Una giovane cubana ha attirato l'attenzione su TikTok dopo aver risposto a una domanda frequente tra gli utenti stranieri: perché, vivendo su un'isola, i cubani non consumano prodotti del mare come l'aragosta? Sul suo profilo @anita.cubanita64, la creatrice di contenuti ha affermato: “In Cuba è vietato mangiare l'aragosta.”
La tiktokera ha spiegato che molte persone le chiedono perché non si consuma più pesce o frutti di mare sull'isola, e ha risposto che “sì, possiamo pescare, ma è necessario avere un permesso”. Ha aggiunto che “abbiamo vietato l'acquisto e la vendita di aragoste e gamberi anch'essi”.
Nel video, ha sottolineato che “non andrài mai in un mercato e vedrai che stanno vendendo astice” e ha assicurato che questo frutto di mare “puoi trovarlo solo in locali privati dove chiaramente devono avere il permesso per poterlo vendere, come ristoranti, bar e simili”. Ha anche menzionato che viene servito negli hotel per turisti.
Inoltre ha riferito che pescare aragoste non è un'opzione per i cittadini perché, secondo le sue parole, “chiaramente le esportano in altri paesi per cercare dollari”. Ha anche avvertito che “se ti beccano a vendere aragoste ti mettono una multa di parecchio denaro”.
La giovane ha concluso il video con la frase: “Viviamo a Cuba, in un'isola circondata dall'acqua, ma no, non possiamo mangiare aragosta, non possiamo mangiare gamberi”.
Il video ha suscitato un notevole interesse su TikTok, accumulando migliaia di visualizzazioni in poco tempo e decine di commenti. Alcuni hanno espresso tristezza: “Che tristezza sapere così tante cose che vive il cubano”, ha commentato un’utente. Altri hanno criticato le restrizioni: “Un'isola carcere, peccato per le persone che vivono lì”, ha scritto un’altra internauta. “La dittatura è forte”, ha aggiunto qualcun altro.
La stessa creatrice del contenuto ha risposto a diversi commenti con emoji tristi e frasi come “Spero che un giorno questo cambi”.
Tra l'esportazione e la scarsità
Le affermazioni della tiktokera trovano eco in rapporti recenti sulla situazione dei frutti di mare a Cuba. Uno dei più sorprendenti è il progetto di coltivazione commerciale di aragoste a Villa Clara, promosso dal regime insieme al Vietnam, che mira a generare valute e, in teoria, contribuire alla sicurezza alimentare.
A questo si aggiunge la diminuzione delle catture, attribuita dai mezzi ufficiali ai cambiamenti climatici, anche se le esportazioni non si sono fermate. Nel frattempo, i mercati nazionali continuano a non offrire accesso regolare a questi prodotti.
In Camagüey, la Empresa Pesquera di Santa Cruz del Sur ha festeggiato il raggiungimento del suo piano annuale di cattura, diventando una delle poche che ha raggiunto tale obiettivo, ma tutta la produzione è stata destinata al mercato internazionale.
Questa disconnessione tra l'abbondanza per l'esportazione e la scarsità interna è stata riflessa anche nel video di una nonna cubana in Spagna, che ha reagito con sorpresa vedendo un gambero per la prima volta. La sua esperienza, condivisa da suo nipote, ha generato empatia e riflessione sulle carenze alimentari che molte famiglie sull'isola affrontano.
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