Repartitore in bicicletta insulta Trump di fronte agli agenti dell'ICE e riesce a fuggire in una persecuzione per le strade

Un ciclista ha proferito insulti contro Donald Trump di fronte agli agenti dell'ICE a Chicago e è riuscito a fuggire dopo un inseguimento, in un contesto di tensioni politiche e critiche alle politiche migratorie del suo governo.

Immagini dell'eventoFoto © Captura de video X / @SweatEm

Un momento insolito e teso si è vissuto questo fine settimana nel centro di Chicago, quando un ciclista, presumibilmente un fattorino, ha proferito insulti contro il presidente Donald Trump proprio di fronte a un gruppo di agenti del Servizio di Immigrazione e Controllo delle Frontiere (ICE), i quali hanno reagito immediatamente cercando di fermarlo.

Il giovane, in sella a una bicicletta pieghevole, si è avvicinato al gruppo di ufficiali in uniforme — diversi di loro identificati con giubbotti della “U.S. Border Patrol” — e ha gridato “Che si f*tta Trump”, secondo quanto si sente in un video diffuso sui social media.

Il materiale, che è rapidamente diventato virale, mostra il ciclista che perde brevemente il controllo del suo telefono mobile, ma riesce a recuperarlo in una manovra rapida, per poi fuggire per le strade del centro della città.

Nonostante almeno otto agenti abbiano iniziato a inseguirlo, il giovane è riuscito a sfuggire a tutti e a scappare illeso. La fuga, che è stata registrata da diverse angolazioni da passanti, si è estesa per vari metri e si è conclusa tra il traffico, mentre gli agenti rimanevano indietro.

Le immagini hanno generato un'alluvione di reazioni sui social media, dove molti utenti celebrano l'astuzia del ciclista e criticano l'uso della forza da parte degli agenti.

"Il tipo ha detto loro 'F*ck Trump' in faccia, ha lasciato cadere il telefono eppure è riuscito a scappare da quegli scansafatiche", ha scritto un utente su X (prima Twitter). Fino ad ora, ICE non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sullo incidente.

Il fatto si verifica in un contesto di alta tensione politica negli Stati Uniti, dopo il ritorno di Trump al potere nel gennaio del 2025 e l'inasprimento delle politiche migratorie sotto la sua amministrazione.

Il rifiuto dei cittadini, la paura degli immigrati e le denunce contro l'ICE

Negli ultimi mesi, numerosi video hanno documentato un crescente clima di rifiuto da parte dei cittadini nei confronti delle azioni aggressive dell'ente migratorio, così come il profondo timore che si diffonde tra le comunità di immigrati, avvertono esperti legali e organizzazioni per la difesa dei diritti umani.

Rifiuto cittadino e proteste

Diversi mobilitazioni davanti agli uffici dei congressisti e alle sedi dell'ICE hanno richiesto maggiore trasparenza e rispetto dei diritti umani. In particolare, gli attivisti hanno denunciato che l'ICE ha intensificato le detenzioni nei quartieri latini, gli arresti in operazioni indiscriminate e gli isolamento obbligatori.

Il malcontento pubblico si riflette anche nei media ispanici e nei social: le famiglie dei migranti detenuti hanno denunciato pratiche di separazione arbitraria, ritardi ingiustificati nelle udienze e condizioni deplorevoli nei centri di detenzione.

Timore generalizzato tra gli immigrati

Tra gli immigrati, l'ombra dell'arresto appare come una costante. In articoli di CiberCuba, vengono raccontate storie di persone con un status migratorio irregolare che, percependo che l'ICE potrebbe andare a cercarle, accelerano le pratiche, nascondono beni o evitano di presentarsi agli appuntamenti con le autorità per paura di essere detenute.

Questa paura si estende anche a coloro che hanno beneficiato del documento I-220A: alcuni decidono di non rinnovare documenti legali, di non presentarsi a pratiche ufficiali o addirittura di sottoporsi a spostamenti interni per evitare zone con una maggiore presenza della polizia.

Ciò che dicono gli esperti legali e le denunce di abuso

Abogados intervistati avvertono che numerosi arresti effettuati dall'ICE mancano di ordini giudiziari chiari o di una motivazione sufficiente.

Alcuni casi segnalano arresti senza accuse formali, separazione di famiglie senza preavviso e condizioni che violano standard basilari di integrità umana.

Uno dei temi più delicati è il centro di detenzione conosciuto come “Alligator Alcatraz” in Florida. Ex detenuti ed ex lavoratori hanno denunciato ostacoli all'accesso legale, scarse condizioni sanitarie e isolamento ingiustificato.

Allo stesso modo, gli esperti legali sottolineano che molti detenuti affrontano procedimenti migratori senza un'adeguata rappresentanza, con appelli complessi e scadenze molto limitate, il che li lascia in una situazione di svantaggio strutturale nei confronti di ICE.

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