Il governo cubano sta commercializzando patate nazionali marca Frutisel a 8,85 dollari per sacco nel supermercato avana di 3ra y 70, il primo che ha aperto a Cuba per operare esclusivamente in valute estere. In mezzo a una severa crisi alimentare che colpisce la maggior parte dei cubani, il prodotto ha suscitato grande interesse, con clienti in fila per acquistarlo.
La información è stata condivisa dal canale YouTube Ana y Abe Cuba Vlogs, che ha documentato la loro visita a questo supermercato situato nel municipio Playa. Nel video, una acquirente mostra le patate e commenta: “8.85 mi fanno male all'anima, ma se vuoi mangiare devi pagare, è così”. Sebbene non sia specificato il peso esatto dell'imballaggio, dalle dimensioni si stima che contenga meno di cinque chilogrammi.
Questo stabilimento è stato il primo a vendere prodotti esclusivamente in dollari statunitensi, e da allora il modello è stato replicato in altre province, con l'obiettivo ufficiale di raccogliere valute estere in mezzo al collasso economico del paese. Il governo ha annunciato che aprirà più di 50 negozi simili in tutto il territorio nazionale.
Contrasto con la popolazione: code e patate razionate
Mientras, nel resto del paese la realtà è molto diversa. I cubani accedono alle patate solo tramite il libretto di razionamento e in quantità limitate. A Santiago di Cuba, i cittadini hanno dovuto alzarsi presto per comprare appena tre libbre a persona, secondo denunce condivise dal giornalista indipendente Yosmany Mayeta Labrada. In un video diffuso sui social si sentono discussioni e urla in mezzo a una lunga fila, riflesso del malcontento popolare.
“¡Súbelo, Mayeta!”, si sente dire da uno dei presenti, in quella che è diventata una consueta espressione popolare per mettere in luce la precarietà.
In Matanzas, la giovane cubana @brianna4258 ha denunciato su TikTok che venivano vendute solo due libbre di patate per persona e che il prodotto consegnato ai suoi nonni era di dimensioni ridotte. “Guardate le patate che hanno dato ai miei nonni. Un uovo di quaglia è più grande”, ha detto in un video virale. La denuncia ha suscitato indignazione sui social per il trattamento riservato agli anziani.
In un altro video, la stessa utente ha documentato l'arrivo delle patate a Matanzas e si è rammaricata che, dopo mesi senza il prodotto, il poco disponibile venisse distribuito in razioni minime. Le immagini hanno suscitato commenti tra incredulità, solidarietà e critiche al sistema di distribuzione statale.
Crisi strutturale e revisione della politica monetaria
Questo contrasto si verifica in un contesto di inflazione galoppante, con un peso cubano in caduta libera e un sistema di distribuzione statale sempre più in crisi. In questo contesto, il governante Miguel Díaz-Canel ha recentemente riconosciuto che il paese dovrà “convivere con la dollarizzazione parziale” dell'economia, come parte di un'“aggiornamento” della politica monetaria. Così ha dichiarato in una riunione con i dirigenti del sistema bancario nazionale, trasmessa dalla televisione statale.
“Dobbiamo cercare un'unificazione cambiaria più reale e lavorare su una politica monetaria che permetta di controllare l'inflazione”, ha dichiarato il mandatario, che ha difeso la dollarizzazione come un modo per stimolare l'ingresso di valute straniere.
Tuttavia, la maggior parte dei cubani non ha un accesso stabile a valuta estera, il che accentua la disuguaglianza sociale e limita la loro capacità di acquisire beni di prima necessità. Nel frattempo, la scarsità di denaro contante, il crollo dei bancomat e la diffusa sfiducia nei pagamenti elettronici continuano a deteriorare la vita quotidiana.
In parallelo, il governo ha tentato di controllare l'inflazione con limiti ai prezzi per prodotti come il riso o i fagioli, ma i prezzi nel mercato nero duplicano quelle cifre, e le politiche ufficiali non sono riuscite a contenere l'aumento costante del costo della vita.
La papa come simbolo di disuguaglianza
La vendita di patate nazionali in dollari è così diventata un nuovo simbolo della disuguaglianza che attraversa l'isola. Mentre una minoranza con accesso a valute straniere può acquistare cibo in negozi ben forniti, la maggior parte dei cubani continua a fare file interminabili per prodotti razionati, di bassa qualità e in quantità minime.
La papa, un alimento essenziale nella dieta cubana, riflette oggi l'abisso che separa il discorso ufficiale dalla realtà che vive il popolo.
Domande frequenti sulla vendita di patate in dollari a Cuba
Perché il governo cubano vende patate in dollari?
Il governo cubano ha iniziato a vendere patate in dollari in nuovi supermercati come strategia per attirare valute straniere in mezzo a una grave crisi economica. La dollarizzazione parziale dell'economia è vista come una misura necessaria per stimolare l'ingresso di valute. Tuttavia, questo ha suscitato critiche a causa della disuguaglianza sociale che genera, poiché la maggior parte dei cubani non ha accesso stabile a valuta estera.
Come influisce la vendita di patate in dollari sui comuni cubani?
La vendita di patate in dollari accentua le disuguaglianze a Cuba perché la maggior parte dei cubani non ha accesso a valuta estera. Mentre una minoranza con valute può acquistare in negozi ben forniti, il resto della popolazione deve accontentarsi di patate razionate, di scarsa qualità e in quantità limitate attraverso il sistema di libretta di razionamento.
Quali misure ha adottato il governo cubano per controllare l'inflazione?
Il governo cubano ha cercato di controllare l'inflazione con limiti di prezzo per prodotti di base come il riso e i fagioli. Tuttavia, queste misure non sono riuscite a contenere l'aumento costante del costo della vita, e i prezzi nel mercato nero tendono a raddoppiare le cifre ufficiali, costringendo la popolazione a continuare ad affrontare gravi difficoltà economiche.
Cosa simboleggia la vendita di patate in dollari nell'attuale crisi alimentare di Cuba?
La vendita di patate in dollari è diventata un simbolo della crescente disuguaglianza economica a Cuba. Riflette l'abisso tra il discorso ufficiale del governo e la realtà che affronta la maggior parte della popolazione, la quale ha accesso limitato ai generi alimentari di base a causa della crisi alimentare e delle politiche di dollarizzazione del regime.
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