La giovane cubana @edenny30 ha condiviso su TikTok un video che ha già generato centinaia di reazioni, in cui offre una guida pratica per altri cubani che desiderano emigrare in Uruguay, basandosi sulla sua esperienza personale.
La influencer analizza le spese di base che comporta stabilirsi in Uruguay: “Se vieni da solo o in coppia, ti consiglio di affittare una pensione dove pagherai solo le spese dell'affitto mensile, che varia tra circa 9.000 e 12.000 pesos uruguaiani”. Secondo quanto riferito, questa opzione consente di risparmiare su altri costi come acqua, elettricità o acquisto di elettrodomestici: “Non devi neppure comprarti una cucina o un frigorifero”.
Ma chiarisce che “se vieni in famiglia e affitti un appartamento, si complica”. Lei stessa ha affrontato delle difficoltà: “Ho dovuto fare un deposito di tre mesi di affitto, pagare il mese entrante e inoltre pagare metà del compenso del notaio, che sono stati circa 9.000 pesos. In totale, 1.800 dollari. Una cifra enorme”.
Riguardo agli affitti a Montevideo, precisa che “oscillano tra circa 13.000 e circa 18.000 pesos e oltre”. Sottolinea che è difficile ottenere le garanzie da neofiti: “Non hai un'anzianità lavorativa, a meno che non tu abbia un amico o un familiare che accetti di stipulare il contratto a suo nome. E davvero, questo non lo consiglio.”
Per coloro che arrivano con figli e devono arredare da zero, ecco un elenco di prezzi concreti: “Frigorifero, 12 000 pesos; cucina a 4 fuochi, 4 600; scaldabagno, 5 000; letti, tra 6 000 e 8 000; bombola del gas con accessori, 4 000”. Si consiglia di visitare fiere, Emáus o pagine come “Cubani in Uruguay” su Facebook per trovare articoli di seconda mano.
“Allora, di quanto denaro hai bisogno? Fai i tuoi calcoli”, conclude. Tuttavia, lascia chiare le sue raccomandazioni: “Se vieni per una pensione, non portare meno di 2.500 dollari. Se vuoi affittare una casa, non portare meno di 4.500. Ma la cosa più importante è garantire un tetto, cibo e un po' di soldi per vivere fino a quando non trovi lavoro.”
Reazioni: dubbi, avvertimenti e raccomandazioni
Le risposte al video mostrano una comunità attiva con opinioni diverse. “Rimango in Suriname”, ha scritto un utente. Un altro ha aggiunto: “Cosa vuol dire deposito di tre mesi? In Cile se fa uno e la gente si lamenta”.
Alcuni hanno messo in discussione le condizioni delle pensioni: “Una pensione da 9 mila pesos è un raduno di ratti”, ha detto un utente, mentre un'altra uruguaiana ha commentato: “Non è economico e condividi cucina e bagno con estranei”.
Vari utenti hanno offerto consigli utili: “La cosa più economica è la frontiera: Artigas o Rivera, tutto ti costa la metà”, ha commentato un’utente. Un altro ha aggiunto: “Ci sono modalità per ottenere la garanzia di affitto insieme alla polizza. Devi solo avere la cédula”. Hanno anche raccomandato negozi economici come Carlos Gutiérrez o mercati di saldi.
In mezzo ai commenti, sono emerse anche voci critiche sul costo della vita in Uruguay: “Paese caro, va bene, forse è migliore di altri della regione, ma il cibo è già costoso e le tasse... devi avere un buon lavoro”, ha riflettuto un uruguayano.
Testimonianze che costruiscono una narrativa migrante
Questo testimonianza si aggiunge ad altri racconti di cubani in Uruguay che, attraverso i social media, condividono com'è ricominciare da zero lontano dall'isola. Solo pochi giorni fa, una cubana ha ricordato il dramma del trasporto pubblico a Cuba e lo ha paragonato all'accessibilità a Montevideo: “Molte volte mi è capitato di viaggiare appesa alla porta. Letteralmente”.
In febbraio, un'altra giovane cubana ha risposto alle critiche su Montevideo dicendo che “per me questo è lo sviluppo” e ha sfidato coloro che avevano un'opinione negativa sul paese a “vivere come un cubano medio sull'isola” prima di fare paragoni.
Un altro caso molto commentato è quello di Lisset Catalina, che ha raccontato come ha superato le difficoltà e costruito una vita stabile: “Il mio paese è l'Uruguay e da qui non ho intenzione di emigrare in nessun altro paese”.
I racconti dei migranti cubani in Uruguay si moltiplicano e fanno parte di una narrazione che, tra difficoltà, impegno e gratitudine, sta costruendo il testimonianza collettivo di una comunità che cerca di ricostruire la propria vita al di fuori di Cuba.
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