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Il governo francese ha annunciato questo domenica un rafforzamento senza precedenti della sua presenza militare e di polizia in Guadalupa, un territorio d'oltremare situato strategicamente nei Caraibi.
La misura, annunciata dal ministro dell'Interno francese, Bruno Retailleau, mira a rafforzare la lotta contro il narcotraffico, in un contesto regionale sempre più teso e parallelamente a le azioni intraprese dagli Stati Uniti nella zona.
Retailleau ha confermato l'inserimento di 13 ulteriori investigatori di OFAST, l'organismo centrale antidroga, insieme al dispiegamento di un laboratorio di analisi balistica nell'arcipelago, il che eliminerà la necessità di inviare armi sequestrate nella metropoli.
Ha anche annunciato l'istituzione di squadroni mobili, due brigate nautiche (a Gourbeyre e Pointe-à-Pitre), radar nei canali strategici e un drone per sorvegliare i più di 700 km di costa delle sei isole guadalupensi.
Il potenziamento include sistemi rigorosi di controllo dei passeggeri negli aeroporti e nel Gran Porto Marittimo di Guadalupa, così come nel porto di Fort-de-France (Martinica), nell'ambito del progetto “Hub Antilles”.
Secondo l'agenzia AFP, le autorità di Guadalupa avevano già avvertito nel luglio 2023 dell'aumento del narcotraffico dopo che erano stati intensificati i controlli nella Guiana Francese.
“Salen dai contenitori, della posta, delle barche da diporto... Si registra una nuova rotta con 'mulas'”, spiegava il direttore delle dogane, il quale ha reso noto di almeno 5 tonnellate di cocaina sequestrate in un'operazione recente.
Il mese scorso, Retailleau, in visita a Martinica e Guadalupa, ha sottolineato che la Francia non ha più "zone bianche" rispetto al narcotraffico. Ha rivelato che, solo nel primo semestre del 2025, le sequestri di cocaina nel paese sono aumentati del 45%, includendo 37,5 tonnellate intercettate tra la metropoli e i territori d'oltremare.
Queste azioni di Parigi sembrano allinearsi con la politica di fermezza promossa dagli Stati Uniti, che di recente ha schierato 4.000 marines nei Caraibi come parte della sua offensiva antidroga vicino al Venezuela.
Con questo dispiegamento, il governo di Emmanuel Macron rafforza il controllo sui suoi territori d'oltremare e cerca di impedire che questi diventino porte d'ingresso in Europa per il narcotraffico.
L'operazione dimostra che la lotta antinarcotici si sta trasformando in un asse strategico condiviso tra gli alleati occidentali nella regione.
Altri segnali nei Caraibi: Trinidad e Tobago inasprisce la propria posizione contro Maduro
Il panorama regionale si è complicato ulteriormente per Caracas dopo l'inaspettata dichiarazione della prima ministra di Trinidad e Tobago, Kamla Persad-Bissessar, che questo fine settimana ha pubblicamente sostenuto il dispiegamento delle navi da guerra degli Stati Uniti nei Caraibi.
In un discorso trasmesso in televisione, ha assicurato che il suo paese concederà “senza riserve” accesso al territorio trinitense se Washington lo richiederà per rispondere a un eventuale attacco venezuelano contro la Guyana.
“Se il regime di Maduro lanciasse un attacco contro il popolo guyanese o invadesse il territorio guyanese e il governo statunitense richiedesse accesso al territorio trinitario per difendere il popolo della Guyana, il mio governo lo concederà senza riserve”, ha affermato la mandataria.
La dichiarazione arriva in un momento di massima tensione regionale, caratterizzato dall'arrivo di cacciatorpediniere statunitensi davanti alle coste venezuelane e dal dispiegamento annunciato di navi anfibie con capacità di sbarco di marines.
Persad-Bissessar ha giustificato il cambiamento nella sua politica ricordando che Trinidad e Tobago ha subito per due decenni l'impatto del narcotraffico, della tratta di persone e del traffico di armi. Secondo i dati di Insight Crime, il paese ha chiuso il 2024 con 625 omicidi, un tasso di 45,7 per ogni 100.000 abitanti, di cui quasi la metà è collegata ad attività di bande.
La prima ministra ha denunciato inoltre l'infiltrazione di reti criminali nelle istituzioni di diversi paesi caraibici e ha chiesto maggiore cooperazione internazionale.
Il suo messaggio è stato interpretato come un avviso diretto a Nicolás Maduro, nel contesto della disputa territoriale per l'Esequibo, una regione ricca di petrolio e minerali che il Venezuela reclama come propria e la cui annessione ha cercato di formalizzare in un referendum tenutosi a dicembre 2023.
La postura di Trinidad e Tobago è stata rapidamente sostenuta da settori di Washington. Il congresista cubanoamericano Carlos Giménez ha ringraziato per il gesto e lo ha definito una “decisione strategica” che rafforza la sicurezza collettiva nei Caraibi.
In parallelo, anche Giamaica sta valutando di dichiarare le bande come organizzazioni terroristiche, il che faciliterebbe operazioni congiunte con attori internazionali.
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