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L'esercito degli Stati Uniti ha schierato più di 4.000 marines e marinai nelle acque dell'America Latina e dei Caraibi come parte di un'offensiva senza precedenti contro le organizzazioni criminali che l'amministrazione di Donald Trump ha classificato come "narcoterroriste".
La operazione, confermata da fonti del Pentagono a CNN e Reuters, segna un cambio drastico nella strategia di sicurezza di Washington, che ora pone la lotta contro i cartelli allo stesso livello della guerra contro il terrorismo globale.
Il Gruppo Anfibio Listo di Iwo Jima e la 22ª Unità Espedizionaria dei Marines (MEU) si sono integrati al Comando Sud (SOUTHCOM), in un'operazione che include anche cacciatorpediniere, un sottomarino d'attacco nucleare, aerei da ricognizione e una nave da crociera con missili guidati. L'USS Iwo Jima, l'USS Fort Lauderdale e l'USS San Antonio guidano il dispiegamento navale nel mar dei Caraibi.
Aunque il Pentagono insiste che la presenza militare cerca di “inviare un messaggio di dissuasione”, la magnitudo dei mezzi coinvolti offre al presidente Donald Trump un'ampia gamma di opzioni offensive. Le MEU dispongono di capacità aerea di combattimento e sono state utilizzate in passato in operazioni di evacuazione e controllo delle crisi in zone di alta tensione internazionale.
Il contesto politico rafforza il carattere straordinario della misura. Negli ultimi mesi, il Dipartimento di Stato ha incluso nella sua lista di organizzazioni terroristiche straniere sei cartelli messicani —tra cui Sinaloa e Jalisco Nueva Generación—, il Tren de Aragua del Venezuela e la Mara Salvatrucha (MS-13).
Washington giustifica la sua decisione sostenendo che queste strutture criminose rappresentano una “minaccia inusuale e straordinaria” per il loro coinvolgimento nel traffico di droga, armi, migranti e la loro presenza sul suolo statunitense.
Report del New York Times segnalano che la nuova politica consente all'Esercito di assumere competenze che in precedenza erano riservate ad agenzie civili, come la perseguzione e neutralizzazione di sospetti all'estero.
Allo stesso tempo, i droni di sorveglianza hanno intensificato i loro voli su Messico e Venezuela, e si è riportato che i detenuti collegati a queste organizzazioni vengono trasferiti alla Base Navale di Guantánamo.
Le reazioni nella regione non si sono fatte attendere. Il Messico ha espresso il proprio rifiuto affinché gli Stati Uniti agiscano in modo unilaterale e ha avvertito che questo tipo di misure può essere interpretato come una porta all'intervento diretto.
In Caracas, il regime di Nicolás Maduro è stato nuovamente accusato da Washington, che ha designato il Cartel de los Soles come organizzazione terroristica e ha offerto 50 milioni di dollari per la cattura del presidente venezuelano.
Il rinforzo militare nel Mar dei Caraibi riaccende vecchie tensioni in America Latina e pone al centro del dibattito la militarizzazione della lotta antidroga, con possibili conseguenze di grande portata per la regione.
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