Heydi Sánchez Tejeda, la madre cubana che è stata deportata nonostante fosse sposata con un cittadino statunitense naturalizzato e avesse una figlia di appena 18 mesi, ha parlato dall'isola riguardo all'accettazione da parte delle autorità della riunificazione familiare, una notizia che, anche se non risolve la sua situazione immediatamente, le restituisce la speranza.
“Finalmente, dopo una lunga attesa, hanno accettato la riunificazione familiare”, ha dichiarato in un'intervista alla rete Univision, sebbene abbia precisato che questo non implica una risoluzione immediata del suo caso.
“Voglio dirvi che io non ho ancora il visto. Ancora non ho nulla... Mio marito è solo stato a un appuntamento con l'immigrazione”, ha aggiunto.
"Ringrazio tutti coloro che in un modo o nell'altro ci hanno sostenuto, che ci hanno teso la mano. A coloro che hanno alzato la voce per noi, per tutti i bei commenti", concluse Heydi, visibilmente emozionata.
Antecedenti del caso
È stata detenuta dal Servizio di Immigrazione e Controllo delle Dogane (ICE) il 24 aprile scorso, dopo essersi presentata a un appuntamento migratorio.
Poco dopo fu deportata a Cuba, lasciando dietro di sé la sua piccola figlia -che stava ancora allattando- e suo marito, residente negli Stati Uniti.
Sette settimane dopo, la famiglia ha ricevuto un aggiornamento positivo sul suo caso: è stata approvata la loro richiesta di ricongiungimento familiare.
La legale dell'immigrazione Claudia Cañizares afferma che “sono sicuramente buone notizie ora che Heydi ha la sua richiesta familiare approvata", anche se concorda sul fatto che "questo non significa che potrà entrare negli Stati Uniti immediatamente”.
Il cammino verso la riunificazione è ancora lungo e pieno di ostacoli.
Cañizares ha spiegato che Heydi dovrà seguire un processo consolare che include la presentazione di documenti, come il affidavit of support, e successivamente sarà convocata a un colloquio presso l'ambasciata degli Stati Uniti a L'Avana.
Además, sarà necessario che le venga approvato un permesso di soggiorno, dato che ha attraversato illegalmente il confine nel 2019.
Questo perdono può richiedere anni se non viene avviato tramite una procedura accelerata, motivo per cui la famiglia continua a chiedere aiuto a congresisti statunitensi per accelerare il processo.
Dopo la sua uscita forzata dal paese, Carlos Yuniel Valle è rimasto solo a prendersi cura di sua figlia di un anno, aspettando una soluzione per riunificare la famiglia.
Il progresso nel caso è stato possibile, in parte, grazie all'impegno mostrato dalla congressista Kathy Castor, come ha pubblicamente ringraziato la coppia.
Nonostante l'approvazione, rimangono ancora passaggi importanti. Il caso passa ora al Centro Nazionale per i Visti (NVC), da dove Heydi sarà convocata per un colloquio presso il consolato statunitense a L'Avana.
Prima di tornare, dovrà ottenere due permessi di soggiorno, un processo che può durare anni, anche se la sua avvocata cercherà di far sì che il caso venga considerato per un trattamento accelerato.
La famiglia affronta inoltre l'incertezza generata da una recente misura del governo degli Stati Uniti che limita il rilascio di visti ai cittadini cubani.
Sebbene questa normativa riguardi principalmente i visti turistici e di studio (come i B-1/B-2, J, M e F), non è ancora chiaro se avrà un impatto anche sui visti per immigrati come l'IR-1.
"La parte più difficile la sta vivendo la nostra bambina”, ha lamentato Carlos in recenti dichiarazioni a Telemundo 51, e ha aggiunto Heydi che si trova a Cuba soffrendo per essere separata da sua figlia.
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