Il vicepresidente della UPEC deride la chiusura di Radio Martí e la crisi dei media indipendenti a Cuba

Francisco Rodríguez Cruz ha ironizzato sulla chiusura di Radio Martí e sulla crisi dei media indipendenti a Cuba, riflettendo la posizione del regime contro la libertà di stampa.

Francisco Rodríguez CruzFoto © Facebook / Francisco Rodríguez Cruz

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Il vicepresidente dell'Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC) ha sfoggiato il suo umorismo indottrinato e “spione” pubblicando sui suoi social messaggi di scherno indirizzati ai giornalisti indipendenti che sono stati colpiti da la chiusura di Radio Martí e dai recenti tagli di fondi da parte degli Stati Uniti ai media alternativi sull'isola.

Francisco Rodríguez Cruz, più noto come Paquito de Cuba, ha utilizzato i suoi social media per ironizzare sulla riduzione del finanziamento di USAID e NED a media indipendenti cubani, scrivendo: “Le misure di Trump aumentano al 20% l'indice di disoccupazione tra le fila della controrivoluzione cubana…”.

Cattura dello schermo Facebook / Francisco Rodríguez Cruz

Il commento è stato interpretato come una derisione nei confronti dei giornalisti cubani che operano al di fuori del controllo totalitario del sistema comunista vigente nell'isola, i quali affrontano censura, repressione e, ora, maggiori difficoltà nel mantenere i loro spazi informativi a causa del drastico taglio delle risorse che colpirà diversi mezzi di comunicazione in esilio.

Non contento con quel messaggio, il vicepresidente della UPEC ha pubblicato una serie di foto in cui si è mostrato mentre stringe una radio portatile con un gesto di smarrimento, accompagnate dal testo: “Io qui che cerco di ascoltare Radio Martí”.

Cattura dello schermo Facebook / Francisco Rodríguez Cruz

Il gesto ironico arriva in un momento in cui la dittatura cubana celebra la chiusura della emittente finanziata dagli Stati Uniti, una delle poche fonti di informazione che riuscivano a penetrare la censura nell'isola.

Radio Martí è stato un mezzo chiave per trasmettere notizie senza la manipolazione della stampa ufficiale cubana. Per decenni, le sue trasmissioni radiofoniche hanno fornito un'alternativa informativa per i cittadini cubani, sebbene siano state costantemente oggetto di interferenze e attacchi da parte del regime.

Tuttavia, l'amministrazione di Donald Trump ha deciso di interrompere il suo finanziamento nel mezzo di un riesame delle priorità, una misura che è stata vista come una concessione indiretta al governo di L'Avana e un colpo agli sforzi della stampa indipendente.

Attacchi sistematici da parte delle autorità

Le dichiarazioni di Rodríguez Cruz riflettono il discorso ufficiale del regime, che ha sistematicamente screditato i media alternativi e i giornalisti indipendenti, etichettandoli come “mercenari” o “pagati dall'imperialismo”.

Dalla UPEC, l'apparato ufficiale dei giornalisti vicini al Partito Comunista, è stata promossa una retorica di criminalizzazione contro coloro che cercano di esercitare il giornalismo al di fuori del controllo statale.

Il stesso Rodríguez Cruz, che in altre occasioni è stato portavoce di posizioni radicali all'interno del giornalismo ufficiale, ha attaccato apertamente colleghi che hanno deciso di lasciare i media statali in cerca di indipendenza editoriale.

In un'occasione, arrivò a definire "lamentabile" che alcuni ex reporter della stampa statale avessero deciso di unirsi a mezzi finanziati da organismi internazionali.

La sua posizione è coerente con la narrativa del regime, che non solo reprime i giornalisti all'interno dell'isola, ma perseguita e discrimina anche coloro che dall'esilio cercano di informare sulla realtà cubana.

La crisi della stampa libera a Cuba

Il cierre di Radio Martí e i tagli di USAID e NED rappresentano una sfida ancora più grande per la stampa indipendente cubana, che già si trovava ad operare in condizioni estremamente avverse.

Dalla approvazione del Decreto-Ley 370 e della successiva Legge sulla Comunicazione Sociale, il governo cubano ha rafforzato il suo controllo sulle informazioni, criminalizzando l'esercizio del giornalismo al di fuori dei media ufficiali e applicando sanzioni a coloro che diffondono notizie contrarie alla narrativa del regime.

I giornalisti all'interno di Cuba affrontano molestie, sorveglianza, detenzioni arbitrarie e restrizioni per lasciare il paese. Molti hanno dovuto esiliarsi per continuare la loro attività informativa, e coloro che rimangono sull'isola lavorano sotto minacce costanti.

Nel frattempo, i mezzi finanziati da USAID e NED sono state una delle poche opzioni per sostenere un giornalismo indipendente, ma con la riduzione di questi fondi, la loro capacità operativa sarà compromessa.

La burla di Rodríguez Cruz non è solo una dimostrazione di cinismo, ma anche un riflesso della posizione del regime cubano nei confronti della libertà di stampa. Invece di aprire spazi per il dibattito e la pluralità informativa, sceglie di ridicolizzare coloro che tentano di offrire una versione alternativa alla propaganda ufficiale.

Il panorama per la stampa indipendente a Cuba è più incerto che mai, e l'atteggiamento del vicepresidente dell'UPEC lascia chiaro che il governo non ha alcuna intenzione di permettere che si ascoltino altre voci.

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Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.

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