Lico Wayne e Tino Mán, due esponenti della musica urbana a Santiago di Cuba, sono stati convocati mercoledì alla stazione di polizia "La Motorizada" e sono stati minacciati di ritorsioni se decidessero di girare il videoclip del loro brano "Súbelo Mayeta".
Gli artisti avevano pianificato di girare il videoclip della canzone questo mercoledì, ma non hanno potuto partecipare a causa di una citazione della polizia, come riportato su Facebook dal giornalista indipendente Yosmany Mayeta.
“Súbelo Mayeta” è un brano musicale dedicato al giornalista indipendente Yosmany Mayeta Labrada, che negli ultimi anni è diventato una voce fondamentale per le denunce della popolazione di Santiago di Cuba, svelando senza riserve i segreti che il regime ha tentato di nascondere nella provincia orientale.
In precedenza, lo stesso Mayeta aveva informato che gli artisti si trovavano nella stazione di polizia e nessuno aveva notizie su di loro: “Non rispondono alle chiamate né ai messaggi lasciati dal team di ripresa, che era pronto e in attesa di loro per le riprese del videoclip”.
Secondo il comunicatore, il team di produzione era preoccupato per le condizioni in cui si trovavano i giovani; per loro risultavano scomparsi e probabilmente arrestati.
Mayeta ha definito l'accaduto come “un nuovo tentativo del regime cubano di censurare l'arte libera e di strada, una pratica che è stata costante dal 1959, specialmente contro coloro che, attraverso la loro musica, denunciano la realtà che vive il popolo cubano”.
Infine, ha sottolineato: “‘Súbelo Mayeta’, oltre a essere il titolo del brano, si è trasformato in un grido di denuncia contro la repressione che subiscono i cubani”, e in ciascuna delle sue pubblicazioni sui social media utilizza gli hashtag #subelomayeta e #súbelomayeta.
Giorni fa, il giornalista indipendente ha condiviso un ringraziamento pubblico verso gli artisti: “Non sono abituato a ricevere ringraziamenti o a essere omaggiato con canzoni, quando il grato sono io. Semplicemente grazie per il brano musicale.”
La censura a Cuba, come strumento di potere e controllo del regime per nascondere ciò che contraddice la sua versione della realtà, continua a mietere vittime costantemente.
Il cantante avventista Dairon Gavilán ha recentemente rivelato di essere stato escluso dalla gala del Festival Cuerda Viva a causa della sua canzone "En el nombre de Jesús", che ripete più volte il nome di Gesù.
L'artista ha spiegato la situazione attraverso i suoi social media. "Ci hanno chiesto di cambiare la canzone perché menzionava troppo Gesù, ma abbiamo deciso di non farlo, poiché la nostra fede e i nostri principi sono la cosa più importante", ha dichiarato sulla sua pagina di Facebook.
Un artista che è riuscito a eludere questo ostacolo è il cineasta Lilo Vilaplana, che in agosto ha condiviso sui social media che il suo film "Plantadas" sta attirando sempre più spettatori a Cuba, nonostante la censura a cui è sottoposto a causa del suo omaggio alle prigioniere politiche vittime del castrismo.
“Da Cuba mi inviano immagini di come vedono il film ‘Plantadas’ anche in un parco”, ha evidenziato Vilaplana su Facebook.
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