Un'altra notte senza luce! I vicini protestano per le strade dell'Avana contro i nuovi black-out

Report di social media indicano che manifestazioni simili si sono verificate in altre località del paese, come nel quartiere Versalles di Matanzas.

Immagini della protestaFoto © Captura de video X / @JLperiodista96

I vicini di almeno tre municipi dell'Avana sono scesi in strada la notte di sabato 21 settembre per protestare contro i prolungati black-out, in un contesto di fragile situazione energetica causata dal quinto collasso del Sistema Elettrico Nazionale (SEN) in meno di un anno.

In video condivisi sui social media, si osservano residenti di San Miguel del Padrón, nel reparto Dolores, e del quartiere di Calabazar, nel municipio di Boyeros, bloccare le strade al traffico, colpire pentole e urlare slogan di rifiuto al regime e alla crisi energetica che colpisce tutta l'isola.

A seconda del giornalista indipendente José Luis Tan Estrada, sono state segnalate manifestazioni anche nelle zone di Versalles, a Matanzas.

Le proteste sono state registrate al buio, senza una presenza visibile delle forze dell'ordine in alcuni dei video, mentre gruppi di vicini esprimevano la loro frustrazione per la mancanza di elettricità, acqua e cibi refrigerati nelle loro case.

Al parecer, i focolai di protesta sono originati in mezzo a un altro blackout massivo in vari settori della capitale. Attraverso il suo account su X (precedentemente Twitter), Tan Estrada ha condiviso immagini delle proteste a Calabazar e Reparto Dolores, qualificando la situazione come "tesa" e con un carico sociale "sempre più esplosivo".

Queste manifestazioni si verificano dopo che Cuba ha vissuto il suo quinto disastro elettrico nazionale, causato principalmente dall'improvvisa inattività di centrali chiave come la centrale termoelettrica Antonio Guiteras, e dopo il quale i tentativi di ripristinare il servizio sono stati parziali e disomogenei.

Captura di schermata Facebook / José Luis Tan Estrada

Sebbene le autorità abbiano sincronizzato alcune unità elettriche e attivato impianti di riserva, la disponibilità reale rimane ben al di sotto della domanda: nei periodi di massima richiesta si registrano deficit di generazione che superano i 1.900 MW, e a L'Avana le interruzioni si prolungano, senza un piano di rotazione chiaro né garanzia di stabilità.

Lo scenario energetico a Cuba continua a essere critico, con intere popolazioni sottoposte a blackout di oltre 12 ore al giorno. Il crescente malcontento dei cittadini inizia a esprimersi nuovamente per le strade, come già accaduto in altre storiche giornate di protesta nel 2021 e nel 2022.

Un paese al limite tra blackout, mancanza d'acqua e proteste cittadine

Le recenti proteste registrate nei quartieri de L'Avana non sono fatti isolati, ma il risultato accumulato di una crisi nazionale dei servizi di base che si approfondisce con il passare dei giorni.

In meno di due settimane, sono state documentate manifestazioni a El Cerro, San Miguel del Padrón, Cojímar, Calabazar, Regla e Centro Havana, tutte motivate da blackout prolungati e, in molti casi, anche dalla completa mancanza di acqua potabile.

En La Loma de Fumero, a Regla, i residenti si sono radunati in strada battendo padelle dopo aver trascorso 30 giorni senza acqua. A Centro Habana, il 19 agosto, decine di residenti hanno bloccato la calle Reina con secchi vuoti per la stessa ragione. Settimane dopo, a Águila e Monte, sempre nella capitale, un'altra protesta è esplosa durante la notte a causa della prolungata carenza del servizio.

A questa crisi idrica si aggiunge il collasso strutturale del Sistema Elettrico Nazionale (SEN), che il 14 settembre ha registrato il suo quinto blackout nazionale dall'inizio dell'anno. Da allora, il ripristino è stato parziale, fragile e diseguale.

Le cifre ufficiali riflettono una realtà allarmante: un deficit di fino a 1.900 MW, con oltre il 50% del paese colpito durante le ore di punta. A L'Avana, l'azienda elettrica riconosce disagi in diversi blocchi, sebbene gli utenti segnalino interruzioni ancora maggiori rispetto a quelle comunicate ufficialmente.

In questo contesto, lo stesso governante Miguel Díaz-Canel ha ammesso l'esistenza di "disparità" nella distribuzione degli apagoni e ha proposto una "distribuzione più equilibrata", il che ha scatenato un'ondata di critiche da parte dei cittadini che denunciano privilegi per l'élite al potere.

Acorralati dalla mancanza di elettricità, acqua, cibo e medicinali, sempre più cubani scendono in strada per chiedere il minimo. Il suono delle pentole e delle grida di protesta è diventato il linguaggio comune di un popolo esausto.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.