“La Coca-Cola dell’oblio”: Cubana in Brasile rivela ciò che molti emigrati sentono

"Chi non è mai salito su un aereo e non ha assaporato il gusto amaro dell'emigrazione, della partenza, dell'addio, non sa come sa quella Coca Cola."

“La Coca-Cola dell'oblio”: Cubana in Brasile rivela perché molti emigrati la bevonoFoto © TikTok / @studiodaysantoya

La creatrice cubana @studiodaysantoya, residente in Brasile, ha condiviso su TikTok una lunga riflessione sulla popolare frase tra gli emigrati: “Ti sei bevuto la Coca-Cola dell'oblio”.

"'Hai preso la Coca Cola dell'oblio', è la frase più conosciuta tra i cubani quando ci incontriamo e assumiamo che questa persona non si sia ricordata abbastanza, o abbia dimenticato gli amici e le famiglie che ha lasciato indietro, vero", ha spiegato in un video pubblicato dalla costa nord di São Paulo, dove trascorre qualche giorno di vacanza.

La influencer ha messo in discussione il peso culturale di quell'espressione e ha difeso che, in molti casi, non si tratta di dimenticanza, ma di nuove circostanze: “E se davvero ce la prendiamo e se non è una bugia e se davvero ci prendiamo quella Coca Cola, vero? A volte le nuove situazioni, le nuove opportunità, i nuovi paesi, le nuove culture in cui viviamo richiedono, sì, che a volte ci prendiamo quella Coca Cola, anche senza volerlo”.

Nel suo testimonio, ha rivelato che dopo quasi otto anni in Brasile non sente più nostalgia per nulla: “Ho avuto la possibilità, ho lottato, lavorato, mi sono sacrificato, per poter portare e riportare qui le persone che mi stavano a cuore, quindi oggi fondamentalmente ho con me ciò che mi importa, ecco perché non sento nostalgia”.

@studiodaysantoya è andato oltre e ha chiarito che, anche se ci fosse un cambiamento politico a Cuba, non tornerebbe a vivere nell'isola: “Se la dittatura crollasse, questa qui probabilmente non tornerei, ma ciò non significa che non continuerò ad amarla. E non tornerei perché per ricostruire un paese, soprattutto Cuba, servono 30, 40, 50 anni, quante generazioni, e io non sono disposta a perdere 30, 40 anni della mia vita aspettando che un paese si ricostruisca per poter continuare la mia vita”.

La creatrice ha insistito sul fatto che non si tratta di un rifiuto delle sue radici, ma di un adattamento a una nuova realtà: “Io amo la mia Cuba, amo la mia patria (…) ma a volte ci aggrappiamo a cose che non hanno senso (…) cade la dittatura e supporteremo come dovremmo, ma non tornerei perché non voglio continuare a perdere tempo nella mia vita”.

Il messaggio ha suscitato decine di reazioni su TikTok, dove emigrati da paesi come Cile, Uruguay, Spagna e Stati Uniti si sono identificati con le sue parole: “Grazie mille per questa riflessione così bella. Sono un anno fuori da Cuba e si sente davvero la mancanza, anche del brutto”, ha scritto un'utente. Un altro ha aggiunto: “La vita cambia in tutti gli aspetti perché non possiamo fermarci, la vita scorre e se non la sfrutti, la perdi”.

Non è la prima volta che @studiodaysantoya commuove gli emigranti cubani. Lo scorso gennaio, il suo video “L'asciugamano non si butta mai” è diventato virale raccontando il momento in cui ha accolto sua madre in Brasile:

"Tre giorni fa ho accolto mia madre ai varchi di un aeroporto, e ho avuto il privilegio di farlo. Non si trattava di un viaggio comune; questo è il viaggio finale di una donna di 60 anni che ha deciso di prendere le ultime speranze che aveva, le ultime forze, metterle in una valigia e partire per un paese senza sapere come sarà da qui in avanti."

In quello stesso messaggio ha ricordato il sacrificio che comporta emigrare: “Abbiamo dovuto essere quei soldati semplici, quelli che andavano in prima linea nella battaglia, abbiamo dovuto essere quelli che avanzavano e facevano quel passo per poter aiutare chi era rimasto indietro. E chi è rimasto indietro conta su di te.”

Il dibattito sulla "Coca-Cola dell'oblio" è stato alimentato anche dalla cubana Maylay Carmona, residente negli Stati Uniti, che ha espresso in un'altra riflessione pubblicata su TikTok: “Non è che si siano dimenticati di noi, è che la vita vera ti mette a dura prova (…) Tra pagare l'affitto, la macchina, l'assicurazione sanitaria e il fatto che il tempo non basta mai”.

Domande frequenti sulla "Coca-Cola dell'oblio" e l'emigrazione cubana

Cosa significa "prendersi la Coca-Cola dell'oblio" tra i cubani?

La espressione "prendersi la Coca-Cola dell'oblio" è una frase popolare tra i cubani che fa riferimento alla percezione che coloro che emigrano dimenticano i loro familiari e amici a Cuba. Tuttavia, molti emigrati spiegano che non si tratta di oblio, ma di un'adattamento a nuove circostanze e responsabilità all'estero.

Perché alcuni cubani all'estero decidono di non tornare a Cuba, anche se cambia il regime politico?

Alcuni cubani, come la creatrice @studiodaysantoya, affermano che non tornerebbero a Cuba anche se la dittatura cadesse, a causa del tempo che richiederebbe ricostruire il paese e della mancanza di opportunità immediate. Preferiscono continuare le loro vite all'estero, dove hanno trovato stabilità e opportunità.

Quali sono le sfide che affrontano gli emigrati cubani nel adattarsi a un nuovo Paese?

I emigrati cubani affrontano varie sfide all'estero, come imparare una nuova lingua, adattarsi a una cultura diversa e gestire pressioni economiche e lavorative. Questi fattori possono rendere difficile mantenere le stesse connessioni familiari e amicizie che avevano a Cuba.

Come influisce l'emigrazione sulle relazioni familiari e di amicizia dei cubani?

La migrazione può influenzare significativamente le relazioni familiari e di amicizia, poiché gli emigrati spesso affrontano difficoltà nel mantenere i contatti a causa delle esigenze della loro nuova vita. Molti esprimono che, sebbene sentano la mancanza dei loro cari, le responsabilità e l'adattamento a un nuovo ambiente limitano la loro capacità di comunicazione.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.