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Una barriera collocata sulla Palmetto Expressway, nell'area di Miami-Hialeah, ha attirato l'attenzione dell'esilio cubano con un messaggio contundente rivolto al regime dell'isola: “In tirannia non si vota, non si negozia e non si accetta plebiscito”.
Il messaggio si completa con una potente preghiera e un appello: “Farlo sarebbe complicità e tradimento”.
L'iniziativa ha generato diverse reazioni sui social media, dove gli utenti hanno condiviso immagini del cartello ed espresso sostegno o critiche al messaggio.
Tra le prime reazioni spicca quella dell'attivista Ariel Álvarez, il quale si identifica nella rete sociale X come Coordinatore di Exilio Unido Ya.
Álvarez ha ribadito il messaggio con lo stesso testo mostrato nel cartellone: “In tirannia non si vota, non si negozia e non si accetta plebiscito”.
Anche su X, l'attivista Claudio Fuentes ha reagito al messaggio con una posizione altrettanto decisa: “Né castrismo né il plebiscito del otaolismo chivato-chusma”, lasciando chiara la sua opposizione sia al regime cubano che a settori dell'esilio che promuovono una soluzione negoziata attraverso plebisciti o patti.
Il profilo The Cuban Show, dedicato all'analisi informativa dell'attualità socio-politica internazionale —secondo la propria descrizione su X— ha anche reagito al messaggio della struttura con un sostegno categorico.
“È già una realtà, le voci libere non potranno essere zittite! I cubani del movimento di destra #Autoconvocados si sollevano con una ferma dichiarazione dal cuore dell’esilio: NIENTE patti, niente dialoghi, niente plebisciti con la tirannia castrista. Chi lo fa è un traditore”, hanno affermato, allineandosi con la posizione più radicale dell’esilio anticastrista.
Una delle reazioni più accese è stata quella dell'attivista Eddy Maidique, che ha pubblicato su X una critica diretta a coloro che, secondo lui, simulano di essere oppositori ma non promuovono una rottura totale con il sistema.
“Questi comunisti non parlano di rovesciare, di eliminare una volta per tutte la tirannia comunista (…) parlano di migliorare le leggi della tirannia, di renderla più accettabile agli occhi del mondo”, ha scritto.
Recientemente, una polemica cartellone pubblicitario sulla superstrada Palmetto ha scatenato una serie di reazioni nella comunità cubano-americana, accusando di “traditori” Marco Rubio, María Elvira Salazar, Carlos Giménez e Mario Díaz-Balart per non aver difeso lo status migratorio di migliaia di immigrati.
L'iniziativa è stata promossa dal Caucus Hispano Demócrata di Miami-Dade, che li accusa di non opporsi alle misure migratorie sostenute da Donald Trump.
In risposta, più di 180 cubani con status I-220A hanno finanziato un altro cartellone a Hialeah, questa volta con i volti di Fidel Castro, Raúl Castro, Díaz-Canel, Maduro, Chávez e Ortega, sotto lo slogan “I veri traditori”.
Per i promotori, questo è stato un modo per contrastare quello che considerano un uso partitico del dolore migratorio, difendendo i congressisti repubblicani come alleati nella loro battaglia legale.
In mezzo a questa “guerra dei cartelli”, la congressista María Elvira Salazar ha reagito con fermezza, definendo la campagna contro di lei come “propaganda a buon mercato in stile castrista”.
Inoltre, ha criticato il tentativo di attribuire al suo gruppo la responsabilità di politiche migratorie restrittive, assicurando che ha sempre difeso gli immigrati del regime comunista.
Domande frequenti sulla barriera a Miami contro il regime cubano
Qual è il messaggio del cartello posto a Miami contro il regime cubano?
Il messaggio del cartello è "In tirannia non si vota, non si negozia e non si accetta plebiscito". Questo messaggio si rivolge al regime cubano e avverte che qualsiasi tentativo di votare, negoziare o accettare un plebiscito con il regime sarebbe visto come complicità e tradimento da parte dell'esilio cubano.
Quali reazioni ha suscitato il murale a Miami tra gli attivisti cubani?
La barriera ha generato diverse reazioni tra gli attivisti cubani. Alcuni attivisti, come Ariel Álvarez e Claudio Fuentes, hanno espresso un forte sostegno al messaggio, riaffermando la loro opposizione al regime cubano e a qualsiasi tentativo di dialogo o plebiscito. Altri attivisti hanno criticato coloro che promuovono un'uscita negoziata, considerandoli complici del regime.
Qual è il contesto delle affissioni pubblicitarie a Miami legate a Cuba?
In Miami c'è stata una serie di cartelloni pubblicitari legati alla politica cubana, come parte di una "guerra di cartelloni" che riflette le tensioni tra diversi gruppi politici e attivisti dell'esilio cubano. Questi cartelloni hanno trattato temi come l'opposizione al regime cubano e le critiche ai politici cubanoamericani per la loro postura sull'immigrazione.
Cosa pensano gli esiliati cubani delle negoziazioni con il regime cubano?
Molti esuli cubani mantengono una posizione critica riguardo ai negoziati con il regime cubano. La maggior parte considera che negoziare con la dittatura sia un atto di tradimento e che non si debba accettare alcun tipo di plebiscito o dialogo che legittimi il regime. Questa opinione è riflessa nel messaggio del cartellone pubblicitario a Miami.
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