Il Presidente della FEU applaude la comparsa di Díaz-Canel per l'aumento tariffario di ETECSA: "Si è parlato chiaro, si è spiegato"

Ricardo Rodríguez González ha sostenuto l'aumento delle tariffe di ETECSA e il discorso ufficiale, alimentando le critiche e le richieste di dimissioni da parte degli studenti cubani.

Ricardo Rodríguez González e Miguel Díaz-CanelFoto © X / @RicardoRdz_Glz - @DiazCanelB

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Il presidente nazionale della Federazione Studentesca Universitaria (FEU), Ricardo Rodríguez González, ha riaffermato pubblicamente la sua adesione alle giustificazioni fornite dal regime cubano riguardo l'aumento delle tariffe di ETECSA, allineandosi senza riserve con il discorso del potere.

In un post pubblicato su social media dopo l'apparizione televisiva del presidente Miguel Díaz-Canel nel podcast Desde la Presidencia, Rodríguez ha dichiarato: “Si è parlato chiaramente, si sono assunti gli errori commessi e si è spiegata la necessità di implementare la misura di fronte alla complessa situazione”.

Cattura dello schermo Facebook / Ricardo Rodríguez González

Queste parole sono state interpretate come un atto di servilismo e slealtà nei confronti degli studenti, precisamente in mezzo a un’ondata di discontento universitario che ha generato comunicati, scioperi accademici e una rigorosa richiesta di dimissioni contro lo stesso Rodríguez González.

Un post rivelatore di lealtà

En la sua pubblicazione, il membro del Consiglio di Stato ha non solo avallato le spiegazioni fornite da Díaz-Canel, ma ha anche ribadito la presunta legittimità del processo di dialogo tra studenti e autorità, affermando che “gli studenti universitari cubani vengono ascoltati” e che non si lasceranno manipolare “dai nemici della Rivoluzione”.

Inoltre, propose —come misura riparativa— la creazione di un gruppo multidisciplinare con studenti e specialisti di ETECSA, per mitigare l'impatto dell'aumento tariffario. Non fece riferimento, tuttavia, alle richieste concrete avanzate da studenti di diverse facoltà, come l'eliminazione del limite di ricarica mensile o la revoca di alcune misure che incidono sull'intera cittadinanza.

La risposta di Rodríguez omette le vere ragioni della protesta: l'aumento dei costi dei servizi di telecomunicazione in mezzo a una grave crisi economica che colpisce tutti i cubani, in particolare i giovani, così come la mancanza di trasparenza e di consultazione preventiva con le comunità universitarie.

Il suo enfasi nel delegittimare le espressioni di dissenso —attribuendole a “nemici della Rivoluzione”— lo colloca come un elemento funzionale al discorso ufficiale.

Rifiuto studentesco e richieste di dimissioni

La reazione degli studenti non si è fatta attendere. Lo scorso 4 giugno, la Facoltà di Filosofia, Storia, Sociologia e Lavoro Sociale dell'Università dell'Avana ha emesso un comunicato diretto dove ha richiesto le sue dimissioni immediate per il suo atteggiamento “passivo e poco critico”, e la sua incapacità di rappresentare i reali interessi degli studenti nel programma informativo Mesa Redonda della Televisione Cubana.

Questo rifiuto istituzionale si aggiunge al malcontento diffuso sui social media e nei stessi spazi universitari, dove si denuncia la mancanza di trasparenza nel processo di approvazione delle nuove tariffe, così come l'indifferenza dei rappresentanti studenteschi di fronte alle richieste di base.

Nel podcast Desde la Presidencia, Díaz-Canel ha accusato le “campagne mediatiche pagate” di fomentare le proteste degli studenti e l'indignazione popolare per l'aumento delle tariffe di ETECSA, assicurando che esiste una “intenzione politica” dietro le proteste e le richieste studentesche.

Lontano dall'appianare gli animi, la sua dichiarazione ha rafforzato la percezione che il regime eviti sistematicamente la propria responsabilità e criminalizzi qualsiasi espressione di dissenso, anche quando proviene da spazi storicamente allineati con l'istituzionalità ufficiale, come le università.

Più portavoce che rappresentante

L'atteggiamento del presidente della FEU conferma il ruolo che questa organizzazione ha assunto sin dalla vittoria della cosiddetta "rivoluzione" castrista e dall'instaurazione violenta del "potere rivoluzionario".

Desprovvista di autonomia e politicizzata, la FEU è passata dall'essere una delle organizzazioni più attive della società civile della Repubblica a diventare una struttura organica del regime totalitario costruito dal dittatore Fidel Castro.

Lungi dal fungere da mediatore legittimo, Rodríguez González ha scelto di diventare il portavoce del potere, ripetendo gli stessi schemi narrativi che il regime ha storicamente utilizzato per disinnescare il dissenso.

Invece di canalizzare le richieste degli studenti, la sua dichiarazione funge da tentativo di neutralizzazione, spostando l'attenzione dalle vere cause del malcontento e riducendo le proteste a meri episodi manipolati dall'esterno.

Una crisi di rappresentanza

L'adesione del presidente della FEU al discorso di Díaz-Canel approfondisce la crisi di legittimità di questa organizzazione studentesca.

Mentre crescono le voci giovanili che chiedono riforme strutturali e una maggiore partecipazione democratica, la leadership si rifugia nei vecchi dogmi, temendo qualsiasi espressione di autonomia.

In un paese dove la gioventù è uno dei settori più colpiti dalla crisi economica, l'aumento delle tariffe di ETECSA è stato solo la scintilla di un'insoddisfazione molto più profonda.

L'allineamento del presidente della FEU con il regime non solo costituisce un tradimento del mandato di rappresentanza che dovrebbe esercitare, ma anche una dimostrazione della subordinazione assoluta dell'organizzazione all'apparato statale.

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Redazione di CiberCuba

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