Diosdado Cabello invita i venezuelani a prepararsi “su tutti i fronti” per il dispiegamento degli Stati Uniti.

Diosdado Cabello ha annunciato una plenaria del Congresso del PSUV, prevista per giovedì 11 e venerdì 12 settembre.

Diosdado Cabello mostra una pietra come simbolo di resistenza e invita i venezuelani a prepararsi.Foto © X/Con el Mazo Dando

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In piena escalatione militare nei Caraibi, Diosdado Cabello ha invitato questo lunedì a "prepararsi su tutti i fronti" e a "transitare verso il popolo in armi" per difendere il Venezuela di fronte al rinforzo navale degli Stati Uniti.

“Non stiamo chiamando a nessun tipo di guerra, né abbiamo una guerra, né desideriamo guerra con nessuno, ma il nostro popolo deve essere preparato e all'erta in tutte le istanze, su tutti i fronti; in tutti i modi e forme il popolo deve essere pronto e il partito è una parte fondamentale”, ha detto durante la sua conferenza stampa settimanale del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), tenutasi in un campo di formazione a La Guaira.

Il messaggio arriva in un clima di massima tensione. Nelle ultime settimane, Washington ha incrementato la sua presenza con navi, sottomarini e marines sotto il paraguas di operazioni antidroga, mentre Caracas denuncia all'ONU che questo dispiegamento è una “grave minaccia” per la pace regionale.

Cabello, che nel suo programma televisivo aveva già avvertito “ci prepariamo per il peggio”, ha irrigidito il tono: “Sotto la massima pressione, massima preparazione”.

“Transizione al popolo in armi”: la nuova fase

Cabello ha annunciato che la plenaria del Congresso del PSUV, prevista per giovedì 11 e venerdì 12 settembre, avrà come focus la sicurezza, la difesa e la “transizione al popolo in armi”, con il partito “a disposizione” delle milizie.

Assicurò che la mobilitazione non si limita alla struttura chavista e che "ci sono settori che, pur non essendo chavisti, hanno detto: difenderemo la patria". La consigna che ripeté di fronte ai gruppi giovanili e ai miliziani fu categorica: "Dubitare è tradimento".

Sul campo, il governo ha riattivato il suo apparato militare e civile. Cabello ha vantato il “formazione speciale per la resistenza” di giovani che, ha detto, “non vogliono rimanere fuori” e “vogliono essere in prima fila” se c'è da difendere il paese.

L'altro fronte: guerra psicologica e accuse

Cabello ha accusato gli Stati Uniti di cercare provocazioni per intensificare il conflitto e ha messo in dubbio un operazione in acque internazionali in cui sono morte 11 persone presumibilmente collegate al narcotraffico. L'ha definita “massacro” e ha sostenuto che Washington cerca di imporre una narrativa per giustificare la sua presenza militare.

Rechazò inoltre minacce di congresisti statunitensi e sanzioni “all'ordine del giorno”, che colloca in una “guerra psicologica” progettata per spezzare moralmente la popolazione: “Ci sottovalutano. Non ci riusciranno con questo popolo”.

Il suo discorso è tornato su un copione noto nel chavismo, con riferimenti alla dignità nazionale, all'unità civico-militare e all'antiimperialismo, ma questa volta con un appello esplicito all'arruolamento tramite il Sistema Patria e a estendere la "preparazione su tutti i fronti" attraverso formazione, comunicazione e difesa territoriale.

Il sipario di fondo: dispiegamenti e controdispiegamenti

Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, ha confermato rinforzi sul fronte caraibico e atlantico, con particolare attenzione a Zulia, Falcón, Nueva Esparta, Sucre e Delta Amacuro.

Secondo i suoi dati, la "Zona di Pace N.1" è passata da 10.000 a 25.000 effettivi con supporto navale, fluviale e droni, e sono stati aperti punti di reclutamento per miliziani in tutto il paese. Settimane prima, Cabello aveva parlato di 15.000 mobilitati aggiuntivi negli stati di confine con la Colombia.

Dall'altra parte, gli Stati Uniti operano incrociatori lanciatori di missili, cacciatorpediniere, sottomarini e aerei di sorveglianza nei Caraibi, sostenendo di voler interrompere le rotte del narcotraffico. Il chavismo nega la presenza di coltivazioni illecite e lo interpreta come pressione tattica per forzare concessioni.

La tensione coinvolge la regione: Cuba si schiera con Caracas; La Francia rafforza le proprie capacità a Guadalupa all'interno della sua agenda antidroga; e Trinidad e Tobago ha preso posizione in chiave dissuasiva di fronte a un eventuale scontro per l'Esequibo.

Nel frattempo, Cabello, alla sua conclusione, ha puntato sull'epica della resistenza: “Accusateci di essere bolivariani, antiimperialisti, chavisti; colpevoli lo siamo. Ma non inventate ciò che non potete provare… Qualunque cosa accada, vinceremo.”

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