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La Central de Trabajadores de Cuba (CTC), unico sindacato legale consentito dal regime cubano, ha accusato gli Stati Uniti delle privazioni e dell'impoverimento che soffre la classe operaia sull'isola, sostenendo che la "superbia imperiale" del vicino del nord è la causa delle carenze materiali e delle difficoltà che affrontano i lavoratori cubani.
In una dichiarazione pubblicata dal giornale ufficiale Trabajadores, la CTC ha respinto l'inclusione di Cuba nella lista degli Stati sostenitori del terrorismo, definendola una "farsa" e attribuendo le difficoltà economiche del paese a ciò che definisce "blocco" statunitense.
La organizzazione sindacale, controllata dal Partito Comunista di Cuba (PCC), ha sottolineato che "la classe operaia è una delle più colpite da tanta superbia imperiale", esaltando allo stesso tempo "l'orgoglio per la resistenza" dei lavoratori.
Tuttavia, i detrattori del regime mettono in discussione la narrativa ufficiale e sottolineano che la crisi economica cubana è principalmente il risultato dell'inefficienza del sistema di pianificazione centralizzata, della corruzione endemica e della mancanza di libertà economiche che ostacolano lo sviluppo del settore privato.
Nonostante la creazione di strutture sindacali nelle Mipymes, come riportano vari documenti, i lavoratori cubani continuano a non avere una vera rappresentanza indipendente che difenda i loro diritti di fronte a uno Stato onnipresente.
L' estrategia del regime totalitario cubano di incolpare fattori esterni per la scarsità di beni di prima necessità negli ospedali, nelle scuole e nelle fabbriche non convince ampi settori della popolazione che, negli ultimi anni, hanno dato vita a proteste per chiedere condizioni di vita migliori e libertà democratiche.
¿È colpa della "superbia imperiale" degli Stati Uniti se i lavoratori cubani non possono ricevere in tempo i loro miseri salari a causa della mancanza di liquidità nelle banche? Le mobilitazioni cui è costretto il regime totalitario cubano sono una risposta a questa "superbia imperiale"? È la "superbia imperiale" del paese vicino che impedisce che i lavoratori cubani possano contare su pensioni dignitose, possano godere di vacanze o siano privi di mezzi di protezione adeguati?
Il richiamo della CTC all'"unità e resistenza" dei lavoratori per "correggere le distorsioni e rilanciare l'economia" risulta paradossale per una popolazione lavorativa che soffre di salari bassi, un'inflazione incontrollata e un deterioramento accelerato delle condizioni di lavoro.
Le recenti iniziative del regime, come la creazione di comitati di base nelle Mipymes per garantire la loro fedeltà al PCC, sono state interpretate come una strategia di controllo e non come una misura reale di potenziamento sindacale.
Con una crisi economica che si aggrava e un ambiente lavorativo sempre più precario, i lavoratori cubani continuano a essere ostaggi di una narrazione ufficiale che privilegia la propaganda rispetto alla soluzione dei problemi strutturali del paese.
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