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La candidata presidenziale cilena Jeannette Jara, rappresentante del Partito Comunista del Cile, ha affermato durante un'intervista televisiva che “chiaramente, Cuba non è una democrazia”, sebbene abbia difeso che il processo di trasformazione deve essere risolto dal popolo cubano stesso.
La dichiarazione è stata rilasciata nel programma “Car Curo a La Moneda”, del canale 24 Horas, dove è stata interrogata sulla sua posizione riguardo a regimi politici come quello cubano e venezuelano.
Riguardo a Cuba, la riflessione che ho fatto è stata dolorosa per me. Chiaramente, non è una democrazia, ma devono risolverlo loro”, ha dichiarato Jara, riferendosi alla situazione politica sull'isola.
Ha anche sottolineato che Cuba sta attraversando una grave crisi umanitaria aggravata dal “blocco” e ha menzionato che la sua condizione di isola e un sistema politico diverso complicano ulteriormente la situazione. “Trovo che abbiano già abbastanza problemi senza bisogno di calpestarli”, ha commentato.
In un'intervista precedente, Jara ha negato che nell'isola ci sia una dittatura, e ora si è rifiutata di rispondere direttamente a quella domanda ricorrente.
Sulla Venezuela, la candidata ha espresso che “nessuno lascia il proprio paese come hanno fatto milioni di venezuelani perché stia passando bene”, in riferimento all'esodo provocato dalla crisi in quel paese sudamericano.
Le dichiarazioni di Jara hanno generato reazioni sui social media, specialmente poiché provengono da una figura del Partito Comunista cileno, storicamente vicino ai governi di sinistra in America Latina.
Jeannette Jara, exministra del Lavoro dell'attuale governo di Gabriel Boric, è uno dei principali candidati alla presidenza della sua coalizione in vista delle elezioni generali del 2026.
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