e Mariel (Unità 8).
Inoltre, la UNE ha comunicato che durante la giornata di ieri il paese ha subito disagi per 24 ore, con un deficit massimo di 1.703 megawatt (MW) alle 19:40.
La situazione rimane critica. Alle sei del mattino, la disponibilità del SEN era di appena 1.554 MW, rispetto a una domanda di 2.609 MW, il che rappresenta 1.068 MW colpiti da deficit di capacità. Durante l'orario di punta notturno, il deficit potrebbe superare i 1.700 MW, il che significa che più della metà del paese potrebbe rimanere nuovamente al buio.
Sebbene si preveda l'entrata in servizio dell'Unità 3 di Santa Cruz (45 MW) e dell'Unità 3 di Renté (55 MW), la generazione continua a essere insufficiente.
A questo si aggiungono 67 centrali di generazione distribuita fuori servizio per mancanza di combustibile, che rappresentano 641 MW, e altri 163 MW indisponibili per mancanza di lubrificante, per un totale di 804 MW colpiti da questa causa.
Nel frattempo, i 32 nuovi parchi solari fotovoltaici hanno prodotto solo 2.745 MWh di energia, una cifra che a malapena allevia la grave crisi energetica che attraversa l'isola.
La popolazione cubana, che vive tra black out quotidiani e le loro estenuanti conseguenze, affronta un'altra giornata segnata dal caldo, dall'oscurità e dall'incertezza, mentre il regime continua a non offrire soluzioni strutturali a un sistema elettrico collassato.
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