Multitudine e rabbia per l'Invasione della Conga de los Hoyos a Santiago di Cuba

Le invasioni delle congas santiagueras, con coritos critici e folle, sono monitorate dal regime per timore che possano trasformarsi in proteste popolari spontanee.

Il regime colpisce le persone durante l'invasione di conga a Santiago di CubaFoto © Collage Facebook / Yosmany Mayeta

La tradizionale invasione della conga “Los Hoyos” a Santiago di Cuba è terminata segnala da un forte dispiegamento di polizia, repressione e paura.

Secondo le denunce del giornalista Mayeta sui social media, ciò che doveva essere una celebrazione culturale e popolare si è trasformato in una giornata sorvegliata, controllata e tesa, in cui la musica era circondata da truppe speciali, pattuglie e agenti del Ministero dell'Interno.

In una serie di pubblicazioni accompagnate da video, il giornalista indipendente ha denunciato come le forze repressive del regime cubano avessero preso il controllo dell'evento sin dalle sue prime ore.

“La repressione poliziesca si impadronisce dell'Invasione nella Conga Los Hoyos”, ha scritto, mostrando immagini del dispiegamento di truppe e della vigilanza sistematica agli angoli principali del percorso.

Il popolo si diverte, ma sotto sorveglianza”, affermò Mayeta, mentre segnalava la presenza di pattuglie e agenti sotto copertura che monitoravano ogni movimento.

“Non è più una festa, è un'operazione con musica,” ha commentato un residente intervistato in una delle pubblicazioni.

En un secondo video, Mayeta ha sottolineato che c'erano “più poliziotti che ballerini” nella conga, una tradizione che normalmente attraversa interi quartieri come anteprima del Rumbón Mayor o del Carnaval Santiaguero.

Questa volta, la giornata è stata “custodita, intervenuta e offuscata da un dispiegamento sproporzionato di polizia”.

Testimoni hanno riferito episodi di violenza: giovani picchiati, donne spinte, cellulari strappati e sguardi segnati dalla paura.

“La violenza non ha fatto distinzione”, ha affermato il giornalista, mentre raccoglieva testimonianze di musicisti che, sotto anonimato, hanno espresso di sentirsi sotto pressione: “Non si suona più con gioia, si suona guardando sopra la spalla.”

In un terzo post, Mayeta ha documentato uno dei fatti più gravi: una brutale aggressione a un giovane da parte di agenti del Ministero dell'Interno in via Trocha, di fronte a edifici multifamiliari.

I vicini, dai loro balconi, gridarono disperatamente per cercare di fermare l'aggressione: “Non colpitelo! Lasciatelo! Basta così!”

La repressione, ha denunciato, non si è limitata al controllo della polizia, poiché ci sono stati anche report di scontri con armi bianche, furti di telefoni e arresti senza spiegazioni né garanzie processuali, tutto mentre i media ufficiali mantenevano il silenzio.

“La vera invasione è stata quella della paura”, concluse il giornalista, affermando che la gioia popolare è stata sequestrata dall’apparato repressivo del regime, che trasforma ogni espressione culturale in una dimostrazione di forza.

Le tradizionali invasioni delle congas di Santiago, una forma di "valvola di sfogo" per il malcontento, includono una serie di coritos in cui, in modo spontaneo, la popolazione critica il regime.

Questo dettaglio, unito alla straordinaria affluenza di persone, fa sì che il regime vigili attentamente su questa manifestazione culturale che, in un batter d'occhio, potrebbe trasformarsi in una gigantesca protesta popolare.

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Redazione di CiberCuba

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