Il regime cubano ha accreditato il primo gruppo di ispettori della comunicazione sociale, subordinati all'Istituto di Informazione e Comunicazione Sociale (IICS), con l'obiettivo di "controllare e vigilare", rafforzando il controllo statale sulle informazioni e suscitando preoccupazioni riguardo a un aumento della censura.
Jorge Legañoa, vicepresidente dell'IICS, ha condiviso sul suo profilo di X immagini degli ispettori neolaureati mentre firmavano il Codice Etico e ricevevano le loro credenziali.
“I nuovi ispettori della comunicazione sociale a Cuba hanno firmato il Codice Etico e ricevuto le credenziali che li abilitano a esercitare il controllo e la supervisione in questo ambito”, ha dichiarato il funzionario.
In un'altra pubblicazione, Jorge Legañoa ha proclamato con tono trionfalistico la conclusione della “preparazione dei primi ispettori occasionali della comunicazione sociale a Cuba”, definendolo “un ulteriore passo verso il compimento delle funzioni dell'organismo”, in una chiara dimostrazione di come il regime rafforzi la sua macchina di controllo informativo.
L'IICS ha dichiarato sui social media X che, con la firma del Codice Etico, gli ispettori avviano “una nuova fase nel percorso verso il rispetto delle normative vigenti e la tutela dei diritti dei cittadini”, un discorso che contrasta con le crescenti preoccupazioni riguardo all'uso di queste figure per rafforzare la censura e limitare la libertà di espressione a Cuba.
La Legge 162/2023 sulla Comunicazione Sociale stabilisce la creazione della figura degli ispettori di comunicazione sociale, incaricati di supervisionare e vigilare sul rispetto delle normative relative ai processi comunicativi in Cuba.
Questi ispettori agiscono sotto l'autorità dell'Istituto di Informazione e Comunicazione Sociale (IICS) e il loro obiettivo principale è garantire che i contenuti e le pratiche comunicative nei settori organizzativo, comunitario e mediatico siano conformi ai principi stabiliti dallo Stato socialista.
Risulta sorprendente che la legge stabilisca che il lavoro di questi ispettori comprenda sia gli spazi fisici che quelli digitali, rafforzando così il controllo statale sulle informazioni che circolano nella società.
Secondo l'Articolo 105 della Legge, gli ispettori sono autorizzati a svolgere azioni di controllo sugli organi, organismi ed entità dello Stato, così come sugli attori economici e sociali che gestiscono processi di comunicazione.
Questo include garantire che i mezzi di comunicazione rispettino i confini editoriali approvati, che si registrino correttamente negli albi nazionali pertinenti e che i loro contenuti siano conformi a quanto previsto dalla Costituzione e dalla normativa vigente.
Inoltre, gli ispettori hanno il potere di imporre sanzioni amministrative per infrazioni, come la diffusione di “messaggi non autorizzati” o “discriminatori”.
La vigilanza da parte di questi ispettori si estende anche alla comunicazione nel cyberspazio, i quali dovranno "rispettare l'etica e la legalità", promuovendo "valori in linea con l'ideologia socialista" ed "evitando messaggi considerati sovversivi o contrari all'ordine costituzionale".
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