Denunciano la censura del film cubano "Matar a un hombre" al Festival del Cinema di L'Avana

Questo incidente non è un caso isolato nel panorama cinematografico cubano recente, la cui espressione si riflette principalmente nei Festival del Cinema che il regime convoca annualmente.

"Matar a un Hombre" © Facebook/Orlando Mora Cabrera
"Uccidere un uomo"Foto © Facebook/Orlando Mora Cabrera

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Il cineasta cubano Orlando Mora Cabrera, regista del cortometraggio “Matar a un uomo”, ha denunciato pubblicamente quello che ha definito un atto di censura istituzionale, motivato da ragioni omofobiche, durante il 45° Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano dell’Avana, svoltosi dal 5 al 15 dicembre.

In una lunga dichiarazione, il direttore ha dettagliato una serie di incidenti che hanno portato all'esclusione della sua opera dal programma ufficiale, nonostante fosse stata selezionata per il concorso di cortometraggi e mediometraggi.

Cattura di Facebook/Orlando Mora Cabrera

Secondo Mora Cabrera, le irregolarità sono iniziate con l'annuncio della programmazione. Durante la conferenza stampa dello scorso 20 novembre, "Matar a un hombre" è stato incluso come parte della selezione ufficiale, sebbene la sua comunicazione sia stata notevolmente più tardiva rispetto a quella dei film internazionali.

Successivamente, il 7 dicembre, l'Istituto Cubano dell'Arte e dell'Industria Cinematografica (ICAIC) ha inserito il film nel suo Cartellone Cinema e Video, evidenziandolo come una delle raccomandazioni del circuito.

Tuttavia, la première prevista per domenica 8 dicembre non ha avuto luogo, presumibilmente a causa di problemi elettrici al Multicine Infanta. Il regista è stato informato che, anche se il servizio elettrico fosse tornato, il suo film non sarebbe stato proiettato per non ritardare la successiva programmazione.

Situazioni simili si sono ripetute lunedì 9 dicembre, quando, nonostante la presenza della produttrice Priscilla Valdez, il cinema 23 e 12 è rimasto senza servizio elettrico, mentre il resto del palazzo era già stato ripristinato.

Captura di Facebook/Orlando Mora Cabrera

Nei giorni seguenti, Mora Cabrera cercò di dialogare con le autorità del festival per garantire una nuova proiezione. Martedì 10 dicembre, fu annunciata una riprogrammazione al Cine Acapulco, ma la proiezione venne nuovamente annullata senza spiegazioni chiare.

Il direttore continuò i suoi sforzi fino a domenica 15 dicembre, quando constatò che “Matar a un hombre” non era stato incluso nel programma dell'ultimo giorno.

Nella sua dichiarazione, Mora Cabrera ha espresso la sua profonda indignazione, insinuando che la censura del suo film risponde a motivi omofobici e alla paura suscitata dalla sua critica a diverse forme di violenza e dominazione nella società cubana.

“È un film in attesa di uno spazio per la sua prima e circolazione nazionale. Mi rattrista che diventerà un altro film censurato ed escluso dalle autorità politiche e culturali cubane,” ha affermato.

Il cineasta ha anche criticato aspramente il Festival de La Habana, sottolineando che, nonostante la sua rilevanza storica, si è trasformato in uno spazio di censura ed esclusione. Ha denunciato il contrasto tra la marginalizzazione delle opere locali e l'inclusione di produzioni internazionali, definendolo un esempio di imperialismo culturale.

La denuncia di Mora Cabrera ha riacceso le critiche sulla mancanza di libertà artistica a Cuba e sul controllo esercitato dalle istituzioni culturali.

Nonostante gli ostacoli, il direttore si è impegnato a continuare a utilizzare il cinema per promuovere il cambiamento sociale e la sua determinazione a cercare nuovi spazi per mostrare la sua opera.

Cattura di Facebook/Orlando Mora Cabrera

Questo incidente non è un caso isolato nel panorama cinematografico cubano recente, la cui espressione è maggiormente riflessa nei Festival del Cinema che il regime convoca annualmente.

Lo scorso anno, l'Assemblea dei Cineasti Cubani ha presentato una denuncia per l'esclusione dei documentari “Llamadas desde Moscú”, diretto da Luis Alejandro Yero, e “La Habana de Fito”, di Juan Pin Vilar, dal concorso, qualificando queste azioni come un "sostenuto esercizio di violenza istituzionale" contro i creatori

Alejandro Yero ha sottolineato che la sua opera è stata censurata per aver affrontato temi scomodi legati alla crisi a Cuba e all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

Allo stesso modo, nel novembre del 2022, il cineasta Carlos Lechuga ha denunciato la censura del suo film "Vicenta B" da parte dello stesso festival, sostenendo pressioni da parte del Ministero della Cultura per impedirne la proiezione.

Nonostante le smentite ufficiali, il film ha finalmente debuttato presso l'ambasciata norvegese a L'Avana nel novembre 2023.

Questi episodi riflettono una preoccupante tendenza alla censura e al controllo sulla produzione cinematografica a Cuba, limitando la libertà di espressione e la diversità tematica nell'arte.

Domande Frequenti sulla Censura al Festival del Cinema de L'Avana

Perché il film cubano “Matar a un hombre” è stato censurato al Festival del Cinema de L'Avana?

Il cineasta Orlando Mora Cabrera ha denunciato che il suo film “Matar a un hombre” è stato censurato al festival per motivi omofobici e per la sua critica alla violenza e alla dominazione nella società cubana. Il film è stato escluso dal programma ufficiale dopo vari incidenti, nonostante fosse stato selezionato per il concorso di cortometraggi e mediometraggi.

Quali sono state le motivazioni addotte per non proiettare il film durante il festival?

Le autorità hanno sostenuto che ci fossero problemi elettrici nei cinema dove era prevista la proiezione, ma questi inconvenienti sembravano riguardare solo il film di Mora Cabrera, dato che altre proiezioni si sono svolte normalmente. Il regista ritiene che si tratti di una scusa per censurare la sua opera.

Ci sono stati altri casi di censura al Festival del Cinema di La Havana?

Sì, il festival è stato teatro di vari atti di censura. Nelle edizioni precedenti, sono stati segnalati casi come l'esclusione di documentari che affrontano temi scomodi per il regime cubano. Questi atti sono stati criticati da cineasti e attivisti come un "esercizio di violenza istituzionale" contro la libertà artistica.

In che modo la censura influisce sulla libertà artistica a Cuba?

La censura limita la libertà di espressione e la diversità tematica nell'arte cubana, colpendo sia i cineasti che i creatori di altre discipline. Questo controllo sulla produzione artistica riflette la mancanza di libertà e la paura del regime nei confronti delle critiche sociali e politiche.

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