Trump prevede di costruire cinque nuovi megacentri di detenzione per immigrati

L'amministrazione Trump prevede di replicare il controverso 'Alligator Alcatraz' in Florida, criticato per le condizioni disumane e i danni ambientali.

Alligator AlcatrazFoto © X / @oldguy_steve

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L'amministrazione del presidente Donald Trump prevede di costruire cinque nuovi megacentri di detenzione per immigrati in diversi stati governati da repubblicani, seguendo il modello dell'"Alligator Alcatraz" in Florida, una prigione situata in una zona paludosa piena di coccodrilli.

La segretaria di Sicurezza Nazionale, Kristi Noem, ha confermato lunedì che sono in corso trattative con cinque governi statali per "replicare" l'installazione della Florida, in una nuova offensiva contro l'immigrazione irregolare negli Stati Uniti, ha riferito l'agenzia di notizie EFE.

Queste dichiarazioni sono state sostenute da Stephen Miller, consigliere di Trump e artefice delle sue politiche migratorie, che ha invitato tutti gli stati repubblicani a unirsi all'impegno.

“Alzate il telefono, chiama il DHS, collabora con noi per costruire strutture nel tuo stato in modo da poter allontanare gli irregolari e i criminali”, ha detto Miller alla rete Fox News.

‘Alligator Alcatraz’ è il modello da seguire per i repubblicani al governo. Situato a Ochopee, nel cuore degli Everglades, il centro è stato aspramente criticato da organizzazioni per i diritti umani, ambientalisti, leader religiosi e legislatori democratici.

Il passato sabato, un gruppo di congressisti ha visitato l'installazione e ha denunciato che circa 750 migranti erano rinchiusi “in gabbie”, in condizioni che hanno definito “disumane”.

Testimonianze raccolte da mezzi locali descrivono un panorama allarmante: tende improvvisate, temperature soffocanti, umidità estrema, scarsità di acqua potabile e cibo avariato. La stampa non ha avuto accesso al luogo.

Inclusa l'Arcidiocesi di Miami ha qualificato il centro come una “soluzione corrosiva e inadeguata” per gestire la migrazione.

Un rapporto congiunto di The Miami Herald e Tampa Bay Times ha rivelato che il 95% delle persone detenute ad Alligator Alcatraz proviene dall'America Latina. Le nazionalità più comuni sono Guatemala (22%), Messico (21.5%) e Cuba (11.6%).

Ci sono anche immigrati dall'Honduras (9,5%), dalla Repubblica Dominicana (5,1%), dal Nicaragua (4,9%), e dalla Colombia, Venezuela, El Salvador e Haiti, tra gli altri.

Secondo questi mezzi, più della metà dei detenuti non ha commesso reati violenti, ma affronta violazioni migratorie.

Solo un terzo ha precedenti penali, sebbene i registri non dettagli sulla natura dei presunti reati.

Domande frequenti sui nuovi megacentri di detenzione per immigrati negli Stati Uniti

Quanti e dove saranno costruiti i nuovi megacentri di detenzione per immigrati?

L'amministrazione Trump prevede di costruire cinque nuovi megacentri di detenzione per immigrati in diversi stati governati da repubblicani, seguendo il modello del centro appena inaugurato in Florida, noto come “Alligator Alcatraz”.

Perché il centro di detenzione in Florida si chiama "Alligator Alcatraz"?

Il centro di detenzione in Florida è soprannominato "Alligator Alcatraz" a causa della sua posizione nei Everglades, una zona paludosa ricca di alligatori. Il nome evoca immagini di un isolamento estremo e rinchiusura, simile a quella della storica prigione di Alcatraz a San Francisco.

Qual è la situazione dei migranti detenuti in questi centri?

I rapporti rivelano che, sebbene il centro sia destinato a migranti con precedenti penali, più della metà dei detenuti non ha commesso reati violenti e affronta violazioni migratorie. Le condizioni nel centro sono state definite "disumane" da congressisti e organizzazioni per i diritti umani.

Quali critiche ha ricevuto il progetto dei megacentri di detenzione?

Il progetto è stato duramente criticato da organizzazioni per i diritti umani, leader religiosi e ambientalisti. Le principali critiche si concentrano sulle condizioni inumane di detenzione, il danno all'ecosistema degli Everglades e la costruzione affrettata senza studi di impatto ambientale.

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